Gli operatori investiranno oltre otto miliardi di dollari per le infrastrutture 5G, il doppio del 2019
La perplessità di molti operatori cellulari sulla redditività del
5G sembra essere stata superata. O più semplicemente il 5G è un treno sul quale
nessuno dei grandi nomi può permettersi di non salire. Così gli investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture 5G sono decisamente in crescita. Tanto che secondo Gartner ammonteranno globalmente a
8,1 miliardi di dollari per il 2020. Praticamente il doppio di quanto è stato speso in tutto il 2019.
Ovviamente la cifra
va contestualizzata. Non vedremo gli operatori mobili spostare tutti i loro investimenti lato 5G. Per molte ragioni tutte comprensibili. La prima è che attualmente, e ancora per diverso tempo, molti punteranno su reti ibride 5G-LTE in cui
solo la parte di accesso radio sarà 5G. Non stupisce quindi che nel 2020 si investiranno ancora ben 16,4 miliardi di dollari in infrastrutture 4G/LTE.
Il sorpasso della spesa 5G su quella 4G lo vedremo, secondo Gartner, solo nel 2022. E la quota delle reti "veramente 5G", ossia
5G SA, crescerà lentamente. Secondo gli analisti, nel 2023
solo il 15% dei provider gestirà reti totalmente 5G. Che non si baseranno più in alcun modo sulle infrastrutture 4G. Sempre per il 2023, Gartner stima che il 95% della popolazione sarà coperto da servizi 5G.
Ma non ovunque. Solo in Cina, Nordamerica, Giappone e nei mercati più evoluti della zona Asia/Pacifico. Non è indicato esplicitamente, ma l'Europa appare qualche passo indietro.
D'altronde, come
si sapeva, il mercato 5G oggi è fortemente polarizzato. La metà (49,4%) degli investimenti 2020
è relativa alla Cina. Qui la disponibilità di prodotti infrastrutturali a basso costo e il mandato governativo di far crescere il 5G hanno creato condizioni ideali per gli operatori locali. Le altre nazioni inseguono, anche se magari non troppo da lontano.
Si naviga a vista
Tutto bene, quindi, per il futuro delle reti mobili? Non tutto, se si guarda al totale degli investimenti infrastrutturali in reti wireless.
Comunque il mercato cala del 4,4% tra quest'anno e il precedente. Segno che molti operatori, specie i più piccoli, preferiscono restare alla finestra e operare in maniera conservativa. Un approccio che il probabile
irrigidirsi dello scenario tecnologico-politico non aiuta a modificare.
Gartner sottolinea che si stanno sviluppando approcci, come
OpenRAN, che
permettono una maggiore concorrenza tra vendor di apparati. E quindi una ottimizzazione degli investimenti. Se non proprio la possibilità di pendere meno. Ma a breve-medio termine sembra comunque che il ventaglio dei fornitori potenziali si stia restringendo, non ampliando.
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