L'emergenza della pandemia ha spinto le aziende grandi e piccole verso le nuove tecnologie. Ma l'accelerazione è di sistema, non solo una scelta tattica
Un acceleratore dell'innovazione digitale di cui avremmo fatto a meno, per le sue conseguenze generali sulla società. Ma che intanto c'è stato
e di cui quindi è meglio fare tesoro. Questa è l'opinione che un po' tutte le aziende dell'IT che operano in Italia hanno dell'emergenza pandemia. È una visione condivisa anche da
Google, che ha colto il senso del rilancio digitale italiano post-lockdown attraverso varie iniziative. Tra cui in primis un
investimento da 900 milioni di dollari che avrà
importanti impatti infrastrutturali sul nostro Paese.
Alle aziende italiane in questa fase le infrastrutture, fisiche e digitali,
indubbiamente serviranno. In una nazione che ha quasi sempre abbracciato con un certo ritardo l'innovazione, "
È paradossale - commenta
Fabio Fregi, Country Manager di Google Cloud per l'Italia -
che sia servita una emergenza sanitaria a fare quello che nessun innovatore è riuscito a fare in passato... Ora che la pandemia ha messo a dura prova l'economia di interi settori, alcune scelte anche radicali di efficienza sono obbligate". Quelle scelte, almeno in parte, che le aziende italiane non hanno fatto in passato perché non ne sentivano l'urgenza.
Ora lo scenario è cambiato. E Fregi sottolinea che "
questo per i player dell'innovazione rappresenta una grande opportunità". Da cogliere
assecondando i trend che si sono manifestati più nettamente nella fase dell'emergenza. Ma anche con una
visione più trasversale e più a lungo termine.
I trend resi pressanti dalla pandemia sono principalmente il telelavoro e l'ecommerce. Per il
remote working "
La crisi ha reso una priorità gli strumenti che magari alcune aziende già avevano. Chi è riuscito a reagire subito, adesso nella fase meno acuta dell'emergenza si sta strutturando per lavorare genericamente in maniera più flessibile", racconta Fregi. E Google Cloud può contare qualche best practice tra i suoi clienti italiani. Come
FCA, che ha esteso la sua soluzione di collaboration ai propri partner dealer, permettendo loro di continuare a interagire con i clienti. O
Credem, che ha continuato a dare consulenza finanziaria alla clientela attraverso Google Meet.
Per
l'ecommerce vale un ragionamento molto simile. La domanda dei consumatori si è spostata di colpo verso chi poteva soddisfarla online. "
Chi aveva soluzioni di ecommerce ma non in cloud, ha avuto difficoltà a gestire i grandi volumi di richieste che ha ricevuto. Chi non aveva alcun tipo di soluzioni è stato tagliato fuori", commenta Fabio Fregi.
La lezione è stata a quanto pare imparata, almeno così
raccontano i vari operatori del commercio elettronico. Come minimo, il cloud agisce come un abilitatore che permette di affrontare e superare picchi imprevisti nei carichi di lavoro.
Una visione di sistema per Google Cloud
Partire in ritardo nella digitalizzazione è certamente uno svantaggio. Ma significa anche avere meno investimenti tecnologici da proteggere e, in parte paradossalmente,
potersi muovere più velocemente una volta che si è deciso di partire. "
Visto che da noi le grandi aziende e le PMI sono relativamente indietro - conferma Fabio Fregi -
per loro risulta forse più semplice dirsi che non possono che cambiare. E assumere un atteggiamento persino integralista verso il cloud, visti i benefici che porta".
In questo senso l'indicatore più significativo non sta nei trend dell'emergenza ma in
come si muovono le aziende più rappresentative dell'economia nazionale. In questo senso Google Cloud ha realizzato di recente due partnership che hanno indubbiamente peso. Quella con
TIM, che porta tra l'altro alla nascita di
due nuove Region dedicate al mercato italiano. E quella con
Banca Intesa.
"
È significativo che due leader in due settori importanti di mercato abbiano scelto di fare con Google Cloud un loro percorso tecnologico: si tratta di due accordi strategici, non di semplici referenze", evidenzia Fregi. Come è significativo che le due grandi aziende italiane abbiano fatto
idealmente da apripista per i "colleghi" di altre nazioni. Telecom Italia per la spagnola Telefonica, che ha definito un suo accordo con Google Cloud, e Banca Intesa per Deutsche Bank.
Così in un certo senso l'Italia, partita ad handicap, fa quasi tendenza. "
È una delle nazioni che più velocemente sta adottando l'innovazione e il cloud", conferma Fregi. In una
evoluzione di sistema che Google Cloud ora può
intercettare meglio grazie a una capacità di servire le grandi aziende
decisamente superiore che in passato. Frutto delle evoluzioni dell'
era Kurian.
La spinta strategica all'evoluzione digitale tocca tutti i settori.
"Vediamo molta effervescenza nei mercati verticali principali su cui ci focalizziamo: finance, manufacturing, retail, PA", spiega Fregi.
Alcune esigenze sono comuni, come quella di conoscere sempre meglio i propri clienti/utenti o di raggiungerli in maniera multicanale.
Altre sono più specifiche, come la vera e propria corsa all'ecommerce che stanno vivendo i grandi retailer dalla bassa marginalità, che non hanno più gli alti volumi di vendita dei canali fisici. Il cloud - di Google, ma non solo - è
per tutti un complesso sempre più articolato di tecnologie e servizi abilitanti, semmai sta alle aziende definire una propria strada digitale.