Il "deplatforming" di Trump prima e Parler poi ha scatenato un dibattito importante. Che, estremizzando, potrebbe riguardare anche le imprese.
Va considerato complessivamente come un buon segno il fatto che il "silenziamento" di Donald Trump sui social network abbia scatenato un dibattito
sulla opportunità del gesto. Dibattito che è stato ed è ancora parecchio
più al di qua che al di là dell'Atlantico, in parte per ovvie ragioni di sensibilità diversa sul tema. Che non è solo eminentemente politico e legato all'impatto dei social network. In realtà ha
risvolti potenzialmente interessanti anche per le imprese. Se associamo al caso-Trump quello, in effetti direttamente collegato, del "deplatforming" di Parler.
Parler, come ormai abbiamo imparato anche dai quotidiani italiani, è un social network di nicchia che è stato rapidamente
colonizzato dalla destra alternativa americana. Silenziati sui social network principali, i sostenitori degli "alternative facts" hanno trovato in Parler uno spazio dove riunirsi. Per poco, dato che quasi subito dopo l'attacco a Capitol Hill, i grandi nomi dell'IT (Apple, Google, Amazon...) hanno sostanzialmente
messo fuori uso il network. Le sue app mobili sono state eliminate da Google ed Apple, AWS ha smesso di fornire l'hosting del servizio. Fine, per ora ma probabilmente per sempre, della storia.
Il nocciolo del dibattito su Trump e i social network è che - per principio, anche se entro certi limiti - ognuno ha diritto di esprimere la propria opinione. Il dibattito è interessante, ma non ha un collegamento diretto ai temi che trattiamo qui, ossia l'IT dal punto di vista delle imprese.
Il deplatforming di Parler invece sì, anche se estremizzando la questione.
Amazon ha di fatto staccato la spina a Parler per i contenuti che ospitava. Che violavano i suoi termini di servizio e costituivano - testualmente - "
un rischio molto reale per la sicurezza pubblica". Senza, secondo AWS, che Parler stesse a quanto pare mettendo mano al problema. Nessuno vuole essere accusato di sostenere estremisti che potrebbero organizzare azioni pericolose, quindi la chiusura di Parler è stata
salutata come una buona notizia. E per molti versi lo è.
Per altri versi, invece, è una notizia che lascia perplessi: per anni tutti i social network si sono presentati - e difesi da molte accuse - affermando di
essere solo "piattaforme". Senza ammettere responsabilità sui contenuti che vi venivano postati. Se oggi è chiave la pericolosità dei contenuti e delle discussioni su Parler - che esiste, senza dubbio - ieri avrebbe dovuto esserla quella di
miriadi di contenuti e discussioni su Facebook e compagnia. Tanto per dire: in Italia non ha mai avuto molta rilevanza, ma negli USA il tema dello stress traumatico dei moderatori (contractor, peraltro) di Facebook è una
collezione di storie dell'orrore.
Più in astratto, consideriamo la vicenda da un altro punto di vista. Parler è una generica realtà che offre un suo servizio,
messa fuori mercato da un suo fornitore essenziale (AWS) che ha stabilito, per regole proprie, che quel servizio è inopportuno. Anche se si è d'accordo con la decisione,
è facile vedere il rischio che comporta accettarla e passare oltre, senza ragionarci su. Soprattutto perché il fornitore in causa è il principale cloud provider mondiale.
Pensare che un provider come AWS possa "deplatformizzare" una generica impresa disattivando senza validissimi motivi i servizi che le fornisce è, oggi,
davvero un esercizio di immaginazione. Ma il punto è che teoricamente la cosa è possibile. E recuperare da un evento del genere sarebbe, per la gran parte delle aziende, davvero difficile. Certo sono in gioco regole, termini di servizio, contratti, leggi internazionali. Basterebbero? E quale elemento avrebbe la precedenza su quali altri?
Dare una risposta univoca appare difficile.
Andiamo verso un futuro prossimo in cui la maggioranza dei processi critici di una impresa sarà gestita da realtà esterne all'impresa stessa. Sappiamo che questa è una potenziale vulnerabilità, ma la associamo solo al rischio di eventuali malfunzionamenti dei cloud di Google, Microsoft e compagnia. Cose che, insomma, possono succedere. Il caso estremo di Parler dovrebbe invece farci riflettere sulla
necessità di regole più chiare sulla latitudine di manovra dei grandi provider.
Regole accettate ovunque, senza ambiguità o aree grigie. Per evitare - è anche quello il ruolo delle normative - ciò che ora sembra non possa accadere mai.