La Milano Digital Week 2020 è tutta virtuale: una necessità ma anche un simbolo in più di quanto il digitale sia ora il nostro presente e non il futuro
A una edizione
tutta virtuale della
Milano Digital Week ci siamo arrivati per necessità. L'appuntamento "fisico" di marzo è saltato, per ovvie ragioni. Ed è stato sostituito in corsa da una Milano Digital Week 2020 fatta di eventi in streaming. Mancherà indubbiamente un po' di empatia all'evento, come ha sottolineato
Nicola Zanardi, Presidente di hublab, durante l'apertura ufficiale (e virtuale) della manifestazione. Ma è difficile non vedere in questa
virtualità obbligata anche un forte valore simbolico.
La Milano Digital Week 2020 diventa in un certo senso
una metafora di ciò che è successo nelle scorse settimane. È diventata digitale
per necessità, non per scelta. Come per necessità i cittadini e le imprese nel lockdown sono diventati
più digitali di prima per portare avanti la loro vita e le loro attività. Ad alcuni questa accelerazione digitale è costata poco. Per molti, specie tra le imprese, ha rappresentato un problema. Alcuni infine hanno avuto una prova evidente che dal digitale sono ancora lontani.
Il punto chiave che molti ora sottolineano è
cosa possiamo farci, con questa maggiore consapevolezza del valore del digitale. E di quanto sia o meno inclusivo. "
Non voglio dire 'ora o mai più', ma questo è il momento in cui i temi della Trasformazione Digitale vanno affrontati", sottolinea
Giuseppe Sala, Sindaco di Milano. Mettendo in evidenza come ora "
ci sarà un confronto tra chi spinge per tornare a quello che c'era prima e chi vede questa crisi come un monito, un impulso a cambiare".
Rilanciare dalla digitalizzazione forzata
Archiviare le esperienze digitali del lockdown pare impossibile. Ma
non è scontato che tutti positivamente ne traggano indicazioni su come
cambiare le proprie abitudini. Nel caso delle aziende, per accelerare sulla strada della digitalizzazione. Milano pare decisa a farlo, secondo le parole di
Roberta Cocco, Assessora alla Trasformazione digitale e Servizi civici del Comune di Milano. "
Questo è un momento - spiega -
di grande trasformazione personale e professionale. All'interno delle nostre vite mai come in queste settimane ci siamo resi conto di quanto fosse importante avere una leva digitale per portare avanti, chi ha potuto, il lavoro, la scuola, la vita di relazione".
Roberta Cocco, Assessora alla Trasformazione digitale e Servizi civici del Comune di MilanoAnche il Comune ha dovuto cambiare in corsa la sua strategia digitale. I concetti di fondo restano le infrastrutture e la cultura della digitalizzazione. Ma l'emergenza ha richiesto
una netta virata verso il concreto. "
In questi mesi abbiamo dovuto trasformare il nostro modo di lavorare e abbiamo utilizzato tutto quello che avevamo già predisposto, ma in una nuova strategia", spiega Roberta Cocco.
Una strategia incentrata sull'abilitare lo
smart working per i dipendenti del Comune, con circa settemila postazioni abilitate velocemente. Ma anche sullo sviluppo dei servizi digitali come mezzo per
mantenere il Comune "presente" in una fase di difficoltà. Il che ha ad esempio permesso di far scaricare i cittadini milanesi oltre 45mila certificati in digitale per le loro necessità. Infine, è stata un'occasione per spingere il digitale come strumento per
altre attività del Comune diverse da quelle dell'Assessorato di Roberta Cocco. I servizi di
Milano Aiuta ne sono forse l'esempio più significativo.
L'esperienza del lockdown diventa quindi non solo un modo per rispondere ad una emergenza. È anche
una base per rilanciare la digitalizzazione. Nel caso della PA, con l'approccio che Roberta Cocco definisce di "digital care": "
vogliamo lavorare perché il digitale non sia il fine ma il mezzo per arrivare ai cittadini... Il digitale deve prendersi cura delle città e soprattutto dei cittadini".
Una virata per tutti verso il digitale
Anche se siamo ancora ben lontani dalla chiusura dell'emergenza pandemia, il messaggio che viene dai primi passi della Milano Digital Week 2020 è appunto che è necessario
rimettersi in gioco abbastanza velocemente. "
Sentiamo la necessità di far decantare quello che è successo, ma anche di guardare al futuro", sintetizza Nicola Zanardi.
Paola Pisano, Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione"
Oggi più che mai abbiamo la consapevolezza che la digitalizzazione e la tecnologia possono essere una leva per lo sviluppo del Paese", sottolinea
Paola Pisano, Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione. E mette anche in evidenza come le strategie di evoluzione digitale dell'Italia si muovono comunque nell'ambito di
quelle europee. Il che è un bene per molti versi, non ultimo quello finanziario. Ma anche
un'asticella a cui adeguarsi: chi saprà recepire meglio di noi la visione dell'Unione avrà certamente più ricadute positive.
Nel lockdown abbiamo toccato con mano la concretezza del digitale, già oggi e nella quotidianità. Non solo come elemento di una ipotetica trasformazione futura.
"La cosa più importante che ci portiamo a casa da questo difficile periodo - sottolinea
Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia -
è che abbiamo imparato a cambiare", facendo più nostra la digitalizzazione: "
oggi davvero on- è uguale a off-line: il mondo digitale e quello reale sono quantomai uniti". L'idea è che adesso da questa consapevolezza sarebbe opportuno partire, ciascuno a suo modo.
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