Le applicazioni di AI cubano ormai qualcosa come 300 milioni di euro, sulla spina degli investimenti delle grandi imprese nazionali
Un mercato da circa
300 milioni di euro, in buona crescita considerati i tempi (+15% tra 2019 e 2020), fatto prevalentemente (71%) da progetti di aziende nazionali. È il
mercato italiano dell'Artificial Intelligence secondo le cifre dell'
Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano: un comparto che nonostante i problemi di budget dovuti alla pandemia
continua a suscitare interesse nelle aziende di ogni dimensione. Con una netta prevalenza delle grandi imprese, che ormai in maggioranza hanno adottato in qualche modo l'AI.
Il mercato nazionale dell'Artificial Intelligence è
spinto soprattutto dai software, su cui si concentra il 62% della spesa. Guidata dalla vendita di licenze di software commerciali e dallo sviluppo di software o algoritmi personalizzati. I servizi coprono il restante 38% del mercato e sono rappresentati principalmente da
system integration e consulenza, mentre gli investimenti in
hardware sono ancora marginali.
I progetti di AI che attirano più investimenti sono gli algoritmi per
analizzare ed
estrarre informazioni dai dati, che coprono il 33% della spesa. Seguono le soluzioni per l'
interpretazione del linguaggio naturale con il 18% del mercato, gli algoritmi per
suggerire ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze (18%), le soluzioni con cui l'AI
automatizza alcune attività di un progetto e ne governa le varie fasi (essenzialmente la
Robotic Process Automation, 11%).
Il restante 20% del mercato è suddiviso equamente fra
Chatbot e
Virtual Assistant (10%), che sono i progetti con la crescita più significativa (+28%), e le iniziative di
Computer Vision (10%), che analizzano il contenuto di un'immagine in contesti come la sorveglianza in luoghi pubblici o il monitoraggio di una linea di produzione. Il settore più attivo come investimenti in soluzioni di AI
è la finanza (23%), seguita da energia/utility (14%), manifattura (13%), telco e media (12%) e assicurazioni (11%).
AI: la propensione delle imprese
Più di metà delle 235 imprese medio-grandi italiane analizzate dall'Osservatorio ha attivato almeno un progetto di AI nel corso del 2020. Ma
emergono differenze notevoli fra le grandi imprese e le medie aziende. Nelle prime le iniziative di AI sono presenti nel 61% dei casi e si concentrano sulla crescita organizzativa e culturale oltreché sulla valorizzazione dei dati e lo sviluppo di algoritmi. Le seconde appaiono ancora poco mature e hanno progetti attivi solo nel 21% dei casi.
La pandemia non ha frenato il percorso di avvicinamento all'AI delle imprese, ma
ha comunque ridotto le risorse disponibili. La diminuzione del budget è stata la principale barriera all'adozione delle soluzioni di AI, indicata dal 35% del campione, soprattutto nelle realtà più piccole e nei settori più colpiti come la manifattura. Gli altri ostacoli più rilevati dalle aziende sono
lo scarso impegno del top management (34%), la limitata cultura digitale aziendale (26%) e la difficoltà a definire come applicare l'AI all'interno del business (26%).
"
La crisi sanitaria non ha fermato l'innovazione e la crescita del mercato dell'Artificial Intelligence – ha sintetizzato
Alessandro Piva, Direttore dell'Osservatorio Artificial Intelligence -
ma ne ha sicuramente orientato l'attenzione su alcune tipologie di progetti, accelerando ad esempio le iniziative di Forecasting, Anomaly Detection, Object Detection e ancora di più di Chatbot e i Virtual Assistant, spinti dallo spostamento online della relazione col cliente. È aumentata anche la maturità delle imprese, con una forte crescita dei progetti pienamente operativi".
Buone prospettive di crescita per tutto il mercato AI italiano, quindi. Anche grazie alla ormai evidente attenzione
delle istituzioni. Ed al fatto che
i consumatori nazionali sembrano ben disposti a fruire delle funzioni "alimentate" dai vari volti del machine learning e dell'analisi dei dati.
Sempre secondo le cifre del Politecnico di Milano,
il giudizio complessivo sull'AI è positivo per l'83% degli utenti intervistati, percentuale che sale al 91% se si considerano gli utilizzatori di prodotti e servizi con funzionalità AI. Anche se
non bisogna pensare a scenari troppo futuribili. Se è vero che oltre il 51% del campione ha già utilizzato prodotti e servizi che includono funzionalità di intelligenza artificiale, non andiamo oltre gli assistenti vocali del telefono (65% di citazioni), gli altoparlanti intelligenti come gli smart home speaker (62%), i sistemi che forniscono suggerimenti sui siti di eCommerce (58%).
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