La “digital powerhouse” del colosso giapponese più pronta che mai a supportare tutti i nuovi sviluppi dell’intera infrastruttura dall’edge al core e al multicloud
In occasione dell’appuntamento italiano Hitachi Social Innovation Forum, che si tiene proprio oggi a Milano, e che riprende alcuni degli spunti visti a Hitachi Next 2019, organizzato da Hitachi Vantara il mese scorso a Las Vegas, è bene ripercorrere gli elementi salienti di quest’ultimo evento.
A cominciare dal tema di fondo che ha caratterizzato la due giorni nel Nevada: “Powering good” era la tagline, in riferimento a quali possono essere le modalità per "utilizzare i dati in modo da ricavarne sia valore di business sia anche valore di innovazione sociale", come ha tenuto a sottolineare nel suo keynote Toshiaki Higashihara, Presidente e CEO di Hitachi.
Quello della “Social Innovation” è un tema sul quale il colosso giapponese insiste da tempo: “come valore da raggiungere e al quale attenersi, la Social Innovation esiste in Hitachi già da sei o sette anni, ma negli ultimi due-tre anni ha avuto un’accelerazione in relazione alla digitalizzazione, anche perché c’è il rischio che se la digitalizzazione viene interpretata male può portare a scenari negativi, mentre invece, se viene declinata correttamente, offre grandissimi vantaggi sia alle organizzazioni sia alle persone”, spiega in una conversazione con ImpresaCity Marco Tesini, Regional vice president Southern Europe e Country manager di Hitachi Vantara Italia.
Una “digital powerhouse”
La sfida del valore sia di business sia sociale dei dati trova concretezza nella nuova Hitachi Vantara, che ha compiuto un ulteriore step: se due anni fa, sempre a Las Vegas, era stata lanciata la nuova compagine nata dall’unione di Hitachi Data Systems con Lumada e Pentaho, oggi è stata la volta dell’integrazione di Hitachi Consulting. Annunciata a settembre, questa mossa “non è una fusione ma un’integrazione delle forze delle due aziende, che porterà a creare ancora più valore per i nostri più di 10mila clienti e oltre 2mila partner in tutto il mondo”, ha tenuto a sottolineare dal palco di Las Vegas Brian Householder, CEO di Hitachi Vantara.
Si dipana quindi ulteriormente il disegno che vede Hitachi Vantara porsi come la “digital powerhouse”, come la definisce Marco Tesini, dell’intero gruppo Hitachi: “estraiamo tutte le conoscenze dalle diverse anime del gruppo e le portiamo sul mercato, ed è questo che ci rende peculiari, in quanto come Hitachi Vantara ci occupiamo di IT e digitale, ma abbiamo anche solide radici nel mondo dell’Operation Technology”, ribadisce il manager italiano.
A tutto DataOps
Con l’aggiunta della parte Consulting, Hitachi Vantara è “più pronta che mai a supportare tutti i nuovi sviluppi dell’intera infrastruttura dall’edge al core e al multicloud”, ha proseguito Brian Householder, ribadendo che “visto che tutto parte dai dati, si tratta anche di re-immaginare l’architettura fin dal core, cioè dal data center, traendo dalla nostra esperienza nel business dello storage, dove come noto operiamo da moltissimi anni”.La chiave di tutto è il concetto DataOps, cioè la gestione dati di livello enterprise per l’era dell’Intelligenza Artificiale, che unisce tutti i flussi di dati dell’azienda per trarne valore lungo l’intera organizzazione. Nelle parole di Hitachi Vantara, DataOps “non è un prodotto, e nemmeno un servizio o una soluzione, ma una metodologia, e insieme un cambiamento tecnologico e culturale, per affinare l’utilizzo dei dati da parte delle aziende, tramite migliore qualità dei dati stessi, cicli più brevi e una gestione dati di livello avanzato”. Solo così le aziende possono fare la differenza, traendo vantaggi dal potenziale inespresso della grande quantità di dati che ancora non utilizzano ma che possiedono.
