Il comparto delle soluzioni di IT as-a-Service on-premise sta crescendo abbastanza da meritarsi una sigla tutta sua: il DCIaaS sarà il nuovo volto del mondo server tradizionale?
Il cloud è un vantaggio,
averlo in casa è un vantaggio ancora maggiore. Volendo sintetizzarlo, e un po' banalizzarlo, al massimo, questo è il messaggio che IDC dà prefigurando una forte crescita del segmento che ha battezzato
DCIaaS. Che sta per
Dedicated (Local) Cloud Infrastructure-as-a-Service. In sostanza, il mercato delle soluzioni che permettono di avere una infrastruttura aderente ai principi tecnologici del cloud, ma all'interno delle proprie infrastrutture IT.
L'idea di fondo, per IDC, è che le aziende abbiamo ormai metabolizzato il concetto secondo cui il passaggio ad una IT as-a-Service permette di
affrontare meglio i percorsi di digitalizzazione. Non è una questione di costi, perché anche quelli del cloud possono essere elevati quanto e più dell'on-premise, ma piuttosto di una
flessibilità ed elasticità dell'IT che permette di affrontare meglio il mercato. Che, insieme alle aspettative dei clienti, cambia velocemente.
Il salto in avanti è che da qualche tempo
l'identificazione tra IT as-a-Service e cloud pubblico non è più così automatica. Sono stati portati sul mercato prodotti che in pratica replicano l'esperienza e i vantaggi del cloud all'interno dei data center d'impresa. Questi prodotti costituiscono il comparto delle soluzioni Dedicated (Local) Cloud Infrastructure-as-a-Service (DCIaaS). Per il quale IDC prevede crescite molto rilevanti: da un giro d'affari globale di 138 milioni di dollari nel 2020 a ben
14 miliardi nel 2025. Una crescita annua composta di quasi il 152 percento.
Le soluzioni DCIaaS sono descritte come "
una versione dedicata di una offerta public cloud già disponibile, modificata per essere eseguita on-premise o in un ambiente di colocation certificato". Scenari quindi da data center, ma per IDC questa classe di soluzioni sarà
ampiamente usata anche alla periferia della rete, in scenari di edge computing. Resta il duplice vantaggio del pagamento a consumo delle risorse IT (computing e storage) e della loro scalabilità. Come anche il fatto che il fornitore della soluzione
mantiene la proprietà dell'hardware e del software adottati ed è responsabile di tutta la parte di gestione operativa.
Secondo IDC, le soluzioni DCIaaS saranno usate dagli utenti enterprise ma anche dai service provider stessi, che le useranno per
spingere i propri servizi cloud presso i clienti che per
vari motivi non sono "migrabili" del tutto al cloud esternalizzato. Attenzione però a pensare che stia per nascere una specie di cannibalizzazione reciproca tra ambienti cloud più o meno ibridi. Le cifre del mercato DCIaaS
sono ancora piccole rispetto al comparto server tradizionale (80 miliardi l'anno circa, sempre secondo IDC) ed alle
offerte cloud IaaS (67 miliardi) o PaaS (47 miliardi).
Ed è inoltre assai probabile che
a soffrire sarà prima di tutto il comparto server, motivo per cui già
diversi vendor hanno sviluppato offerte in logica IT as-a-Service. Ma anche i principali
cloud provider hanno i loro modi per mettere un piede nei data center dei clienti.
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