"Non ci occorrono misure che portino all'indebitamento o che incrementino i debiti delle piccole e medie industrie, ma azioni in grado di garantire la liquidità necessaria al pagamento di stipendi, fornitori e imposte e per finanziare la ripresa delle attività produttive" questa è l'analisi di Renato Della Bella Vice Presidente di Confimi Industria sulle misure del credito presentate dal Governo per supportare le industrie in questa emergenza. "Le misura presenti nel decreto guardano all'oggi, alla copertura degli ammanchi finanziari di marzo e aprile – sottolinea Della Bella – ma nessuno sembra aver pensato al futuro dei pagamenti" e scendendo nel dettaglio spiega "tutti i rapporti commerciali e di credito verranno messi in discussione dalla crisi generata dall'attuale situazione, visto che il panorama sarà notevolmente cambiato; le PMI che certezza avranno che i loro crediti saranno monetizzabili od onorati puntualmente?" "Oggi le aziende che faranno domanda di liquidità – prosegue Della Bella - saranno valutate dalle banche per i bilanci pregressi, ma questa situazione non ha eguali, e quelle stesse aziende ritenute in salute potrebbero invece non essere più in grado di pagare i loro fornitori domani, creando un effetto domino spaventoso". Confimi Industria, a tal proposito, ha presentato alle forze politiche due proposte:
1- Tutti i crediti con scadenza dal 29 febbraio 2020 rimasti insoluti, potranno essere ceduti pro soluto e con semplice notifica al debitore ceduto a società di factor che li dovranno acquistare, liquidando a pronti una percentuale significativa del nominale tra il 90% ed il 95% applicando un costo minimo alla società cedente. In questo modo le PMI cedenti avranno la liquidità per onorare i propri impegni immediati potendo così anche saldare molte delle fatture che le società di factoring hanno acquistato da loro fornitori. 2- Per far sì che tutte le future forniture siano coperte da una garanzia di sicuro pagamento, ci si dovrebbe prevedere la cessione pro soluto a società di factoring di tutti i crediti a partire da quelli del mese in cui si avrà la ripresa graduale delle attività produttive. In questo caso la cessione potrà avvenire con comunicazione al debitore ceduto senza rendere però obbligatoria la sua accettazione in quanto molti contratti in essere la vietano esplicitamente e alcuni settori merceologici non la accettano.
"Entrambe le proposte comportano di fatto il coinvolgimento delle società di factoring per un motivo tecnico e procedurale" spiega Dalla Bella "le società di factoring hanno un database che carica la cessione sia sul cedente che sul ceduto e questo consente di avere più informazioni, permettendo di monitorare il ceduto alla prima manifestazione di inadempienza contrattuale. Secondo Confimi Industria, per permettere al processo di cessione dei crediti di essere veloce e snello, senza l'impegno di delibere ad hoc per ogni azienda cedente, sarà necessaria una garanzia robusta da parte dello Stato tramite MCC - ipotizzato all'80% - percentuale già prevista nel Decreto "Cura Italia" ma con un sottostante non di liquidità ma di crediti ceduti, che è sicuramente più vantaggioso, più frazionato, meno rischioso anche per il MCC. "Se queste due proposte andassero in porto, le nostre imprese non avrebbero la necessità di indebitarsi per finanziare il loro capitale circolante – dichiara in chiusura Della Bella - potendo così contenere le richieste di nuova liquidità a debito per finanziare esclusivamente la copertura dei costi fissi legati alla riduzione di fatturato". "Sarebbe un vantaggio per tutti – chiosa il Vice Presidente – per le imprese, per il sistema bancario e per lo Stato che vedrebbe ridotte di molto le garanzie da prestare all'intero sistema industriale".
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