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RISE with SAP: la business transformation è as-a-Service

La digitalizzazione non è solo acquistare soluzioni o passare al cloud: con RISE with SAP la software house tedesca vuole coprirla a tutto tondo

Cloud
Nonostante sia nella mente di tutti i CIO e IT manager, il passaggio al cloud non è mai una cosa semplice. Soprattutto perché non è la sola trasposizione nella nuvola di quello che si sta già facendo: il cloud serve a fare di più, di meglio e più rapidamente. Non è solo acquistare risorse e servizi as-a-Service: è rivedere i propri processi per digitalizzarli e trasformarli. Qui nasce il problema, per i vendor tecnologici: la "cloudification" richiede componenti tecniche, consulenziali, infrastrutturali, organizzative, persino culturali. E troppo spesso è l'azienda in fase di cloudification che le deve mettere insieme. RISE with SAP è l'approccio con cui SAP vuole eliminare questo ostacolo.

In estrema sintesi, RISE with SAP è un'altra offerta "aaS". Non di risorse IT o di applicazioni ma, più completamente, di Business Transformation as-a-Service (è così che la chiamano anche in SAP stessa). L'idea è quella di impacchettare tutto quello che serve per la digitalizzazione ed offrirlo sotto forma di un abbonamento. Dove "tutto quello che serve" comprende anche elementi che normalmente non si associano del tutto ad una software house. In primo luogo servizi di analisi e reingegnerizzazione dei processi di business e componenti infrastrutturali di basso livello.

SAP intende presentarsi come interlocutore unico per la generica business transformation delle aziende. Per questo RISE with SAP si basa su tre pilastri complementari, a partire da una prima fase di analisi e redesign dei processi della singola azienda cliente. Il punto di partenza in una buona Digital Transfomation, d'altronde, è analizzare lo stato dei processi di business per capire cosa conviene digitalizzare e come. A questo servono le competenze che SAP già possedeva, ma soprattutto serve l'acquisizione di Signavio, specializzata proprio nel campo della Business Process Intelligence. SAP e Signavio già collaboravano, ora le competenze della seconda confluiranno nella business unit BPI della prima.
rise with sapIl compito principale della componente di BPI è in sintesi definire i tre elementi essenziali di ogni percorso: a che punto si è, dove si vuole arrivare, seguendo quale strada. In questo senso il passaggio al cloud diventa un insieme di passi successivi e soprattutto personalizzati in base al proprio stato di evoluzione digitale. In RISE with SAP, le attività di analisi e redesign dei processi servono a definire questi passi, a partire dalle specifiche caratteristiche dei singoli clienti.

SAP mostra chiaramente di considerarsi un interlocutore preferenziale nella rivisitazione dei processi aziendali, poiché può mettere insieme competenze ed esperienze a vari livelli e per vari mercati. L'analisi dei processi non è quindi una analisi astratta ma molto legata al concreto delle best practice e dei benchmark più vicini all'azienda che si sta digitalizzando. La competenza tecnologica porta poi a capire come e quanto adottare, nella digitalizzazione di un processo, elementi di automazione e di intelligenza artificiale.

Dal punto di vista strettamente tecnologico, la fase di Business Process Intelligence arriva a definire da dove si parte (lo stato iniziale applicativo e infrastrutturale dell'IT) e dove si vuole arrivare (la cloudification, più o meno ibrida a seconda del cliente). Tradotto in pratica: cosa serve cambiare e come, attraverso quali servizi e piattaforme as-a-Service. Il che si traduce negli altri due pilastri dell'offerta RISE with SAP: i servizi tecnici per la migrazione dell'esistente e le piattaforme cloud per abilitare quella che da tempo SAP chiama Intelligent Enterprise. Quindi la SAP Business Technology Platform, SAP S/4HANA Cloud e la SAP Business Network.

RISE with SAP: una spinta alla crescita

RISE with SAP può apparire come una delle tante riorganizzazioni dell'offerta che i vendor mettono in campo per rilanciare il proprio business. Quelle in cui le componenti di base non cambiano, cambia solo il look della metaforica scatola che le contiene. E in effetti SAP non sta lanciando componenti tecnologici nuovi, a livello di prodotti o funzioni, se si escludono la citata acquisizione di Signavio e una maggiore integrazione con Microsoft Teams in tutte le sue piattaforme.

