A Faenza debutta la prima rete "aperta" OpenRAN di TIM, pronta ad estendere l'esperienza alle nuove infrastrutture 5G
L'interesse per
OpenRAN tra gli operatori mobili cresce, soprattutto perché
un approccio più aperto e standard alla realizzazione delle reti permetterebbe di contenere i costi. E favorire quindi uno sviluppo delle infrastrutture di cui si sente decisamente bisogno, anche più di quanto non accadesse prima della pandemia. Dall'interesse alla pratica
il passo però non è breve. Molti operatori stanno testando l'approccio OpenRAN, principalmente in ambienti limitati e di test.
Ora
TIM fa sapere di essere "
tra i primi operatori in Europa e l’unico in Italia" ad aver
avviato sul campo una iniziativa mirata OpenRAN. Grazie a cui, spiega l'operatore, "
potrà implementare sulla propria rete commerciale nuove soluzioni a beneficio dei clienti e delle imprese, in modo da velocizzare lo sviluppo dei servizi digitali".
L'iniziativa per ora riguarda
Faenza. Qui TIM utilizzerà una soluzione che disaccoppia le componenti hardware e software della rete di accesso radio. Avendo in mente "
una logica di diversificazione dei fornitori" per "
favorire un più ampio ecosistema industriale". In questo caso il nodo radio, su rete 4G, è stato costruito combinando la software baseband di
JMA Wireless con le unità radio fornite da
Microelectronics Technology (MTI).
L'idea è ovviamente quella di non fermarsi qui. In prospettiva, secondo TIM, l'adozione di OpenRAN
si estenderà anche alle soluzioni 5G. Anche per seguire lun accordo dello scorso febbraio con cui i principali operatori europei hanno stabilito di promuovere la tecnologia OpenRAN per accelerare l’implementazione delle reti 5G. Industry 4.0, Smart City e guida autonoma sono i casi d'uso nel mirino.
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