Uno studio condotto con The European House-Ambrosetti mostra l’impatto positivo del digitale sulla sostenibilità
La trasformazione digitale e la consapevolezza verso una maggiore sostenibilità dello sviluppo, entrambe accelerate dalla nota pandemia, sono
due transizioni che vanno verso una direzione comune. È quanto è emerso da uno studio elaborato da
The European House–Ambrosetti in collaborazione con
Microsoft Italia e presentato in occasione del tradizionale Forum di Cernobbio a inizio settembre.
La ricerca
“Digitalizzazione e sostenibilità per la ripresa dell’Italia”, presentata tra gli altri da
Silvia Candiani,
Amministratore Delegato di Microsoft Italia, e dall’advisor scientifico dell’iniziativa
Patrizia Lombardi,
Prorettore del Politecnico di Torino, si è posta l’obiettivo di indagare il contributo del digitale allo sviluppo sostenibile, identificandone gli ambiti di applicazione e quantificandone gli impatti sulle sue diverse componenti per l’Italia nel contesto della ripresa post Covid-19.
In particolare, lo studio condotto su un campione di oltre 200 aziende ha mostrato che le nuove
forme di lavoro a distanza (64% del campione) e di
collaborazione (59% del campione) sono percepite come
le principali leve attraverso cui il digitale può contribuire alla sostenibilità sociale.
Lo Studio rivela nel dettaglio quali possono essere le sinergie tra la trasformazione digitale e le diverse componenti di sviluppo sostenibile: per esempio, sotto il profilo della
sostenibilità economica, si nota come le aziende digitalizzate ottengano un importante
beneficio sulla produttività del lavoro rispetto alle aziende che non hanno ancora attuato percorsi di trasformazione digitale, con un incremento del
64% per le aziende italiane, rispetto al 49% per le aziende europee.
Non solo: sotto il profilo della
sostenibilità ambientale risulta come il digitale sarà una delle armi più importanti per la transizione verde, con un impatto al 2030 pari a quello incrementale delle energie rinnovabili. Complessivamente, infatti,
si stima che tra il 2020 e il 2030 il digitale contribuirà ad abbattere fino al 10% delle emissioni rispetto ai livelli del 2019 (37 milioni di tonnellate di CO2 annue). Infine, sotto il profilo della
sostenibilità sociale, lo studio evidenzia chiaramente come l’adozione di nuovi modelli di collaborazione sia la principale leva d’azione attraverso cui le aziende possono contribuire al benessere delle persone, all’inclusione sociale e all’inclusione dei territori. Nella survey, le
nuove forme di lavoro a distanza (63,7% del campione) e
di collaborazione (59% del campione) sono state indicate come le principali leve attraverso cui il digitale può contribuire alla sostenibilità sociale.
Tra gli altri insight emersi dallo Studio, è emerso che i valori di sviluppo sostenibile sono sempre più al centro dell’interesse, con una corrispondente crescita nelle aziende della consapevolezza del loro valore quale leva competitiva per il business:
il 64% delle aziende intervistate considera infatti la sostenibilità ambientale come uno dei pilastri della propria visione. Sostenibilità ambientale che si declina secondo significati differenti: per
il 59% delle aziende sostenibilità ambientale significa efficienza nei processi interni,
per il 39,6% implica il rinnovamento dei propri prodotti e servizi in ottica sostenibile, mentre i
l 5% del campione ha indicato anche la necessità di competenze e figure professionali adeguate per concretizzare uno sviluppo sostenibile. Segue a questa esigenza strutturale l’intenzione di allargare la propria visione di sviluppo sostenibile all’intera filiera, che complessivamente interessa oltre il 60% del campione.
È anche emerso che
il vero abilitatore del cambiamento in chiave sostenibile è la presenza di una cultura aziendale orientata al digitale. A sostenerlo è il 42% delle aziende del campione; a seguire, la presenza di processi che permettano di sfruttare a pieno il digitale (24%) e delle giuste competenze per creare valore a partire dagli asset digitali in azienda (21,5%). Fattori, questi tre, che guardati insieme rimandano alla maturità del business in materia di digitale e nuove tecnologie. Una cultura aziendale digitale, che integra la tecnologia nella propria value chain e nella propria strategia, è quindi predisposta a sfruttarne il valore oltre la “semplice” efficienza, ma anche, per esempio, a innovare prodotti e servizi e registrare impatti positivi sui territori di attività.
Silvia Candiani, Amministratore Delegato di Microsoft Italia, nel corso della presentazione della ricercaDalla ricerca è infine emerso che oltre
l’86% delle aziende dichiara di aver implementato o programmato misure per la sostenibilità abilitate dal digitale. Il restante 14%, che ancora non ha realizzato né pianificato implementazioni sostenibili, fa riflettere sulla necessità, ancora invalidante, di finanziamenti a sostegno della transizione green e della digitalizzazione, governance orientate alla sostenibilità e procedure più snelle, a cui il PNRR, con il 70% delle risorse dedicate a green e digitale, potrà imprimere un’accelerazione significativa.
Diminuzione degli spostamenti (71,2%),
dematerializzazione dei processi (68,4%),
gestione più efficiente delle operations (50,9%) e
incremento delle attività di monitoraggio (49,1%) sono i principali fattori che secondo le aziende intervistate contribuiscono a migliorare il livello di sostenibilità ambientale.
“Le tre grandi sfide per il rilancio del nostro Paese – sostenibilità, digitale e inclusione sociale – sono strettamente legate tra di loro e, investendo in maniera sinergica e strategica, possono creare un circolo virtuoso in grado di accelerare non solo la ripresa, ma l’evoluzione verso nuovi modelli di business e vita più sostenibili. Questo studio si pone l’obiettivo di analizzare le strette correlazioni tra questi tre filoni, dimostrando i notevoli impatti che piani e iniziative in questi ambiti possono avere sulla crescita della nostra economia e del mondo del lavoro, nel pieno rispetto delle sfide ambientali e promuovendo in Italia una società più aperta e in grado di dare opportunità a tutti. Siamo in un momento unico dove le opportunità di colmare i gap e ritornare a crescere ponendo le basi per un futuro migliore per il nostro Paese sono davanti a noi. Serve un impegno corale e condiviso dal mondo pubblico e privato per realizzare il Digital Restart dell’Italia”, ha commentato
Silvia Candiani, Amministratore Delegato di Microsoft Italia.