In un contesto nel quale la ricerca di flessibilità nello sviluppo e nell’implementazione delle applicazioni passa sempre più per la logica del cloud, anche il concetto tradizionale di networking viene rimesso in gioco, soprattutto per superare i limiti e le complessità legate al lavoro manuale che porta con sé. Ecco perché anche uno specialista come Juniper ha dapprima deciso di acquisire Contrail, alla fine del 2012, e ora di proporre la propria offerta di virtualizzazione delle reti o, secondo la definizione che sta prendendo piede, di Software-defined network (Sdn). La mossa appare inevitabile, dopo che vari concorrenti, come Cisco, Brocade o Alcatel Lucent, hanno già messo in pista le loro iniziative e alla luce delle previsioni di Idc, che vede un mercato destinato a crescere fino a 3,7 miliardi di dollari nel 2016, contro gli attuali 360 milioni. La soluzione proposta da Juniper si basa sul motore JunOs V Contrail e comprende un controller Sdn, un router virtuale e un analysis engine. L’aspetto più qualificante dell’offerta, tuttavia, appare l’apertura in accesso libero alla biblioteca di codici sorgenti attraverso OpenContrail e con licenza Apache 2.0. La scelta open source dovrebbe, secondo il vendor, favorire la possibilità per gli sviluppatori di sperimentare la tecnologia Contrail, che virtualizza la rete, dota l’hypervisor di funzionalità di rete avanzate e si integra con i sistemi di orchestrazione cloud allo scopo di automatizzare e coordinare le piattaforme in modo trasparente. La proposta rende dunque aperto e gratuito lo strato software della Sdn, mentre la parte fisica resta proprietaria, ma rappresenta comunque un’innovazione rilevante in un mondo di solito tecnologicamente molto chiuso. L’architettura è compatibile con vari hypervisor e piattaforme di orchestrazione cloud, fra le quali OpenStack e CloudStack.
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