Vertiv presenta l'offerta per il raffreddamento dei datacenter, che può concorrere a renderli più efficienti e sostenibili.
Le
tecnologie per il raffreddamento dei data center stanno diventando sempre più importanti per la necessità in continua crescita di espansione dei data center stessi, ma anche perché le soluzioni di ultima generazione consentono
l'ottimizzazione dei consumi in un'ottica di sostenibilità.
Vertiv, storicamente impegnata in questo settore, ha presentato un'offerta articolata, ideata per gestire le temperature sia nei piccoli datacenter sia in quelli molto estesi.
Il punto di partenza è che le esigenze di raffreddamento si sono evolute di pari passo con l'ampliamento delle strutture. Fino al 2015 era sufficiente agire sul perimetro dei data center, che presentavano una superficie contenuta, quindi facilmente gestibile.
Nel lustro successivo, che sta per concludersi, si è assistito al
consolidamento dei grandi datacenter, sulla scia della
diffusione del cloud, dell'incremento della domanda IT, della crescente richiesta di applicazioni di machine learning, che richiedono più prestazioni e quindi concorrono a produrre più calore. Invece che raffreddare il perimetro si è passati a raffreddare tutto il building con unità AHU (Air Handling Unit), ossia unità di trattamento dell'aria.
Il 2020 è un anno importante perché costituisce il punto di rottura fra il passato e un futuro in cui il raffreddamento dei data center sarà affidato al liquid cooling. Sarà un passaggio graduale, che vedrà la diffusione sul larga scala della nuova tecnologia non prima del 2024. E che necessita di passaggi intermedi importanti perché il mercato al momento non è pronto.
Standardizzazione e sostenibilità
In Europa la crescita dei data center è particolarmente evidente, con il consolidamento dell'enterprire market e una crescita costante del cloud e dei service provider. La cattiva notizia è che i consumi dei data center sono altissimi, e che sono necessari
interventi di ottimizzazione e di efficientamento delle strutture. Vertiv reputa che sia necessario mettere mano all'integrazione con i building, alla massimizzazione dell'efficienza e alla riduzione del rumore. Roberto Felisi, Senior Dorector, Global Offering Management Core Systems di Vertiv, ha spiegato la proposta dell'azienda.
Si parte con
Direct Expansion, che include soluzioni indirizzate a piccoli datacenter che dispongono di spazi e risorse limitati. Parliamo di una tecnologia consolidata e modulare, che si può espandere in funzione delle necessità. I punti di forza di queste soluzioni sono che non c'è bisogno di ampi spazi da allocare all'impianto di raffreddamento, l'installazione è semplice, i costi sono bassi e sono in grado di far ottenere ai clienti le temperature richieste. In questo gruppo, la soluzione più efficiente è quella
freecooling di Libert PDX, che è attualmente la più usata nei datacenter e che, nel caso di Vertiv, permette un risparmio del 15%.
Per i medi e grandi data center Vertiv ha invece a catalogo le soluzioni
Chilled Water. Sono le più nuove, assicurano la massima efficienza di raffreddamento e funzionano anche nelle condizioni più critiche. Per questo sono particolarmente indicate per i datacenter per applicazioni critiche. Un esempio di questi prodotti è Libert OFC, che sfrutta un compressore a levitazione magnetica e altre tecnologie innovative per fornire un sistema silenzioso, oltre che più duraturo nel tempo.
Per i data center particolarmente vasti e costruito da zero Vertiv ha realizzato le soluzioni
Outdoor Large Package Systems. Sono caratterizzate da grandi strutture esterne per minimizzare l'occupazione interna di spazio.
Lavorano ad acqua, con compressore, evaporatore e condensatore per mantenere sempre una temperatura prossima a quella ideale impostata. Ne è un esempio Liebert DSE 400, che in caso di temperature esterne sufficientemente basse riesce a lavorare in freecooling per consumare meno e assicurare un'elevata efficienza.
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