Risponde Giulio Covassi, Fondatore e CEO di Kiratech
In base alla vostra esperienza sul mercato, come pensate abbia reagito la PA al repentino mutamento di scenario? Nel 2020, soprattutto a causa del lockdown, il Governo italiano ha capito l’importanza della digitalizzazione nell’amministrazione pubblica. Ciò ha portato a una rivalutazione degli strumenti utilizzati, con il fine di adottare infrastrutture IT moderne e servizi digitali più veloci e performanti. Sicuramente la Pubblica Amministrazione, e in particolare la PA centrale, ha preso coscienza della contingente necessità di adottare soluzioni cloud, accelerandone quindi i processi di implementazione. Quali vedete come sfide prioritarie per la Pubblica Amministrazione centrale e locale per il 2021? Un primo obiettivo da raggiungere per la Pubblica Amministrazione Centrale è sicuramente prendere parte al progetto Gaia-X, proposto dalla Comunità Europea. In questo modo anche l’Italia potrà rendersi protagonista, insieme a Germania e Francia, della costituzione di una sovranità per quanto concerne il cloud europeo e i dati in esso contenuti. Il secondo obiettivo è quello di passare da un modello quantitativo a uno sviluppo di software di qualità attraverso tecnologie, infrastrutture e metodologie moderne. Quali sono i principali elementi che possono differenziare nel nuovo scenario le esigenze della PA rispetto al comparto privato? Ciò che attualmente differenzia la Pubblica Amministrazione dal comparto privato è il processo di selezione del partner tecnologico. Nel privato le aziende si affidano al fornitore maggiormente specializzato e flessibile, in ambito pubblico la scelta è spesso dettata da faraonici bandi gara, che rallentano le fasi di approvvigionamento e quindi il time to market progettuale. La scelta di un partner più piccolo ma verticale può comportare costi iniziali più alti, ma compensati da competenze e qualità nettamente maggiori che nel lungo periodo possono addirittura far diminuire il costo complessivo del progetto. Kiratech, nata nel 2005 a Verona come system integrator specializzato nella virtualizzazione del data center per le aziende pubbliche e private del mercato italiano, conta a oggi un team di 45 persone e agisce da Cloud Native Solution Provider, aiutando le aziende a colmare il “cloud native gap”, ossia il debito tecnico tra il classico IT (mainframe e sistemi open) e il cloud native attraverso servizi professionali, formazione, rivendita di software e servizio gestito (MSP).
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