La spesa per le infrastrutture cloud è esplosa nello scorso decennio, ma non ha sostituito quella per le infrastrutture on-premise delle imprese
Il messaggio iniziale dei sostenitori del cloud era che questo costa meno dell'IT on-premise. Poi si è visto che non era così. Ma la spesa in cloud resta comunque giustificata dalla
maggiore elasticità che la nuvola porta all'IT d'impresa. Almeno in linea generale, poi ogni azienda fa storia a sé. Di conseguenza, nell'immaginario collettivo la crescita della spesa cloud porta una
flessione negli investimenti in data center. Esclusi quelli dei cloud provider, ovviamente.
L'idea diffusa è che, mediamente, una spesa in servizi e infrastrutture cloud va a sostituire una analoga spesa in infrastrutture on-premise. Ora i numeri di Synergy Research ci dicono invece che
questo non è vero. Ossia che la spesa cloud è cresciuta a ritmi molto elevati. Ma quella in
data center aziendali
non è calata. Anzi.
Synergy Research ha
analizzato la spesa IT degli ultimi dieci anni. Un periodo in cui prevedibilmente il cloud è la "stella" degli investimenti. La spesa associata al cloud è cresciuta
da quasi zero a circa cento miliardi di dollari l'anno, dal 2009 al 2019. La spesa per i data center ha avuto un andamento più variabile ma non ha certo registrato un crollo. In una prospettiva decennale è
persino cresciuta, data la sempre maggiore importanza della digitalizzazione.
Il 2019 che si è appena chiuso dovrebbe essere stato
l'anno del sorpasso del cloud rispetto all'on-premise. Synergy Research stima che le aziende abbiano speso circa 93 miliardi di dollari per i propri data center. E 97 miliardi in servizi cloud infrastrutturali: IaaS, PaaS, hosted private cloud.
Perché la spesa in cloud non ha davvero sostituito quella per le infrastrutture on-premise? I motivi indicati dagli osservatori sono diversi. Ma sostanzialmente tutti sottolineano il fatto che
è impossibile "chiudere" velocemente i propri data center. Anche per le imprese che sono più orientate verso il modello cloud. Inoltre, sempre più aziende considerano più sicuro mantenere in casa una parte della propria IT. Sia per proteggere informazioni sensibili, sia per essere sicuri di essere
sempre operativi anche in caso di problemi per il proprio (o i propri) cloud provider.
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