Puntare sull'ecommerce aiuta a contenere gli effetti delle crisi e favorisce le performance aziendali. Anche se richiede investimenti e strategia.
Ci sono pochi dubbi sul fatto che l'ecommerce
abbia sostenuto il business di molte imprese nei periodi di lockdown. Ora dall'
Osservatorio Export Digitale della School of Management del Politecnico di Milano viene anche una indagine che analizza
il peso macroeconomico del digitale nel sostenere tutta l'economia italiana sullo scenario globale. Nel 2020, spiega in primo luogo lo studio, l'export digitale italiano B2C di beni di consumo ha mosso qualcosa come
13,5 miliardi di euro, con una crescita del +14% anno su anno. In linea con l'andamento pre-pandemia. Cresce quindi il peso del digitale sull'export complessivo di beni di consumo (9%, era il 7% nel 2019) e del sulle esportazioni totali (3%).
Lato B2B le performance delle vendite digitali sono diverse. L'export digitale B2B ha raggiunto un valore di
127 miliardi di euro, con un calo del 5% rispetto al 2019, ma un aumento dell'incidenza sulle esportazioni complessive di prodotti, pari al 29%. Anche in ambito B2B l'export digitale ha giocato
un ruolo fondamentale per la ripresa delle esportazioni, sebbene con una frenata a causa del lockdown. "
Si è assistito a un accorciamento delle filiere, con molti operatori che hanno iniziato ad aggirare gli intermediari delle varie catene di fornitura per servire direttamente il consumatore finale attraverso l'ecommerce, ove possibile e tipicamente nei mercati più vicini", spiega Maria Giuffrida, Ricercatrice dell'Osservatorio Export Digitale.
Il panorama dell'export complessivo - non solo ecommerce ma anche "fisico" - è
molto meno confortante. Le esportazioni italiane sono
scese del 9,7%, il dato peggiore dopo la crisi finanziaria del 2009, e le importazioni sono diminuite del 15,3%. L'export italiano è diminuito
verso tutti i mercati, europei ed extra-europei, soprattutto nei settori dei beni strumentali, come le macchine industriali e le apparecchiature. Il digitale è quindi una (piccola) isola
felice in uno scenario preoccupante.
Peraltro, i risultati avrebbero potuto essere ancora migliori
se le imprese italiane si fossero ben organizzate per tempo. Secondo l'Osservatorio del Politecnico di Milano Il 56% delle imprese italiane usa i canali digitali per vendere prodotti all'estero e il 62% di queste lo fa in più di un mercato. Ma quasi il 75% esporta online prodotti
per meno del 20% del proprio fatturato. Un'impresa su dieci non ha né un export manager né un ecommerce manager, mentre solo una su due presenta entrambe le figure.
"
Il digitale sta diventando sempre di più un'opportunità abbordabile anche per aziende meno strutturate e con meno risorse. Non è un'opportunità a costo zero, perché servono investimenti e competenze, ma il costo di non coglierla è rischiare di essere tagliati fuori dal mercato", sottolinea
Riccardo Mangiaracina, Direttore dell'Osservatorio.
Occorrono investimenti tecnologici e nel 2020 in effetti ne abbiamo visti. "
Per mitigare i diversi rischi le imprese hanno aperto canali eCommerce, impiegato soluzioni digitali come piattaforme e tool collaborativi per facilitare l'interazione a distanza, introdotto forme di lavoro smart e maggiore flessibilità sulle mansioni assegnate, proposto nuovi prodotti ispirati alle esigenze del momento, attivato nuovi canali di finanziamento attraverso il supply chain finance", afferma
Lucia Piscitello, Responsabile scientifico dell'Osservatorio Export Digitale. Ma ora, sottolinea, "
per fare in modo che queste iniziative nate dalla crisi portino risultati e performance soddisfacenti anche nel lungo periodo, sarà essenziale dotarsi di una strategia di export ben strutturata, che coinvolga tutti i principali pilastri".
I ritorni d'altronde sono evidenti: secondo un sondaggio condotto dall'Osservatorio su 162 aziende italiane di piccole, medie e grandi dimensioni attive in diversi settori, la profittabilità delle imprese
aumenta al crescere dell'incidenza dell'export digitale sul fatturato complessivo. Se si punta sulle tecnologie, come è ovvio, ma anche sulle competenze: l'impatto dell'export digitale è positivo quando nell'organizzazione è presente un ecommerce manager oppure un export manager
con competenze digitali e quando si impiegano tecnologie digitali nei diversi processi aziendali.
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