Creare un ambiente di apprendimento e ricerca più equo e inclusivo, per assicurare pari opportunità nel mondo del lavoro è un tema molto sentito, ed è questo l’obiettivo a cui numerose istituzioni e aziende globali stanno lavorando da anni. Il parere di alcune manager del settore IT
I
luoghi comuni da superare nel mondo della tecnologia a 360° sono ancora molti purtroppo, così come le
maggiori difficoltà da affrontare per le donne che desiderano entrarvi a far parte. È un
percorso lungo e complesso, che richiederà anni di impegno da parte di tutti – uomini, donne e aziende – affinché la disparità si riduca al minimo, e ognuno abbia la
possibilità di lavorare e agire in base alle sue reali competenze e abilità, indipendentemente dal genere. Ma alcuni passi si stanno compiendo e lo dimostrano
le testimonianze di alcune donne del mondo tech, che hanno l’obiettivo di incoraggiare tutti – con un
’attenzione in più rivolta alle giovani – a non rinunciare alle proprie passioni, dimostrando sempre le proprie
competenze, aprendosi al confronto, e a sfidare soprattutto sé e le proprie competenze per raggiungere gli obiettivi desiderati.
Riscriviamo il modo di lavorare A parlare è
Sarah Shin, Chief Diversity Officer in Cloudera: “Il nostro mondo, le comunità, i governi e le imprese si stanno adattando, rivalutando e reinventando sulla scia di una pandemia persistente, con le donne che si sono ritrovate a dover bilanciare lavoro, bambini, insegnanti e nonni da un giorno all’altro. La pandemia ha aperto la porta a una completa riscrittura del nostro modo di lavorare, dimostrando che è possibile farlo in modo diverso. Il tradizionale orario 9-18 non è necessariamente il modo migliore, e lavorare gestendo i propri impegni familiari non dovrebbe negarci la possibilità di fare bene. Le aziende più lungimiranti raccoglieranno questa sfida e re-immagineranno il modo in cui operano i loro team, fornendo alle donne lo spazio a lungo atteso per eccellere in ciò che sanno fare meglio - collaborare, comunicare e lavorare in squadra. È obsoleto e arcaico pensare che ci debba essere una distinzione così netta tra quando si lavora e quando si è ‘mamme’. Non sorprende che, quando ne viene concessa la flessibilità, le donne sappiano prosperare nel fare entrambe le cose. È il momento di rompere le convenzioni e usare la pandemia come momento per fermarsi e chiedersi cosa è davvero possibile. Perché quando lo faremo, scopriremo che le donne da sempre garantiscono competenze eccellenti, che non sono state ancora mai apprezzate appieno”.
Sarah Shin, Chief Diversity Officer in ClouderaCredete nei sogniPer le donne che entrano nel settore tecnologico, spesso l’ambito marketing può risultare più attraente:
“Ricopro una funzione marketing e l'80% del mio team è composto da donne. Un numero inferiore di ruoli femminili è presente in ambito di sviluppo software, supporto clienti e altre figure più ‘tecniche’. Questo è dovuto a una serie di ragioni, ad esempio dall’influenza nei primi anni di formazione, dagli stereotipi di genere nell'istruzione e nella scelta di carriera. Le iniziative STEM stanno cercando di affrontare queste lacune, ma le aziende del settore tecnologico possono fare molto di più per attirare e trattenere dipendenti donne”, dichiaraEd ecco i suoi consigli per le giovani aspiranti donne che stanno cercando di entrare nell'industria tecnologica:
“Credete in voi stesse, perché se credete in voi stesse, anche gli altri lo faranno; siate desiderose di imparare e cercato un grande mentore femminile per aiutarvi; seguite i vostri sogni e alimentate la vostra passione per la tecnologia", afferma Tulin Green, Senior Director, EMEA Marketing di CommvaultTulin Green, Senior Director, EMEA Marketing di CommvaultSeguite la strada cyber
"Il settore cyber è alla ricerca di persone curiose, versatili e in grado di gestire varie sfide professionali con aplomb”, afferma
Sigalit Shavit, Chief Information Technology Officer, CyberArk. “In molti hanno una formazione in ingegneria dei sistemi IT, ma le persone con queste competenze spesso si spostano verso l’area IT e DevOps, ad esempio, è stata una scelta molto comune negli ultimi anni. Lo stesso discorso vale nella cybersecurity, affinché sia un percorso di sviluppo interessante, i datori di lavoro hanno bisogno di creare la stessa atmosfera. La cybersecurity come disciplina sta iniziando a farsi strada nell'istruzione secondaria e terziaria, ma abbiamo bisogno che i ragazzi più giovani confermino il desiderio di entrare a far parte del mondo cyber. Il coding viene ora insegnato in molte scuole medie e superiori e raggiunti gli 11 o 12 anni più o meno ogni giovane possiede uno smartphone, quindi hanno già familiarità con la tecnologia. Le pratiche cyber potrebbero e dovrebbero essere inserite nello stesso contesto in cui si insegna ai bambini come proteggersi online. In definitiva, abbiamo bisogno di arrivare ai ragazzi e alle ragazze quando non hanno ancora deciso ciò che vogliono fare più avanti nella vita, e rendere il cyber una scelta di carriera esaltante."