Eppure è evidente lo sforzo che la casa tedesca sta mettendo in campo per favorire il passaggio al cloud delle aziende, compresi in primo luogo i suoi clienti storicamente affezionati all'on-premise. Il CEO Christian Klein sta mettendo in atto una strategia fortemente mirata alla crescita del business cloud - una mossa necessaria, visti i risultati non sempre esaltanti in questo senso - e focalizzata sia sulla semplificazione lato utente sia sulla personalizzazione dei percorsi di passaggio al cloud.
foto sven deneckenSven Denecken, Senior Vice President, COO S/4HANA e Head of Product Success di SAPPer molte imprese il vantaggio di RISE with SAP starà proprio in questi elementi, che però richiedono anche a SAP un bel salto organizzativo e culturale. "È una trasformazione anche per SAP - ammette Sven Denecken, Senior Vice President, COO S/4HANA e Head of Product Success di SAP - ma non l'avremmo lanciata se non fossimo già stati preparati, ad esempio già dallo scorso anno la parte servizi e la parte prodotti lavorano in maniera integrata, e se non avessimo già coinvolto l'ecosistema dei partner".

Nel nuovo scenario, SAP agirà come interlocutore unico nel rispondere alla domanda oggi chiave ma anche potenzialmente molto generica dei clienti: "come faccio a passare al cloud?". Questo significa che la casa tedesca risponderà per tutti gli aspetti della business transformation in/verso il cloud e non più solo per le sue piattaforme. Significa essere unico punto di contatto anche per integrazioni software, estensioni delle piattaforme, personalizzazioni, connettività, componenti degli hyperscaler come AWS o Azure. E da un così grande potere - per parafrasare l'Uomo Ragno - derivano grandi responsabilità. Ed anche qualche rischio.

Il salto a RISE with SAP

l primo rischio che SAP ha deciso di correre è presentare concretamente una nuova proposizione di sé stessa. Da fornitore tecnologico di piattaforme e prodotti sulla cui qualità alla fine c'erano pochi dubbi - paradossalmente oggi un problema per SAP, dato che proprio per quella qualità molti clienti on-premise non sentono la spinta del cloud - a partner a tutto tondo per la business transformation. Il che da un lato garantisce a SAP un rapporto a lungo termine con il cliente (perché la business transformation è un processo continuo, non un progetto puntuale), dall'altro però impone a SAP di portare costantemente un valore visibile e misurabile. Anche per componenti che non sono direttamente sotto il suo controllo.
klein rise with sapSecondo rischio: in RISE with SAP la software house tedesca va in inevitabile sovrapposizione con alcuni suoi partner. Con quanti e in che grado, e soprattutto con che conseguenze, al momento è difficile dirlo. Non a caso il lancio di RISE with SAP avviene mettendo in evidenza l'appoggio di molti grandi nomi dell'ecosistema SAP, a partire dalle grandi realtà della consulenza e della system integration. Per le realtà più piccole "ci sono ugualmente molte opportunità", sottolinea Sven Denecken.

Ad esempio perché "non tutti i partner hanno la copertura per operare a livello globale", spiega Denecken, e in questo SAP oggi fa da capofila per clienti anche molto articolati. Ma anche perché il nuovo approccio SAP "dà accesso a più componenti da mettere in campo, anche in una logica project-based, e più in generale permette ad un partner di proporsi ai clienti da angolazioni diverse rispetto a quelle proprie tradizionali". D'altro canto la business transformation è una evoluzione costante che richiede sempre più competenze, quindi i partner capaci hanno lo spazio per muoversi "sopra" l'offerta SAP.

SAP ha già un centinaio di clienti-pilota con cui ha ottimizzato RISE with SAP ed è evidentemente ottimista sulla nuova proposizione. Certo di questi tempi quella della estrema semplificazione - SAP promette tra l'altro di migrare al nuovo modello le licenze che i clienti già possiedono - è una carta "pesante", se ben giocata. E per le aziende che decidono di accettare un legame davvero profondo e duraturo con SAP può fare la differenza. Di sicuro per SAP è così: un rapporto a lungo termine basato su un modello ad abbonamento è un "game changer del mercato", commenta Sven Denecken. Ed è in fondo sulla scia della promessa originaria del cloud: semplificare le complessità della Digital Transformation.
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