BMW vuole gestire la tracciabilità di tutta la sua filiera usando blockchain, estendendo un progetto pilota dello scorso anno
BMW ha deciso di utilizzare
blockchain come tecnologia per il tracciamento della sua supply chain. Questo è l'obiettivo principale di un progetto denominato
PartChain. Che prende le mosse da una prima iniziativa pilota concretizzata lo scorso anno. E che man mano si estenderà
sia a tutti i componenti automotive, sia alle materie prime. Ovviamente in un processo non breve e che avrà molti stadi successivi.
In questo momento BMW può contare sui risultati del progetto pilota del 2019. Si è trattato dell'
applicazione di blockchain ai processi di acquisto dei fari anteriori delle vetture. Il progetto pilota ha avuto successo. Ora passa da un fornitore (Automotive Lighting) a
una decina, almeno nel 2020. Il pilota comprendeva due fabbriche BMW e tre di Automotive Lighting. Adesso potrebbe estendersi anche a tutte le 31 fabbriche BMW nel mondo.
Il problema che PartChain deve affrontare, si spiega, è la
complessità delle supply chain automotive. Queste coinvolgono un gran numero di entità. Distribuite a livello globale e attive in parti molto diverse della catena produttiva. Inoltre, le supply chain possono anche
cambiare molto rapidamente. Per tutto questo, è difficile garantire la completa tracciabilità di un componente. Come anche la "strada" che ha seguito per arrivare sino al suo utilizzo.
La complessità di una supply chain automotive fa sì che i suoi attori gestiscano i loro dati separatamente. I rispettivi sistemi IT si parlano poco. E non sempre in modo coerente. Così identificare la storia di un componente
è spesso un lungo processo manuale. PartChain nasce per automatizzare questa tracciabilità. E garantire una trasparenza dei dati per tutti gli attori della supply chain.
Blockchain da questo punto di vista
garantisce l'affidabilità e la non-modificabilità delle informazioni. I dati relativi alle produzioni dei componenti e alle transazioni che li riguardano sono sempre tracciabili. Per ora ci si concentrerà appunto sui componenti delle vetture. In prospettiva, però, BMW
punta alla tracciabilità anche dei loro materiali grezzi. Non di tutti, magari, ma certamente di quelli più critici. Per la loro natura o per la loro provenienza.
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BMW intende puntare anche sulle caratteristiche di blockchain che permettono una
condivisione sicura delle informazioni. Punta infatti ad una piattaforma aperta che preveda lo
scambio di dati in tutto il mercato automotive. Scambio che è protetto ed anonimo allo stesso tempo.
Questo anche grazie agli standard ed ai modelli definiti nell'ambito della
Mobility Open Blockchain Initiative (MOBI). Si tratta di una iniziativa fondata un paio di anni fa. Che vede la partecipazione di oltre un centinaio di aziende dei comparti automotive, mobility, tecnologia. PartChain rientra nell'ambito di MOBI, secondo BMW. Per questo il suo approccio sarà
condiviso con le aziende del consorzio. Che potranno anche connettersi direttamente alla piattaforma blockchain di BMW.
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