Una ricerca del Digital Transformation Institute rivela che da un anno all'altro cresce del 12% il numero di chi sa definire la tecnologia, anche se resta tuttora scarso il grado di applicazione in concreto
Di Blockchain si parla molto. Qualcuno dice anche troppo. Ma almeno un effetto è assicurato: rispetto allo scorso anno, è cresciuto del 12% il totale di chi in Italia “sa in generale di cosa si tratti”, a fronte però di un aumento molto limitato, del 2%, di chi è in grado di definire in modo preciso questa tecnologia. Lo rivela una ricerca del Digital Transformation Institute, che indica anche che è sceso dal 52% al 31% il numero degli intervistati che dichiarano di non aver mai sentito la parola Blockchain.
Nonostante questo, Blockchain resta la tecnologia con cui le persone hanno meno confidenza, soprattutto se paragonata a social network, ben conosciuto dal 69% degli utenti, a intelligenza artificiale o realtà aumentata e virtuale (33%). Nonostante cresca il grado di confidenza con il termine Blockchain, il 69% degli intervistati (erano l’81% nel 2018) dichiara di non aver mai acquistato un prodotto facendo riferimento alla sua tracciabilità garantita. Solo un 6% dice di essere un “utente regolare” e un 25% afferma che gli è “capitato di provare”, con un +16% rispetto allo scorso anno per i millennial, cioè chi è nella fascia di età 18-34 anni.
Pressoché invariata invece la percentuale di persone che dichiarano di non aver mai usato criptomonete (80% a fronte di un 81% del 2018). Inoltre, il 3% degli intervistati si dichiara “utente regolare” e il 17% dice che gli è capitato di provare. Tra questi, un netto incremento (+13%) lo si registra tra i millennial (+9%) e tra chi ha elevate competenze digitali (+7%). Poco confortante il dato di coloro che, pur non avendo mai fatto ricorso a una moneta virtuale, sono interessati a sperimentarla (19%).
Dalla domanda sulle possibili applicazioni Blockchain, emerge che quasi un intervistato su due (il 46%) si dichiara interessato a “realizzarci contratti elettronici” perché “farà risparmiare tempo e denaro, garantendo affidabilità”. Un 45% ritiene che la blockchain sia una tecnologia imprescindibile per garantire la tracciabilità dei prodotti, mentre un 28% afferma che “un giorno non utilizzeremo più denaro ma solo criptovalute come i Bitcoin”. “Blockchain è forse la tecnologia che nel corso degli ultimi 12 mesi è stata più sovraesposta e, allo stesso tempo, fraintesa. Guardare al numero di quanti pensano di sapere di cosa si tratta e rapportarlo a quanti la usano effettivamente, dà immediatamente contezza di quanto tale convinzione di competenza sia spinta da un tam tam mediatico privo di conseguenze pratiche in termini progettuali. E non è un caso che mentre abbondino proof of concept siano rari i proof of work”, ha commentato Stefano Epifani, Presidente del Digital Transformation Institute,
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