I colocation provider devono partecipare al dibattito sulla sostenibilità. E definire una strategia concreta per il loro lato green.
Quando si tratta di
sostenibilità ambientale e di consumi energetici, il ruolo che l'IT riveste - e soprattutto che intende rivestire in futuro - è da tempo sotto i riflettori. Elaborare dati consuma energia, è evidente. E sempre più spesso ci si chiede quanto l'impatto ambientale delle varie "forme" dell'
odierno computing sia bilanciato da benefici concreti.
Il punto da tenere presente - spiega
Chad McKenna, Senior Manager - Energy & Sustainability Services di Schneider Electric - è che siamo alla convergenza di tre macrotrend:
digitalizzazione, decarbonizzazione, decentralizzazione. E sono tre macrotrend che si combinano fra loro. Ovviamente le nuove forme di digitalizzazione portano ad un aumento dei consumi energetici - pensiamo al caso limite del cryptomining, un incubo dal punto di vista dell'efficienza energetica - ma le dinamiche sono anche più articolate. Ad esempio l'utilizzo crescente delle rinnovabili aiuta la
decentralizzazione della produzione energetica, consentendo la progettazione di microgrid in cui il ruolo di produttore e consumatore di energia si combinano.
Parallelamente, ed è un elemento altrettanto importante, il tema della sostenibilità
è entrato a far parte dell'agenda non solo dei cittadini e delle istituzioni, ma anche delle aziende. Tanto da essere diventato un'opportunità: le aziende sostenibili performano meglio della concorrenza, è più facile che adottino soluzioni innovative, attraggono investirori e talenti.

Ovviamente la richiesta di una "climate action"
coinvolge i cloud/service provider, che sono importanti consumatori di energia. I loro clienti
lo chiedono esplicitamente, motivo anche per cui alcuni hyperscaler che si stanno pubblicamente ponendo obiettivi ambiziosi. Ma solo il 43% dei colocation provider ha una strategia trasversale per la sostenibilità.
E anche quando un'azienda si pone i propri "climate goal",
i freni ad un'azione concreta non mancano. In particolare è difficile definire
l'impatto economico della sostenibilità, un elemento che convincerebbe e coinvolgerebbe tutta l'impresa. Invece, è facile che i temi green passino in secondo piano rispetto ad altre questioni percepite come più pressanti.
Anche perché un'azienda non opera completamente da sola e un ostacolo che si presenta immediatamente - anche a Schneider Electric stessa nel percorso che si è data, spiega McKenna - è la necessità di
coinvolgere efficacemente anche la propria supply chain. Se i nostri fornitori non sono green-oriented quanto noi, in sostanza, parte del nostro impatto ambientale resterà sempre
fuori dal nostro controllo. Un elemento che ovviamente vale per quei grandi "consumatori di tecnologia" che sono i cloud/service provider.
Muoversi con decisione
Come muoversi, quindi, per evitare di essere frenati già immediatamente dopo essersi messi sulla strada della sostenibilità? Come per molte altre evoluzioni, è importante - spiega Chad McKenna -
partire in modo da avere rapidamente risultati concreti su cui basarsi. Per questo è fondamentale poter raccogliere ed analizzare dati aggiornati ed affidabili sul proprio stato energetico. Sono questi dati che permettono di
definire e poi seguire una propria strategia di sostenibilità, anzi un percorso di miglioramento continuo e circolare. Da qui si passa ad implementare la roadmap che si è definita: "
Per quanto semplice possa sembrare, questo è il passo chiave", spiega McKenna: "
Una volta che c'è una roadmap, si presentano di conseguenza molte opportunità di azione concreta".

Tra queste c'è
la creazione di un sustainability team all'interno del facility team che si occupa della gestione di un data center. In questo ambito è utile puntare su persone che abbiano un interesse spontaneo per la sostenibilità e siano quindi in grado di creare consenso con più facilità. "
Le tecnologie sono importanti ma è altrettanto importante raggiungere il giusto equilibrio tra tecnologia ed elemento umano", sottolinea Chad McKenna. E per chi ha facility team davvero troppo limitati, c'è sempre la strada
della consulenza e dell'outsourcing di parte delle tematiche operative ambientali.
Il consiglio che Schneider Electric dà ai colocaton provider è anche
diventare parte attiva del dibattito sulla sostenibilità, senza limitarsi a subirlo. Se si pensa alla decentralizzazione energetica, spiega ad esempio McKenna, "
la realizzazione di microgrid darebbe ai data center più controllo sulla propria generazione e il proprio consumo di energia". È vero che in molte nazioni ci sono ancora diversi aspetti normativi che vanno definiti, e a vari livelli. Ma per i cloud/service provider "
è importante mostrare una leadership locale, interagendo con le autorità e le comunità, in modo da avere una propria voce in capitolo", spiega McKenna. Il data center climate-neutral magari non sarà dietro l'angolo, ma il tema è sul tavolo già adesso. Sarebbe un peccato non partecipare al confronto.