Al Microsoft Ignite 2021 debutta l'idea che Microsoft ha del metaverso: un ambiente immersivo e virtuale che parte però dalle esigenze concrete di collaborazione nelle imprese
Microsoft Ignite 2021 è stato ancora una volta l'evento in cui la casa di Redmond ha messo sul tavolo le sue metaforiche carte tecnologiche, ed anche visionarie, per il prossimo futuro. Ignite nasce infatti come evento destinato ai tecnici, specialmente agli sviluppatori, anche se nel tempo l'ex TechEd è diventato sempre più una
vetrina destinata a tutto il pubblico business. In sostanza, oggi è il luogo in cui Microsoft presenta gli sviluppi tecnici anche più evoluti e non necessariamente implementati a stretto giro di release. Anche l'edizione 2021 ha rispettato questa tradizione, combinando insieme elementi più concreti e più di visione.
L'hype del momento riguarda indubbiamente il concetto del
metaverso. Facebook l'ha messo in primissimo piano diventando Meta e prevedendo lo sviluppo di un mondo virtuale in cui avere relazioni e interazioni di ogni tipo.
Microsoft va più sul concreto e vede il metaverso come un ambiente prima di tutto di interazione con colleghi, collaborazione, comunicazione.
Non una potenziale distopia di un ambiente sempre più alternativo al reale - che è in fondo la descrizione più diffusa del metaverso, storicamente - ma
un ambiente di lavoro "aumentato" che può essere più o meno di rottura con l'esistente. O - più in generale, come spiega direttamente
Satya Nadella, CEO di Microsoft - "integrare il computing nel mondo reale e il mondo reale nel computing, portando una presenza reale in qualsiasi spazio digitale".
Microsoft Ignite 2021 arriva dopo la nascita di Meta e questo permette a Microsoft di
descrivere la sua concezione del metaverso anche per differenze. Non è quello del romanzo
Snow Crash di Neal Stephenson - che coniò il termine metaverso, anche se secondo chi scrive sono molto meglio riusciti e comprensibili i romanzi di William Gibosn - ma "un mondo digitale persistente che è connesso a molti aspetti del mondo fisico e (...)
permette esperienze condivise". Il metaverso insomma anche come interpretazione più gradevole, interattiva e funzionale della "vita da Zoom o Teams" che i lockdown ci hanno imposto. Quella è stata la soluzione di emergenza, il metaverso è quella prospettica che
istituzionalizza, ma ad un livello superiore, la presenza virtuale nel lavoro ibrido.
Sì, ma in pratica? In pratica a Microsoft Ignite 2021 abbiamo visto due anticipazioni chiave:
Dynamics 365 Connected Spaces e Mesh for Microsoft Teams. Il primo è una evoluzione semplice da capire e, come indica l'inserimento nella famiglia Dynamics 365, essenzialmente aziendale. Riguarda l'analisi in tempo reale e con funzioni di AI delle immagini riprese di spazi pubblici e dei
dati raccolti da sensori IoT collocati in questi stessi spazi. Tutto per per collezionare dati da cui trarre informazioni su - essenzialmente -
chi fa cosa e come in questi spazi. È l'evoluzione di Dynamics 365 Connected Store, che si focalizzava solo sull'ambito retail, verso comparti anche molto diversi come il manufacturing e la gestione dei processi fisici aziendali.
Mesh for Microsoft Teams è decisamente più di effetto e rimanda più direttamente al concetto degli spazi virtuali. L'idea di fondo è partire dalla base (molto) solida di Teams per integrarvi diversi elementi di "presence" attraverso
la creazione di spazi comuni virtuali e l'utilizzo di avatar. Alla base di tutto questo ci sono le tecnologie di
Microsoft Mesh, ma senza scomodare le loro applicazioni più estreme come l'interazione attraverso pseudo-ologrammi o l'utilizzo di visori di AR o VR.
Qui l'interfaccia può essere ancora il buon vecchio display, ma con più possibilità di sentirsi "dentro" un ambiente collaborativo.
La parola chiave usata spesso da Nadella è "partecipazione": essere in un ambiente virtuale con il proprio avatar, insieme a quelli dei colleghi, è molto meglio che l'ennesima
sessione video in cui tutti guardano fissamente la webcam.
In prospettiva non c'è solo questo. Gli avatar in video del primo Mesh for Microsoft Teams, che arriverà teoricamente nel 2022, sono il ponte verso
ambienti virtuali davvero immersivi in cui porre digital twin delle persone come delle cose. Microsoft parla intelligentemente di
metaversi (plurale) e non di un metaverso universale. Gli ambienti virtuali del futuro di Teams sono potenzialmente ricchi ma anche mirati, dedicati a collaborazioni, comunicazioni, applicazioni, servizi specifici.
Ogni azienda potrà creare i suoi, ad esempio creando "stanze" collaborative in cui interagire con il gemello digitale di un prodotto in fase di sviluppo. Dall'oggetto, volendo,
alla città. Ma sempre connessi, ovviamente, con tutto quello che è il mondo Microsoft aziendale, compresi gli ormai semplicissimi documenti di Office.