Sigalit Shavit, Chief Information Technology Officer, CyberArkServe un cambio di paradigma
Il 2020 ha cambiato le carte in tavola della vita di tutti, dal punto di vista professionale e privato, facendo emergere a fianco di nuove esigenze anche nuove modalità lavorative:
“Da tempo si parla di bilanciamento ‘vita – lavoro’, pensando ad un equilibrio nel quale in qualche modo le due esperienze si alternino. Ora, spesso non è più così. Vita e lavoro non si alternano, ma si compenetrano, dando vita a un’esperienza unica, molto più integrata rispetto al passato. Per questo è necessario un cambio di paradigma che accolga la trasformazione che stiamo vivendo, a ritmo rapido, per creare un’esperienza umana e professionale che volga verso una reale integrazione tra vita e lavoro – dice
Valentina Fanelli, Responsabile HR di Liferay Italia. La situazione si è evoluta in modo chiaro. La sfera privata e lavorativa si sono combinate in modo ancora più stretto negli ultimi dodici mesi e in molti si sono trovati a seguire le sessioni di didattica online dei propri figli, mentre attendevano l’inizio di un meeting con i colleghi, cercando di impattare al minimo efficienza e produttività. Non è stata e non è un’integrazione semplice da effettuare, in quanto imparare a gestire tempi, attività e, a volte, imprevisti, non è immediato. Ma si tratta anche della spinta necessaria perché le imprese possano operare per offrire benefici e supporto dei dipendenti, con l’obiettivo finale di una nuova employee experience ottimizzata, che consenta di avvicinare sempre di più sfera privata e lavorativa, per incrementare il livello di soddisfazione personale dei dipendenti ponendo sempre la massima attenzione al diritto alla disconnessione per i lavoratori da remoto e il rispetto dei tempi di riposo personali”.
Valentina Fanelli, Responsabile HR di Liferay ItaliaSuperate i luoghi comuni e sfidate voi stesse
Indipendentemente dal settore specifico in cui si opera, ci sono alcune sfide chiave che vanno comprese e affrontate, affinché si possa uscire dai percorsi più battuti approfondendo un tema che potrebbe essere di rilievo per la propria carriera professionale, e non solo.
“Non smettete mai di superare i luoghi comuni. È così facile cadere nel mito che si debba rientrare in una sorta di categoria tradizionale per poter ricoprire ruoli tecnologici, che comprende un insieme specifico di esperienze, comportamenti e competenze necessarie. Ogni individuo, indipendentemente dal genere, ha più valore di qualsiasi categoria; abbiamo tutti un grande potenziale per arricchirli o addirittura ridefinirli completamente. Se vi interessa lavorare nella tecnologia, siate semplicemente voi stesse!” enfatizza
Anna Chung, Principal Researcher di Unit 42, team globale di threat intelligence di Palo Alto Networks. "
Sfidate voi stesse: tutti noi desideriamo che la nostra azienda e la società in generale continuino a migliorare i principi diversità e l'inclusione, ma ciò non avverrà se non vengono perseguiti attivamente. È così importante trovare e dedicare tempo agli altri, fare domande, imparare e celebrare la diversità. Aprirsi e agire è il primo passo per far parte dei cambiamenti che vogliamo vedere nel mondo. Scegliete le vostre sfide: Non c'è un percorso predeterminato da seguire o un ‘modo giusto’ per arrivarci. Scegliete le sfide che vi interessano e non quelle imposte, e ricordatevi sempre di prendere del tempo per essere gentili con voi stesse”.
Anna Chung, Principal Researcher di Unit 42, team globale di threat intelligence di Palo Alto NetworksLe competenze fanno la differenza
“Un aspetto del mio lavoro di cui sono estremamente orgogliosa è il riscontro ricevuto da altre donne del settore in occasione di mie presentazioni. È una grande emozione sapere che stai incoraggiando altre donne a perseguire la carriera dei loro sogni nella tecnologia, quando inizialmente non pensavano fosse possibile. Ora sono nella posizione non solo di condividere le mie conoscenze, ma di ispirare gli altri, le donne e chiunque provenga da un contesto diverso, ad entrare e farsi coinvolgere nello scenario della cybersecurity. Sono orgogliosa di continuare a promuovere il valore che team diversi portano alla protezione delle organizzazioni e fiera di ispirare la prossima generazione di leader dell'IT e della sicurezza”, racconta
Adenike Cosgrove, Director, International Product Marketing di Proofpoint.