Nuovi strumenti
Le basi, anzi le fondamenta, per abbracciare al meglio il concetto DataOps vedono in primo piano la soluzione formata dal nuovo storage array Virtual Storage Platform (VSP) 5000 insieme al software di gestione Hitachi Ops Center e allo Storage Virtualization Operating System aggiornato. I dati di targa del nuovo VSP 5000 sono di tutto rispetto, visto che si parla di 21 milioni di IOPS, “il più alto in assoluto dell'intero settore” fa notare l’azienda, e di latenze inferiori ai 70 microsecondi, oltre a una disponibilità dichiarata di otto 9, cioè al 99,99999999, che equivalgono a 316 millisecondi all’anno.
Ma, al di là di questo, vi sono anche altri aspetti che caratterizzano la nuova proposta storage all-flash di Hitachi Vantara: in primo luogo, la presenza di SSD NVMe e SAS, cui si aggiungono le funzionalità di gestione dello storage ora demandate alla nuova versione del “classico” SVOS, Storage Virtualization Operating System, e soprattutto al nuovo software analytics Hitachi Ops Center. Come è stato spiegato sul palco di Next2019, grazie agli analytics, Ops Center accelera l’ottimizzazione della gestione dell’infrastruttura storage, mediante la raccolta e l’analisi di informazioni dalla telemetria, per gestire e proteggere i dati, l’automazione delle azioni e dei compiti quotidiani, e infine la gestione dei dispositivi. Proprio quegli analytics che insieme all’intelligenza artificiale costituiscono il pane quotidiano della piattaforma Lumada, un insieme di soluzioni e servizi che consentono di realizzare soluzioni digitali avanzate. Marco Tesini di Hitachi Vantara Italia
Il business in Italia
La chiacchierata a Las Vegas con Marco Tesini ha costituito anche l’occasione per fare il punto sull’andamento del business nella sua area di competenza, che comprende Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Belgio. “Per quanto riguarda l’Italia, siamo molto soddisfatti in quanto abbiamo chiuso lo scorso anno finanziario, quello che si è concluso nello scorso marzo, con una crescita del 20 per cento. Adesso, a metà dell’anno fiscale in corso, non vorrei sembrare troppo ottimista, ma ci sono buoni segnali che la crescita sia ancora superiore”.
Secondo Tesini, “l’Italia in questo momento sta mostrando qualche buona dinamica: anche se alcune difficoltà non mancano, come del resto succede un po’ dappertutto, si notano segnali positivi nell’industria, in capo soprattutto alle grandi imprese, che però trainano anche quelle medie, sulla spinta alla digitalizzazione cui è stato dato impulso dall’Industria 4.0. In particolare c’è molto interesse attorno al cloud, anche da parte delle imprese di minori dimensioni, che ora possono avvicinarsi a questo tema pur senza avere particolari competenze, grazie alla presenza di fornitori che le sollevano dalla necessità di occuparsi della parte infrastrutturale, permettendo di dedicarsi alle vere esigenze di digitalizzazione”.
Ma non è solo l’ambito Manufacturing a mostrare un andamento dinamico: “anche il settore Finance si sta muovendo con rapidità, investendo molto nella digitalizzazione”, prosegue Tesini, spiegando che “qui però la spinta è diversa, perché il mondo finanziario in realtà ha poche opzioni: se non investe nella digitalizzazione corre seriamente il rischio di rimanere fuori. Va citato anche l’ambito Energy, che è un altro settore con elementi positivi di esempio per le utility, che si stanno muovendo molto bene”.
Ecosistema motivato
Infine, uno sguardo al Canale: “in questi ultimi tre anni abbiamo fatto passi giganti, e oggi abbiamo un ecosistema costituito da un numero ristretto di partner che ci sono fedeli e che stanno accelerando il business in maniera molto significativa”, sottolinea Tesini, spiegando che “abbiamo concentrato i nostri investimenti su partner che hanno competenze molto verticali rispetto ai settori da digitalizzare, in quanto per avere successo oggi bisogna operare con imprese che conoscano bene i problemi e le esigenze delle aziende e che abbiano già realizzato applicazioni specifiche”.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
ImpresaCity.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.