È sempre più forte la necessità di aggiornare le proprie competenze digitali per evitare di trovarsi ai margini di una società che si sposta sempre più online
Nel 2020 Internet e i dispositivi digitali hanno giocato un
ruolo essenziale nel permettere alle persone di adattarsi a un mondo condizionato dal Covid-19. Dagli appuntamenti medici virtuali alla spesa online, alla Didattica a Distanza su Zoom o su altre piattaforme, la delivery digitale dei servizi è diventata la norma per ampie fasce della società.
Ma non per tutti.
Le persone meno esperte di tecnologia, spesso più anziane o provenienti da comunità sottorappresentate,
non sono riuscite a stare al passo con il ritmo rapido del cambiamento. Questo significa che possono avere difficoltà ad accedere all'assistenza sanitaria, ai sostegni statali, alle opportunità di lavoro e altro, dato che tutte queste attività richiedono sempre più l'accesso online, invece che di persona o per telefono.
Questo
passaggio ai servizi digitali è stato accelerato dalla pandemia e non torneremo indietro, quindi dobbiamo affrontare un crescente divario digitale: il divario tra le persone che hanno le competenze e i mezzi per accedere ai servizi digitali e quelli che non le hanno.
Come nota positiva, secondo
una recente ricerca VMware condotta a cavallo tra il 2020 e il 2021 su 6000 persone in vari Paesi del mondo tra cui l’Italia, la maggior parte delle persone crede di essere responsabile del proprio know-how digitale e di come migliorarlo, ma ha bisogno di supporto per agire su questo. Ecco perché è necessaria la collaborazione tra governi, università e industria. Insieme possiamo
aiutare a dotare le persone della fiducia e delle competenze necessarie per accedere ai servizi digitali di cui hanno bisogno, colmando il divario e permettendo loro di partecipare pienamente alla società di oggi e di domani.
In particolare, dalla ricerca VMware emerge in primo luogo un
aumento dell’utilizzo di servizi digitali: nel 2020, in EMEA il 43% degli adulti ha abbracciato nuovi servizi digitali e ne ha apprezzato l'esperienza, mentre il 60% degli intervistati si identifica come "digitalmente curioso" o "esploratore digitale, dato che nel nostro Paese raggiunge ben l’83%.
Non solo:
chi è digitalmente in ritardo rischia di rimanere indietro, visto che in EMEA, il 34% degli over 55 si descrive come "non digitalmente attivo" o "digitalmente ingenuo", ma in Italia solo il 28% si definisce tale; inoltre, il 64% (il 73% in Italia) teme che i propri parenti più anziani non riescano a stare al passo con il mondo digitale, e più di uno su tre (37% in EMEA, 31% in Italia) ha la sensazione di perdere il controllo man mano che la tecnologia pervade sempre di più la sua vita quotidiana.
Conta anche la
responsabilità di formare le competenze digitali: il 59% degli intervistati (62% in Italia) ritiene di essere responsabile della crescita delle proprie competenze digitali, mentre per il 29% degli intervistati nel nostro Paese a essere responsabile è la scuola o l’Università, per il 16% lo Stato e per l’11% la responsabilità deriva da una collaborazione fra Pubblico e Privato. Se poi si sposta l’attenzione sul soggetto di cui più ci si fida per l'aumento delle proprie competenze digitali, il 60% dichiara se stesso, il 28% degli intervistati nel nostro Paese ha fiducia nella scuola o l’Università, il 16% nello Stato e il 13% in una collaborazione fra Pubblico e Privato.
Raffaele Gigantino, Country Manager di VMware ItaliaProprio in questo ambito,
VMware è impegnata da anni per sostenere e sviluppare le competenze digitali in tutto il mondo attraverso la VMware IT Academy. Collaborando con enti di formazione, scuole e Università insieme a Istituti pubblici, aziende partner e organizzazioni, la VMware IT Academy aiuta gli studenti di tutte le età a sviluppare le proprie competenze in modo che possano partecipare attivamente all'economia digitale.
In Italia, VMware ha recentemente dato vita al programma Orizzonte Digitale, in collaborazione con la CRUI e alcune Università Italiane, per la realizzazione di incontri formativi, seminari e lezioni didattiche presso gli Atenei che hanno aderito al programma, mettendo a sistema il know-how consolidato di VMware nelle tecnologie digitali in ambiti come il
Cloud, il Networking e la Sicurezza e il Digital Workspace.
VMware è convinta che
la collaborazione fra le aziende e il mondo universitario sia indispensabile per fornire ai giovani le competenze richieste oggi da un mondo del lavoro che si sta profondamente trasformando. Una sinergia fondamentale per sostenere lo sviluppo socio-economico che, ora più che mai, ha bisogno di una forte trasformazione digitale per essere competitivo sul mercato globale.
Raffaele Gigantino è Country Manager di VMware Italia
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