E prosegue:
“Il mio consiglio alle donne che vogliono perseguire una carriera nell'IT è quello di trovare la grinta giusta e di procedere senza essere intimidite dagli ostacoli che potrebbero incontrare. Che siate all'inizio della ricerca di lavoro o che abbiano già una propria carriera consolidata nell’IT, fatevi conoscere e fate networking non solo con le donne influenti del settore, ma anche con gli uomini. Non fatevi scoraggiare dagli annunci di lavoro perché sembrano troppo tecnici - c'è sempre l'opportunità di imparare sul campo, e ricordate, i team IT richiedono diversità e una gamma di competenze. Non abbiate paura di distinguervi e di dire la vostra verità - siate sempre voi stesse e assicuratevi di essere circondate da persone che vi supportino, sia sul lavoro che nella vita privata”. “Non ci sono ruoli legati al genere, quello che conta è solo la competenza, oltre allo spirito e all’ambizione di farsi riconoscere per quello che si è. Spetta alle aziende riconoscere le loro professioniste come già fanno per i professionisti dell’altro genere. Il rischio informatico non ha genere, questo è risaputo”, conclude.
Adenike Cosgrove, Director, International Product Marketing di ProofpointDiversità e inclusione, valori fondamentali per le organizzazioni
Oggi le aziende altamente diversificate superano quelle più omogenee:
“Innumerevoli report dimostrano che una forza lavoro diversificata e un ambiente dove si scambiano idee diverse si traduce in benefici per le imprese. In altre parole, non è solo la cosa giusta da fare, avere una forza lavoro più diversificata e inclusiva ha un significativo impatto commerciale positivo”, sostiene
Margaret Dawson, VP Diversity & Inclusion e Chief of Staff, Office of the CEO, Red Hat.
“La maggior parte delle aziende si sta impegnando: il 77% ha dichiarato che la D&I è uno degli obiettivi principali per il 2020. Purtroppo, la maggioranza non dispone ancora di un piano d'azione in tal senso. Per troppo tempo la D&I è stata vista puramente come una funzione delle risorse umane. Questo deve cambiare. Le decisioni difficili devono essere concordate al vertice e considerate da una prospettiva aziendale, specialmente nelle organizzazioni più gerarchiche. Per un vero cambiamento, la D&I deve essere vista come un'iniziativa aziendale strategica simile a quelle di vendita o di prodotto. Di recente abbiamo spostato la D&I nell'ufficio del CEO - una mossa che sta diventando comune in molte aziende. Una volta elevata al più alto livello di strategia, la D&I diventa parte del lavoro di tutti”, prosegue.
Puntuale arriva il suo suggerimento:
“A tutti i leader aziendali che mi leggono, il mio suggerimento è di essere coraggiosi e di sfidare il modo in cui la D&I è percepita e integrata nella vostra azienda, riconoscendo che team diversi e inclusivi portano ad un aumento della produttività, dell'innovazione e della redditività. Quale momento migliore di questo per iniziare questo viaggio?”
Margaret Dawson, VP Diversity & Inclusion e Chief of Staff, Office of the CEO, Red HatL’importanza di un mentore
“È nostra responsabilità, come leader, creare l'ambiente giusto per permettere alle donne, in tutte le fasi della loro carriera, di sentire che appartengono, sono ascoltate e sono apprezzate per il loro contributo. Essere consapevoli di questo e prendere decisioni che incoraggiano un ambiente che permette alle donne di prosperare va a beneficio di tutti noi”, interviene
Cathryn Miller, Regional Sales Manager, Public Sector di Rubrik.
Cathryn Miller, Regional Sales Manager, Public Sector di Rubrik"È solo quando nella mia carriera mi è stato assegnato un mentore che ho visto il vero valore che questa relazione può portare. Consiglierei a tutte le donne di avviare una relazione con un mentore, sia esso interno o esterno all'azienda, donna o uomo, per esplorare argomenti che le aiutino a progredire nella loro carriera. Chiederei loro, col passare del tempo, di diventare loro stesse un mentore. È fondamentale aumentare la consapevolezza degli sbocchi lavorativi nel mondo della tecnologia. Questo settore ha la reputazione di essere prevalentemente un mondo ingegneristico dominato dagli uomini. C'è un'incredibile diversità di ruoli nella tecnologia e credo che possiamo attrarre più donne nella tecnologia se sono consapevoli delle possibilità che esistono”.
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