Negli ultimi due anni alcune aziende hanno migliorato i processi che accelerano l’adozione della scalabilità delle innovazioni, ma non mancano difficoltà
Sono chiare le conclusioni di un
nuovo report del Capgemini Research Institute: oggi non sono poche
le aziende che puntano sempre di più sull’innovazione, anche se molte fanno fatica a ottenere buoni risultati nella corsa all’implementazione delle nuove tecnologie e le difficoltà nel portare le innovazioni su scala stanno ostacolando la capacità di sfruttarne pienamente l’enorme potenziale.
Il report di Capgemini, dal titolo “
Scaling innovation: what’s the big idea?”, si avvale delle opinioni di oltre 40 dirigenti senior di organizzazioni globali con un fatturato complessivo di oltre 1.700 miliardi di dollari, oltre che di esponenti del mondo accademico, attingendo a concetti chiave, best practice ed esperienze concrete, per indagare
sui motivi per cui la maggior parte delle innovazioni non riesce a essere portata su ampia scala. Nonostante gli investimenti senza sosta,
la capacità di portare le innovazioni su scala resta ancora bassa, tanto che molte aziende non riescono a cogliere i frutti delle grandi scommesse in tema di innovazione. L’impatto e il valore dell’innovazione
si realizzano pienamente solo attraverso la scalabilità e l’implementazione, non con l’ideazione o la sperimentazione. Le aziende che portano su scala e implementano processi innovativi ottengono l’impatto di business desiderato, performance migliori e un vantaggio competitivo duraturo.
L’innovazione e il suo essere di successo su scala sono due elementi distinti e separati, che spesso richiedono mentalità e competenze diverse. Tuttavia sono poche le aziende che effettuano una distinzione tra il front-end dello sviluppo di innovazioni e il back-end della scalabilità delle innovazioni stesse.
Non pensano alla scalabilità come a un’entità separata, una disciplina che si distingue per scopo, requisiti e sfide. Anche se la scalabilità si verifica a valle nel percorso di innovazione, spesso questo avviene troppo tardi e in misura eccessivamente ridotta. Considerando l’innovazione su larga scala come una disciplina a sé stante, le aziende possono coinvolgere team o singoli individui più focalizzati su sostenibilità e fattibilità dell’innovazione fin dall’inizio della fase di ideazione.
Il
Covid-19 ha accelerato l'innovazione in numerosi settori, costringendo le aziende a rivedere il proprio approccio all'innovazione su larga scala. Le organizzazioni devono garantire che l’accelerazione dei nuovi approcci non perda vigore, rendendo possibile l’applicazione a lungo termine degli insegnamenti tratti dal periodo pandemico. In questo periodo di crisi, le aziende hanno fatto passi significativi per affrontare la burocrazia, snellire i processi, ristrutturare la forza lavoro e responsabilizzare i manager della prima linea. Di conseguenza, alcune aziende sono state in grado di accelerare le iniziative degli ultimi due anni riguardanti la scalabilità delle innovazioni. Le aziende dovrebbero ora
sfruttare questo slancio per capire come superare alcune delle tradizionali sfide di governance che ostacolano la scalabilità, per esempio permettendo ai migliori talenti di concentrarsi sui problemi o superando gli ostacoli burocratici e i silos organizzativi.
Massimo Ippoliti,
Chief Technology & Innovation Officer di Capgemini in Italia, commentando i risultati del report, ha affermato:
“La scalabilità dell’innovazione deve essere trattata come una disciplina specifica all’interno del ciclo di vita dell’innovazione, essendo questa molto diversa dalle altre. Presenta infatti una sua serie di sfide che sono meglio affrontate da organizzazioni dedicate e potenzialmente differenti da quelle orientate alle fasi di ideazione; la scalabilità richiede infatti mentalità e competenze originali e talvolta differenti da quelle creative. Mettendo in atto un’adeguata governance del processo di innovazione e costruendo una cultura che incoraggia la scalabilità, le aziende possono portare velocemente le innovazioni a impattare in modo efficace i mercati, sviluppando differenziali competitivi sostenibili”.
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