Dopo le CPU Comet Lake destinate al mondo consumer, arrivano i processori vPro destinati alle imprese e ai professionisti
Intel ha presentato una
nuova generazione di processori siglati vPro. Destinati quindi in modo specifico al mondo business. È la decima, allineata con gli annunci che Intel ha già fatto lato consumer. Le nuove CPU vPro adottano quindi l'architettura battezzata
Comet Lake, basata su un processo di microlitografia a 14 nanometri. Contrariamente ad
altri annunci, il lancio della gamma vPro stavolta copre un raggio molto ampio di ambiti applicativi.
Si va infatti dalle CPU vPro per notebook a quelle per i desktop, passando per le workstation. La gamma -
ben una trentina di CPU - va inoltre da processori a basso consumo (15 Watt) sino a versioni da 125 Watt. Anche il numero di core supportati è ampio, spaziando da 4 a 10. In coerenza con altri lanci vPro, la gamma dei processori business non comprende nulla di più semplice di un Core i5.
In dettaglio, la nuova gamma vPro parte dalla
fascia mobile con due Core i5 a 4 core, quattro Core i7 (con 4, 6, 8 core), un Core i9 a 8 core e anche due Xeon della linea W1000 (a 6 o 8 core).
Lato desktop troviamo invece cinque Core i5 a 6 core, tre Core i7 a 8 core, tre Core i9 a 10 core. In campo
workstation debutta una nuova famiglia di processori. Sono gli
Xeon W1200, al momento sette versioni a 6, 8 o 10 core.
Al di là delle specifiche tecniche "da silicio", i processori vPro interessano utenti e produttori per le loro
caratteristiche accessorie. Quelle che non sono attivate nei processori Comet Lake consumer. In primo piano c'è la parte sicurezza, ma anche le componenti di gestione.
La sicurezza è nuovamente affidata al complesso di tecnologie che Intel chiama
Hardware Shield. E che stavolta non solo è integrata ovviamente in tutte le CPU vPro, deve anche essere
attiva di default nei computer che le adotteranno. Pena in non potersi fregiare del brand vPro. Hardware Shield opera proteggendo alcune
componenti di basso livello di un computer, come il Bios e le comunicazioni tra questo e il sistema operativo. Lo scopo è evitare violazioni da "code injection" dei componenti di base di un endpoint.
Nei processori vPro di decima generazione, Hardware Shield acquista
nuove funzioni di threat detection e una migliore integrazione tra CPU e GPU. Questo significa che il processore può delegare, specie mentre valuta o affronta un probabile attacco, alcune funzioni non critiche alla
GPU. In questo modo la sicurezza, secondo Intel, dovrebbe essere migliore senza però impattare sulle prestazioni percepite dall'utente.
L'approccio vPro alle funzioni di
gestione degli endpoint resta quello già visto in passato. Da un lato c'è lo Stable IT Platform Program (o
SIPP). Che garantisce la stabilità per 15 mesi dei componenti hardware chiave nei sistemi vPro. Questo per ridurre eventuali problemi di compatibilità software che potrebbero verificarsi con piattaforme più "fluide".
Poi ci sono le singole funzioni di management abilitate in hardware. Come in particolare Active Management Technology (
AMT) ed Endpoint Management Assistant (
EMA). Abilitano, indipendentemente dal sistema operativo e dalle applicazioni, alcune funzioni di
gestione da remoto degli endpoint. Specie per la parte di patching, reimaging e recovery.
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