Un sondaggio mostra che solo l'uno per cento delle imprese può definirsi maturo per l’AI, anche se chi ne adotta le soluzioni può ottenere un ROI cinque volte superiore alla media.
Non c’è dubbio:
le aziende dovrebbero accelerare l’adozione di strumenti di intelligenza artificiale per migliorare la propria resilienza e prepararsi ad affrontare le sfide a lungo termine. È questo, in sintesi, il
risultato più evidente di un’indagine commissionata da Avanade.
Il sondaggio “AI Maturity Survey”, condotto da Vanson Bourne attraverso
interviste a 1.700 decisori aziendali IT di livello senior di 15 paesi tra cui l’Italia (campione di 140 intervistati), rivela che
solo l'1% delle aziende, nonostante il mix di maggiore produttività, efficienza e riduzione dei costi garantito dai sistemi di Intelligenza Artificiale, può definirsi
maturo per l’AI. D’altro canto, le
imprese che riescono a integrare completamente l'AI nei propri sistemi sono
in grado di ottenere un ROI fino a cinque volte superiore alla media, grazie a una combinazione di maggiore produttività, migliore efficienza dei processi e minori costi operativi.
Per aiutare le aziende a valutare il grado di maturità nell’implementazione dell’AI e, se necessario, identificare i modi per accelerarne l’adozione,
Avanade ha sviluppato una metodologia che indaga cinque aree chiave all’interno dell’organizzazione, ovvero
Strategia, Attrazione talenti e cultura aziendale, Etica Digitale, Data Supply Chain e Analytics, e infine Tecnologia e processi.
Tra i principali risultati del report nelle diverse aree, si nota che nella Strategia il 95% degli intervistati (93% in Italia)
ritiene che l'AI sia fondamentale, ma
un terzo (32% in Italia) cita proprio
la pianificazione strategica come una delle tre barriere principali alla effettiva implementazione di un progetto di AI. Il
35% degli intervistati (34% in Italia) è alla
ricerca di un supporto consulenziale esterno alla propria azienda per definire la propria strategia.
Per
Attrazione talenti e cultura aziendale, l'80% degli intervistati (91% in Italia) concorda sul fatto che la
cultura aziendale e il cambiamento siano la chiave del successo a lungo termine di un progetto di AI e più della metà del campione (69% in Italia) è impegnato nella ricerca e assunzione di talenti con competenze adeguate o nel processo di change management.
Nell’Etica digitale, il 96% (86% in Italia) ritiene che
per implementare progetti di AI sia necessario creare policy e procedure aziendali che garantiscano il rispetto dei principi di etica digitale” e il
66% (54% in Italia) lo sta già facendo.
Per quanto riguarda
Data Supply Chain, il
65% delle aziende intervistate (69% in Italia) esprime
l’esigenza di migliorare la qualità dei dati.
Per l’ambito
Tecnologia e processi, il
61% degli intervistati (64% in Italia) ha
sperimentato sistemi di automazione e advanced analytics, circa la metà del campione utilizza la computer vision (33% in Italia) o gli agenti virtuali (22% in Italia).
Infine, l'83% delle aziende (il 94% in Italia) che già oggi utilizzano strumenti di AI concordano sul fatto che
questa tecnologia porterà un vantaggio competitivo in futuro. I
l successo stimato dei progetti di AI si misurerà principalmente con un
aumento della produttività per il 64% del campione (75% in Italia),
incremento dell'efficienza dei processi, dei sistemi e degli strumenti per il 57% (63% in Italia)
e riduzione dei costi per il 54% (62% in Italia).
“Mentre le incertezze sull'impatto dell’AI sull’elemento umano sono diminuite in modo significativo negli ultimi anni, la maggior parte delle aziende sono però ancora indecise su quali modalità di implementazione adottare per ottenere risultati di business significativi e sostenibili", ha sottolineato
Roberto Chinelli, Data & AI Lead Italia di Avanade. "
Oggi la resilienza delle imprese è messa a dura prova e le organizzazioni devono ripensare e accelerare l'integrazione dell'AI per sfruttarne appieno i vantaggi, qualunque sia il futuro. Il nostro strumento per la valutazione dell'AI può aiutarle a intraprendere questo percorso".
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