Le riflessioni di Gianni Anguilletti, VP Med Region, Red Hat, sull’anno appena partito, alla luce di ciò che è successo nell’anno appena archiviato. Uno sguardo agli abilitatori tecnologici che guidano l’innovazione digitale e la risposta Red Hat
Il
2020 si è rivelato un anno senza precedenti sotto molti aspetti, un anno in cui
la tecnologia ha confermato il suo ruolo sempre più cruciale nella vita personale e professionale di ognuno di noi. La pandemia ha spinto gli utenti ad adottare
abitudini ancor più digitali, e le organizzazioni hanno dovuto adeguarsi, modificando i loro processi di business in modo da garantirsi operatività e competitività anche in ottica futura.
Cosa ci porterà sotto questo aspetto questo 2021? Quali trend si affermeranno nel corso dei prossimi dodici mesi? Ne parliamo con
Gianni Anguilletti, VP Med Region, Red Hat.
Obiettivi di business sempre più chiari e definiti
Come racconta Anguilletti, nel corso dell’anno Red Hat ha condotto una serie di analisi sui propri clienti che hanno identificato una serie di
tendenze importanti, già riscontrate nel 2020, che con ogni probabilità si confermeranno anche nell’anno che sta per iniziare.
“Le organizzazioni ambiscono a raggiungere i propri obiettivi per mezzo di iniziative mirate a: fare innovazione in azienda, non solo a livello di prodotti o servizi ma soprattutto di processi operativi; conquistare quote di mercato, migliorando la customer experience e facendo leva sui canali digitali, sempre più praticati dai clienti; sconfiggere la concorrenza delle cosiddette 'digital first companies', facendo tesoro del proprio patrimonio di competenze; spingere l’automazione di processi verso nuove frontiere - quindi non solo per l’abbattimento di tempi e costi di attività ripetitive ma anche per garantirsi la business continuity e realizzare interazioni più intelligenti; ridurre il time-to-market, nell’ottica di portare prodotti e servizi sempre più tempestivamente al mercato”, afferma il manvger.. Tutte iniziative che, come dice Anguilletti, non solo rappresentano delle sfide impegnative già singolarmente, ma addirittura diventano quasi divergenti quando si intende perseguirne più di una.
Il ruolo strategico dell’IT
Per la loro implementazione
l’IT viene sempre più visto come abilitatore strategico e non solo come erogatore di servizi a supporto del business:
“Il 2021 porterà un’ulteriore accelerazione nei processi di digital transformation già in atto, che promettono di modificare anche radicalmente l’essenza stessa delle strutture aziendali, aggiungendo dinamismo, flessibilità e resilienza”, afferma Anguilletti. Non a caso, secondo l’European IT Buyer Sentiment Surveys, IDC, quasi due terzi delle organizzazioni europee manterranno inalterati, o addirittura incrementeranno, i loro investimenti in Information Technology, pur in una congiuntura macroeconomica tutt’altro che favorevole.
Gianni Anguilletti, VP Med Region, Red HatGli abilitatori tecnologici che guidano l’innovazione digitale
Nel momento in cui le aziende hanno ben chiara la necessità di continuare a innovare per mantenere – o migliorare – la propria competitività nonché il ruolo fondamentale della tecnologia in questo esteso processo di trasformazione digitale, occorre
prestare la massima attenzione agli abilitatori tecnologici che giocheranno il ruolo più concreto in questo passaggio:
“Le interazioni con i nostri clienti hanno evidenziato come vi siano alcuni paradigmi da cui le aziende non possono prescindere per disegnare il loro futuro in modo più efficace: Multi-Cloud, unitamente ai Containers, per garantirsi maggiore flessibilità e agilità nello sviluppo e nell’erogazione di applicazioni e servizi; Big Data, Intelligenza Artificiale, Machine Learning: per trasformare le enormi quantità di dati che le organizzazioni producono e raccolgono continuamente in informazioni utili al business, in modo da poter creare efficienza e competitività; Programmable Infrastructures: la possibilità di poter programmare e riprogrammare i componenti del Data Center per poter erogare tutto in modalità as-a-service, in modo più tempestivo e più vicino alle reali necessità degli utenti; Edge Computing: ovvero la capacità di spostare la potenza di calcolo e quindi l’erogazione di servizi nel punto più vicino possibile alla loro fruizione, guadagnando in termini di tempo e performance; 5G: con le sue prestazioni e la sua capillarità sarà il telaio portante sul quale innestare tutte le tecnologie appena citate", spiega Anguilletti.
