Confcommercio: "Disinnescare insidia rassegnazione. Consumi e investimenti non ripartono, anche in ragione del perdurare dei vincoli all’attività economica".
"Sotto la superficie piatta della stabilità dei climi di fiducia si cela una pericolosa stanchezza di famiglie e imprese dopo quasi un anno di pandemia. Consumi e investimenti non ripartono, anche in ragione del perdurare dei vincoli all’attività economica. Incertezza e sfiducia permangono come si vede dal confronto esteso a periodi superiori al mese": questo il commento dell’
Ufficio Studi di Confcommercio ai dati
diffusi dall’Istat.
"Rispetto a settembre 2020 – continua la nota -
l’indice di fiducia dei consumatori è sotto di 14 punti percentuali, quello complessivo delle imprese di 3,4 punti mentre quello specifico per il settore turistico a gennaio è ancora inferiore di quasi il 38% rispetto a cinque mesi prima. Nello stesso periodo,
la riduzione dell’indice del clima di fiducia delle imprese della distribuzione tradizionale
è calato del 15%. Pertanto, la stabilità dei dati mensili è una pessima notizia.
"In quest’ottica – conclude l’Ufficio Studi - è fondamentale
delineare, chiaramente ed in tempi rapidi,
uno scenario di sviluppo del Paese per i prossimi anni, anche per disinnescare l’insidia della rassegnazione che mina le prospettive di ripresa a breve, con o senza le ingenti risorse europee in procinto di giungere all’Italia".
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