L'acquisizione di Nuance porta un nuovo impulso allo sviluppo di applicazioni basate su AI conversazionali. Per la Sanità, ma non solo.
Microsoft ha messo sul piatto
19,7 miliardi di dollari per acquisire Nuance, in quella che finanziariamente diventa la sua operazione più impegnativa dopo l'acquisizione
di LinkedIn per 26,2 miliardi di dollari. L'operazione era stata anticipata qualche ora fa da Bloomberg ed è strettamente legata allo sviluppo che Microsoft intende dare alle sue
soluzioni cloud verticali tramite cui velocizzare la digitalizzazione delle realtà di settori ben precisi. E che magari non sono proprio sempre all'avanguardia della Digital Transformation.
Come stanno facendo
anche altri grandi nomi dell'IT, anche Microsoft sta
"confezionando" la propria offerta cloud in modo da venire incontro alle esigenze di particolari settori. A volte lo ha fatto attraverso collaborazioni specifiche che hanno dato rilievo a una sua particolare offerta. Come è ad esempio accaduto per la
collaborazione con
Johnson Controls nello sviluppo di una piattaforma di smart building e building automation basata su Azure Digital Twins e quindi sul concetto del
gemello digitale.
Più spesso la
verticalizzazione dell'offerta cloud
avviene direttamente in casa Microsoft, ed è questo il caso legato all'acquisizione di Nuance. Che, lato cloud, va a potenziare i servizi di
Microsoft Cloud for Healthcare. Nuance è infatti un nome molto noto storicamente per i suoi prodotti di dettatura e riconoscimento vocale. Con anche tecnologie
una volta italiane, tra l'altro. Nel tempo, però, Nuance ha
puntato con decisione sul settore della Sanità sviluppando prodotti specifici per la speech recognition in campo clinico.
Sono queste competenze che interessano maggiormente Microsoft, insieme alla presenza consolidata di Nuance in un mercato chiave. Presenza che dà la possibilità a Microsoft di
raddoppiare il mercato indirizzabile in campo Sanità: una torta potenziale che diventa di colpo da mezzo miliardo di dollari e giustifica la somma messa in campo da Redmond. Anche perché il riconoscimento vocale non va giudicato da solo: è anche il tassello base di servizi potenzialmente sempre più estesi e
da combinare con altre componenti Microsoft come Azure, Teams, Dynamics 365.
In prospettiva possiamo pensare in particolare ad applicazioni di
AI conversazionale - stile virtual assistant - che si rivolgano sia ai medici sia ai pazienti. Ma anche più semplicemente a nuove applicazioni di Interactive Voice Response (IVR) per il supporto clienti, di
riconoscimento biometrico grazie all'analisi della voce, real-time intelligence nei call center. Con la possibilità di toccare con successo
qualsiasi settore che ha contatti intensi con il pubblico: Finance, telecomunicazioni,
retail,
PA.
La Sanità che cambia
Nel mirino di Nuance e Microsoft ora ci sono però soprattutto
le applicazioni di eHealth che
verranno. La pandemia ha mostrato come la digitalizzazione possa aiutare medici e pazienti a comunicare meglio anche in condizioni difficili. Pensiamo ad esempio ai teleconsulti "artigianali" via Zoom o simili. Ma la pandemia ha anche aperto la strada -
spiega Mark Benjamin, CEO di Nuance - ad una "
incredibile domanda di piattaforme digitali che... migliorino la qualità della vita degli operatori sanitari e della patient experience nel suo complesso". Un miglioramento che va dagli aspetti comunicativi a quelli che banalmente riducono il peso delle procedure amministrative.
Nuance aveva già in mente questi sviluppi ma
non ha ovviamente la stessa potenza di fuoco e il raggio d'azione di Microsoft. Da qui l'interesse comune per una unione che si basa tra l'altro su vari anni di collaborazione e conoscenza reciproca. Nuance porta le sue competenze, Microsoft ha i mezzi e le infrastrutture per distribuirle ovunque.
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