Una ricerca svela che la pandemia ha allargato il gap tra l’IT e il top management, con il 55% delle aziende che non ascolta la voce dei reparti IT
Il monito viene da
Insight, uno dei principali partner globali di
Microsoft. Secondo una
recente ricerca, il prolungato disallineamento
tra reparti IT e management rallenta l’adozione delle nuove tecnologie e mette a rischio la risposta a lungo termine alla pandemia. Nonostante l'importanza dell'IT per il raggiungimento degli obiettivi strategici aziendali, quasi
tre quarti delle imprese (72%) considerano l'IT una “commodity” invece che un fattore abilitante per il business, e solo il 22% del campione riserva ai manager delle aree dei sistemi informativi un posto nel consiglio di amministrazione. Questo atteggiamento ha conseguenze dirette per le aziende: il
55% delle organizzazioni non riesce a sfruttare le nuove tecnologie proprio perché non ascolta l'IT. La ricerca, condotta su oltre 500 manager in 9 Paesi europei, Italia compresa, ha anche rilevato che la pandemia ha evidenziato i rischi di questa mancata sinergia tra IT e direzione aziendale. L'83% dei responsabili IT ritiene che le modalità di lavoro siano state trasformate in modo permanente. Tuttavia, a fronte di questa trasformazione, almeno il
61% delle organizzazioni è restia a investire in progetti che potrebbero migliorare l'esperienza dei dipendenti o ottimizzare il business perché ritiene che le cose alla fine torneranno alla "normalità", ovvero come erano nel periodo pre-Covid-19.
Non affrontare questo problema espone al rischio che le aziende investano in
progetti senza avere obiettivi chiari e condivisi, non riescano a comprendere l'impatto delle nuove modalità lavorative sui dipendenti, o fondino le proprie strategie su presupposti errati. Di conseguenza, queste imprese quasi certamente vedranno crescere il tasso di fallimento dei progetti legati all’innovazione a tutto vantaggio della concorrenza.
“
La pandemia ha determinato cambiamenti profondi e permanenti nel modo in cui molti di noi vivono e lavorano. Non assisteremo a un ritorno completo allo status quo ed è assolutamente imperativo che le organizzazioni si evolvano", ha sottolineato
Pietro Marrazzo, Country Manager di Insight Italia. "
Il rischio di sbagliare le decisioni di investimento è sempre molto alto. Un investimento errato in questo momento potrebbe rivelarsi più dannoso che mai, limitando le possibilità di adattarsi con successo ai nuovi modi di lavorare e fare affari. Colmare il divario tra i team IT e il management deve diventare un’assoluta priorità: occorre collaborare con i dipartimenti IT su una base più strategica e valutarne il contributo rispetto agli obiettivi aziendali".
Pietro Marrazzo, Country Manager di Insight ItaliaTra gli altri risultati della ricerca, è emerso che i
team IT devono misurare il proprio impatto sull’andamento del business: l'81% dei reparti IT ha la libertà di investire nel miglioramento delle proprie competenze e l'82% è impegnato a supportare i progetti aziendali, anche se il 59% non viene misurato rispetto ai KPI aziendali. Non solo: le
mancate competenze devono essere colmate per adottare con successo le nuove modalità di lavoro, con il 57% delle organizzazioni che afferma di dover accrescere gli investimenti nella formazione e nella tecnologia necessaria per supportare una forza lavoro a distanza, e il 60% che richiede maggiori investimenti nelle competenze e nella tecnologia necessarie per ottimizzare il business
Inoltre,
il disallineamento tra IT e management mette a rischio i progetti: il 67% delle imprese sta lavorando a progetti volti a migliorare l'esperienza dei dipendenti e il 55% a progetti per ottimizzare il business, anche se la convinzione che le cose torneranno alla "normalità" significa che molti di questi progetti non hanno il pieno supporto dell'azienda e che quindi abbiano maggiori probabilità di fallire. Infine, vanno considerati i
costi del mancato coinvolgimento dell'IT: l'incapacità di interagire e ascoltare l'IT ha quasi certamente contribuito a una spesa media di oltre quattro milioni di euro per azienda, che nel biennio 2018-2020 sono stati investiti su progetti che non hanno raggiunto a pieno gli obiettivi previsti o che sono falliti del tutto.
"Il modo in cui l'IT viene percepito e utilizzato all'interno delle aziende deve cambiare radicalmente. Non basta che il Consiglio di Amministrazione abbia i responsabili IT a portata di mano, è necessario che all’IT sia riservato un posto nel board. Altrimenti le aziende rischiano di perdere terreno in un momento in cui la tecnologia digitale sta guidando il cambiamento in tutti i settori. L'IT deve essere messo in primo piano e al centro, deve guidare il cambiamento organizzativo e assumerne la responsabilità diretta. Occorre dare voce all'IT nel consiglio di amministrazione per guidare la strategia e utilizzarne le competenze per supportare l'innovazione e individuare il percorso migliore per raggiungere gli obiettivi di business: solo così le aziende saranno in grado di affrontare le sfide del 2021 e oltre", conclude
Pietro Marrazzo.
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