OVHcloud si rafforza nel ruolo di principale cloud provider europeo e punta su una strategia "open": ecosistema e tecnologie aperte per conquistare i clienti
Il cloud è un gioco per pochi,
sembrano dire i numeri. Ma queste tendenza potrebbe essere contrastata, almeno in Europa, dalla
sempre maggiore attenzione alla sovranità dei dati. Anche se i grandi nomi statunitensi del cloud stanno investendo in infrastrutture locali europee, resta il fatto che - anche per questioni di normative - molte aziende del Vecchio Continente guardano con crescente interesse alle
offerte dei player europei e persino nazionali. Per chi sposa questa tendenza e la combina con i giusti investimenti in tecnologia, si presenta una importante opportunità di mercato.
OVHcloud (già OVH, per chi conosce il provider da qualche tempo) sta seguendo esattamente queste strada per arrivare a confrontarsi con i giganti statunitensi del cloud. È un confronto che
si vedrà meglio nel corso del 2021 e verso cui il provider francese si avvia quantomeno con i buoni auspici degli analisti. Per IDC sta arrivando ad essere un "major player" del cloud pubblico infrastrutturale. Certo dietro ai soliti noti d'oltreoceano, ma pur sempre come principale - meglio, unico - player europeo e in una posizione a cui ambirebbero provider anche più noti e di maggiori dimensioni.
In questa crescita molto ha giocato la capacità di OVHcloud di estendere la propria proposta iniziale - servizi cloud aperti e basati su standard -
verso il concetto più strutturato di Open Trusted Cloud. Il passaggio non si vede solo nella natura dei servizi offerti ai clienti ma soprattutto nella capacità di OVHcloud di spingere l'idea di un nuovo cloud europeo, anche trans-nazionale, pensato per le necessità degli utenti continentali. Il progetto franco-tedesco
Gaia-X è un po' il cuore di questa visione: l'idea di un "sovereign european cloud" che si estende man mano a varie nazioni attraverso la collaborazione tra operatori. L'
alleanza tra OVHcloud e T-Systems è in questo senso la principale, al momento, ma altre arriveranno.
Alain Fiocco, CTO di OVHcloudAvere una visione strutturata ed etica del cloud europeo è un punto di forza, ma non basta. Bisogna anche fare leva sulle tecnologie più opportune e proporre i servizi che i clienti richiedono. "
Proprio per aumentare il valore delle nostre soluzioni - spiega
Alain Fiocco, CTO di OVHcloud -
siamo partiti dall'analisi dei casi d'uso che maggiormente vengono richiesti dai clienti per arrivare a una riprogettazione della nostra infrastruttura".
Il cloud deve restare aperto
Il segnale più importante che OVHcloud ha colto nello sviluppo recente dei suoi servizi e della sua piattaforma è legato alla
necessità di apertura dell'infrastruttura cloud. Apertura perché i clienti cercano piattaforme in grado di integrarsi, velocemente e senza incompatibilità, con le soluzioni che già usano o che intendono adottare. Una esigenza che si sposa bene con il
concetto di ecosistema che il provider francese porta avanti da tempo, tra partnership con vendor tecnologici, collaborazioni con startup e scaleup, sviluppo di un marketplace di soluzioni di terze parti immediatamente attivabili.
Un secondo segnale recepito riguarda la domanda di configurazioni veloci da attivare, ben pre-configurate e adatte a cari scenari d'uso. OVHcloud ha tradotto questa richiesta in una
riorganizzazione dell'offerta bare-metal, tutta basata su piattaforma VMware. La gamma comprende oggi le configurazioni
Essentials, pensate per le PMI, e le nuove
Scale e
High-Grade. Queste sono pensate per le aziende di maggiori dimensioni che vogliono creare ambienti per casi d'uso specifici, tra cui in primo luogo di iperconvergenza, virtual desktop, HPC, machine learning.
Sono più orientate agli ambienti di
cloud ibrido le novità introdotte per i servizi di
hosted private cloud. Gli ambienti di fascia alta Hosted Private Cloud Premier, lanciati
di recente, sfruttano l'offerta tecnologica dei partner OVHcloud per dare prestazioni elevate e sono
certificati secondo gli standard di affidabilità di diversi settori verticali, dal Finance alla Sanità. OVHcloud ha anche potenziato le opzioni di
interconnessione tra i suoi data center e quelli dei clienti, sempre nella logica di semplificare la creazione di infrastrutture di cloud ibrido.
Lato cloud pubblico, la stratega ora è potenziare l'offerta di servizi collegati agli ambiti di maggiore interesse per gli utenti. Uno degli obiettivi principali è "
democratizzare AI e machine learning", sottolinea Fiocco. Ci sono opportunità di utilizzo delle tecnologie cognitive in qualsiasi settore di mercato, bisogna però da un lato "
rendere l'AI davvero production grade" e dall'altro renderla più accessibile "
così che ad esempio un data scientist possa attivare un modello di machine learning senza doversi preoccupare della tecnologia sottostante, per poi semplicemente pagare a consumo le risorse IT che ha utilizzato".
John Gazal, VP Southern Europe e Brasile di OVHcloudTutto questo sarà possibile attraverso un nuovo servizio -
AI Training - che affianca altri già offerti in precedenza, come Data Processing per la preparazione dei dati e ML Serving per la distribuzione dei modelli addestrati n produzione. La parte di AI sfrutterà poi un generale
potenziamento delle opzioni storage di OVHcloud, sviluppate anche grazie alle acquisizioni di OpenIO ed Exten.
Riflessi italiani
Quello che OVHcloud ha definito genericamente per il suo futuro vale anche in particolare per il mercato italiano, spiega
John Gazal, VP Southern Europe e Brasile della società. Le priorità per il 2020 sono state lo sviluppo dell'ecosistema dei partner e delle soluzioni specifiche per le PMI e la Pubblica Amministrazione. E l'anno potrebbe concludersi con la
certificazione AgID, che è stata richiesta lo scorso settembre.
I prossimi mesi e il 2021 vedranno l'arrivo in Italia delle novità annunciate e di offerte che sono già presenti altrove, come il marketplace delle soluzioni SaaS di terze parti. Importante sarà anche
il rilancio del Partner Program, per lo sviluppo del canale, e dello Startup Program, per la scoperta di nuove imprese tecnologiche rilevanti. Saranno a disposizione delle imprese italiane anche
tutte le novità legate ai servizi per l'AI, con l'obiettivo di conquistare utenti tanto nelle piccole quanto nelle medio-grandi imprese.
Infine, ci sono buoni segnali per lo sviluppo del modello del cloud europeo anche in Italia. "
È importante notare che su circa 130 entità che hanno richiesto l'accesso a Gaia-X, quasi 25 sono italiane", spiega Gazal. Un sintomo che il concetto della data sovereignity
conta anche da noi e che Gaia-X non viene più percepita come un grande provider che potrebbe mettere in secondo piano le realtà locali.