La crisi Covid-19 ha determinato una marcata accentuazione dell’utilizzo canale delle vendite on line da parte delle MPI.
Nel corso dell’emergenza sanitaria le micro e piccole imprese hanno registrato profondi cambiamenti, affiancati da un maggiore utilizzo delle tecnologie digitali, finalizzati a contrastare una caduta dei ricavi senza precedenti. L’analisi è contenuta nella Elaborazione Flash ‘
Intensificazione del canale digitale nella crisi Covid-19: analisi di alcune evidenze sulle MPI italiane’. Alcuni spunti emersi dal lavoro sono stati ripresi nel
lancio dell’iniziativa di Confartigianato ‘Ripartire dal nuovo’, strumenti digitali per rilanciare il made in Italy.
Il report evidenzia che, sulla base dei risultati di una survey condotta tra il 7 e il 15 aprile su oltre 4.100 imprese fino a 50 addetti, nel corso dell’emergenza sanitaria il 29,7% delle micro e piccole imprese (MPI) utilizza almeno un
canale alternativo di vendita per proseguire l’attività. In valore assoluto si tratta di 945 mila MPI non commerciali. L’utilizzo di almeno un canale alternativo è più diffuso nelle imprese dell’Alimentare, con una quota che è del 58,5%. Seguono le MPI dei Servizi con il 29,1% e quelle del Manifatturiero
no foodcon il 26,9%.
Il canale
alternativo più utilizzato è quello della vendita a domicilio, che registra un utilizzo da parte del 19,9% delle MPI. La quota sale al 45,3% per le MPI del food; seguono, a distanza, i Servizi (18,5%) e il Manifatturiero (15,9%). L’e-commerce è presente per il 19,9% delle MPI, e anche per questo canale le quote più elevate si confermano per Alimentare (14,0%) e Manifatturiero (12,1%). Gli Altri canali (vendite televisive, altri intermediari, ecc.) presentano una diffusione più limitata (3,1%).
Il tasso di attivazione delle vendite online – ossia il rapporto tra coloro che hanno attivato il canale nell’emergenza sanitaria e quelli che utilizzavano precedentemente l’e-commerce – è del 19,8%, mentre balza al 56,9% il tasso potenziale di espansione, rapporto che considera sia chi ha attivato il canale nell’emergenza e sia chi pensa di attivalo a breve.
La
consapevolezza dell’efficacia del commercio elettronico, quindi, si è diffusa rapidamente tra le MPI, anche in questo caso con particolare accentuazione nelle imprese del
food; gli investimenti necessari e la riprogettazione di processi primari aziendali richiedono tempo per implementare l’e-commerce nelle MPI, come evidenziato dall’ampia quota di coloro che intendono utilizzarlo a breve.
Prendendo a riferimento la quota di piccole imprese che vendono on line, disponibile nel confronto internazionale del DESI (Commissione europea, 2020), si osserva che negli ultimi quattro anni
il tasso di crescita delle imprese fino a 50 addetti attive nell’ecommerce è del 10,9% medio annuo. Con la crisi Covid-19 il tasso di crescita è raddoppiato, salendo, come abbiamo visto sopra, al 19,8%. Qualora, secondo una valutazione prudenziale, il 70% delle MPI che hanno espresso l’intenzione di adottare il nuovo canale realizzasse il progetto nell’arco di un biennio, nel 2021 la quota di piccole imprese attive nell’e-commerce sarebbe di 3,9 punti superiore al valore di trend: applicando tale differenziale all’universo delle MPI si stima che siano 122 mila micro e piccole imprese in più attivate dell’emergenza coronavirus nell’utilizzo del commercio elettronico.
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