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NFON: non c'è comunicazione senza produttività

I lockdown hanno definitivamente fatto affermare la Unified Communication anche nelle imprese italiane. Ora c'è da razionalizzare quanto fatto in emergenza, puntando sull'integrazione tra comunicazioni e produttività.

Cloud
A parte la cyber security, che però è sempre sugli scudi, le comunicazioni business rappresentano il settore di mercato che ha registrato forse la maggior spinta durante i lockdown. Si tratta delle soluzioni che definiamo genericamente di UCC (Unified Communications and Collaboration), a cui le imprese si sono affidate, a volte di colpo, quando si sono trovate con i dipendenti delocalizzati tra sedi remote e abitazioni. Non sempre le aziende hanno potuto scegliere ed implementare nuovi servizi in maniera ponderata, però hanno fatto quello che potevano per permettere ai dipendenti di lavorare da casa quasi come fossero in ufficio.

Il bicchiere mezzo pieno di questo scenario è che è aumentata nelle imprese la consapevolezza sulle potenzialità delle odierne piattaforme di comunicazione e collaborazione. Ora che siamo passati ad una fase di assestamento del mercato e dell'IT, ciò dovrebbe rappresentare una buona base da cui partire per fare anche meglio. "Tutte le aziende hanno guardato a cosa offriva il mercato - racconta Marco Pasculli, Managing Director di NFON Italia - e anche per noi la domanda è aumentata in modo notevole. Le aziende hanno gestito la situazione al meglio possibile anche nella comunicazione professionale, ad esempio nel comparto call center, mentre ora c'è la volontà di fermarsi a riflettere per rivedere gli strumenti che si sono adottati, pensando a una infrastruttura di comunicazione differente".

Un ripensamento tecnologico in ottica strategica che è reso possibile anche dall'ampliamento del mercato, una evoluzione che interessa anche la telefonia IP. "I vendor che sono emersi in questa fase, anche con strumenti gratuiti, oggi propongono di dotare questi stessi strumenti di funzioni di telefonia. All'estremo opposto ci sono i fornitori tradizionali di telefonia, che propongono ai clienti di estendere le funzioni dei loro client con funzioni di collaborazione e videocomunicazione", sottolinea Pasculli. Aumenta l'offerta per azione di attori diversi, in sostanza. Una evoluzione che potrebbe fare bene al mercato italiano, sempre un po' restio di fronte all'adozione di strumenti di comunicazione in cloud.
marco pasculli nfon italia 1Marco Pasculli, Managing Director di NFON Italia"Quello che è successo - racconta Marco Pasculli - ha cambiato il mercato e ha accelerato la presa di coscienza delle imprese italiane. Oggi per noi è molto più facile parlare dei nostri servizi, troviamo interlocutori mediamente preparati, anche se manca ancora un po' di cultura nelle piccole realtà". Il prossimo futuro vede quindi con tutta probabilità una crescita del mercato della comunicazione e della collaborazione via IP in cloud. Resta semmai il nodo della PA, che pensa alla digitalizzazione ma che per ora non ha convenzioni o programmi per la collaboration e la comunicazione in cloud. Quando questo gap sarà colmato, spiega Pasculli, "il mercato raddoppierà, data la dimensione delle imprese pubbliche".

La chiave per il successo di molti servizi per la comunicazione digitale è stata certamente l'integrazione con le soluzioni di collaboration che le aziende già avevano. NFON ha scommesso da sempre sull'integrazione con Microsoft Teams e la scelta ha premiato. "È la componente che in Italia è piaciuta forse di più: un buon numero di opportunità di mercato sono legate proprio al tema dell'unione con Teams, perché è aumentata la domanda dei clienti Microsoft", sottolinea Pasculli.

Ma non tutto si esaurisce con Teams, motivo per cui "abbiamo esteso le funzioni del nostro client telefonico anche alla collaboration e alla videocomunicazione", spiega il manager NFON. Ed è anche in parte la ragione per cui ora la software house tedesca rende possibile integrare il suo client "con oltre sessanta piattaforme di CRM, perché le aziende cercano la possibilità di interconnettere ad automatizzare la comunicazione con la produttività".
telefonoIn questa fase del mercato il filone della videoconferenza è il più gettonato, per questo NFON ha deciso di acquisire una partecipazione in Meetecho, società italiana spinoff della Università Federico II di Napoli che ha sviluppato Janus, uno dei server WebRTC più popolari al mondo. "Meetecho è una piccola struttura di sviluppatori tecnologici che hanno creato un oggetto reputato molto interessante da un gran numero di imprese nel mondo, anche particolarmente grandi", spiega Marco Pasculli. Il riferimento è a nomi come Alibaba Cloud, Microsoft, Slack o Twitter. O come l'IETF, che usa Janus per i suoi tanti eventi globali in streaming.

Una piccola realtà tecnologica come Meetecho può integrarsi bene con NFON. La prima resta sostanzialmente indipendente nella possibilità di continuare a portare avanti sviluppo e business propri. La seconda acquisisce competenze in ambito WebRTC e broadcast video, ampliando lo stack tecnologico della piattaforma Cloudya. A tutto vantaggio delle opzioni a disposizione degli utenti.
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