I fattori critici da prendere in considerazione
Come evidenzia il manager, la matrice composta da obiettivi di business e tecnologie abilitanti si completa con una serie di
fattori critici che vanno considerati per garantire ritorni in line con le aspettative e le esigenze delle aziende:
Sicurezza, la necessità di essere always-on, always-connected porterà con sé l’imperativo di rivedere i propri processi in ottica di security by design, ovvero con la sicurezza alla base – ora più che mai con infrastrutture IT che risultano sempre più disperse e remotizzate e quindi ancora più soggette ad attacchi e potenziali criticità di funzionamento;
Portabilità, la possibilità di poter spostare un carico di lavoro o applicazione da una certa piattaforma ad un’altra, a prescindere dalla sua tipologia, in qualsiasi momento e senza alcun decadimento di servizio;
Multi-Cloud Management, tanto più fondamentale quanto le organizzazioni sceglieranno cloud providers differenti e architetture ibride;
Automazione estesa, intesa come la capacità di automatizzare i processi di business e non solamente operazioni ripetitive di basso livello;
Integrazione rapida ed efficace di dati e processi, per moltiplicare gli effetti positivi dell’automazione a ogni livello.
“Gli elementi citati finora però potrebbero non bastare per una reale rivoluzione digitale dell’organizzazione. Infatti, la tecnologia da sola potrebbe rivelarsi insufficiente se non accompagnata da un’evoluzione in termini di cultura aziendale, da una maggior collaborazione tra IT e business e dall’adozione di pratiche più agili. Da qui una riscontrata maggior consapevolezza sul fatto che i benefici della trasformazione digitale possono essere amplificati da un’evoluzione organizzativa altrettanto significativa”, chiarisce Anguilletti.
La value proposition di Red Hat
A fronte dello scenario complesso e articolato sopra delineato,
Red Hat risponde con un’offerta ricca e flessibile, in grado di rispondere alle necessità tecnologiche e di business delle organizzazioni che intendono portare il loro business nel futuro, senza rinunciare a benefici concreti e misurabili già nel breve termine. I
pilastri su cui si basa l’offerta Red Hat in ottica di trasformazione digitale sono:
- Framework per lo sviluppo di applicazioni moderne, integrate ed integrabili, containerizzate e basate su microservizi, che possono sfruttare nuovi paradigmi come AI, ML, Serverless, Edge Computing, IoT, AR / VR
- Tecnologie per la costruzione di infrastrutture cloud ibride e aperte, che permettano di ottenere i benefici organizzativi ed economici del cloud senza scendere a compromessi né sulla gestione né sulla sicurezza
- Strumenti di gestione e automazione di infrastrutture informatiche e processi, per migliorare le prestazioni aziendali e garantirsi flessibilità e resilienza
- Servizi consulenziali che possono permettere il salto necessario da un punto di vista organizzativo in termini di agilità, collaborazione e cultura.
“Il tutto facendo leva sul modello open source, che da sempre guida le strategie e l’operato dell’azienda, e che recentemente ha fatto vedere in modo ancor più evidenti i suoi benefici su tutti i livelli. Flessibilità, libertà di scelta e innovazione sono elementi che una condivisione continua ed estesa delle competenze permette di accrescere ulteriormente e mettere al servizio di tutti, per un progresso che sia davvero universale”, conclude Anguilletti.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
ImpresaCity.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.