Il passaggio all'hybrid working richiede strumenti che compensino con il digitale la mancanza di interazioni personali. Loop ne è un esempio.
Le aziende possono mettersi il cuore in pace. Qualsiasi sia la loro posizione sul remote working, le nuove modalità di lavoro ibrido che si sono sviluppate durante la fase emergenziale della pandemia
non saranno abbandonate. Le imprese che pensano di tornare alla normalità pre-lockdown
rischiano di perdere i dipendenti più "pregiati", che vogliono mantenere i vantaggi di un nuovo equilibrio tra vita provata e lavorativa. Se non è possibile nell'azienda per cui lavorano, cercheranno di farlo altrove.
Gli anglofoni l'hanno già battezzata
The Great Resignation: la Grande Dimissione, che sta spiazzando le imprese. Nel 2021 il tasso di dimissioni tra i dipendenti più appetibili - fascia d'età 30-45 anni, competenze nei settori tecnologici più in voga - è decisamente più alto di un anno fa. Negli USA, anche del 20% più elevato. Il
messaggio, secondo la gran parte degli osservatori, è evidente: i lavoratori che assommano competenze ed esperienza in settori strategici hanno l'opportunità di
abbandonare le aziende che non danno loro modo di combinare crescita professionale, qualità della vita, ottimizzazione del tempo.
Anche i maggiori fautori del lavoro ibrido hanno però già lanciato un mezzo allarme. Nell'hybrid working bisogna trovare il modo di compensare le forme di comunicazione e i
legami deboli che si attuano in ufficio e
che nella collaborazione digitale mancano o sono poco efficaci. Eliminare la presenza in ufficio e affidare tutto a videoconferenza, posta elettronica, chat e passaggi di documenti non risolve questa difficoltà.
Servono strumenti nuovi che mettano un minimo di ordine e formalizzazione, senza però rigidità, nell'inevitabile proliferare di spazi di collaborazione digitale, contenuti, canali di comunicazione.
Microsoft ha sposato questa impostazione e ha mostrato,
all'ultimo Ignite, come intende concretizzarla.
Se il lavoro si destruttura, per Microsoft in un certo senso la risposta più logica è
destrutturare anche lo strumento di lavoro per eccellenza della casa di Redmond, ossia Office. Ovviamente in stretta sinergia con Teams, che oggi è di fatto un componente di Office nelle imprese. Non è un concetto nuovo: è un lavoro che Microsoft
aveva già portato avanti con il framework
Fluid, che però ora si formalizza ulteriormente e prende il nome di Loop. Loop non è ancora un prodotto vero e proprio, al momento Microsoft ne ha presentato solo alcune componenti di base.
L'architettura concettuale di Loop prevede spazi di lavoro condivisi (i
workspace) in cui collaborare su una nuova forma di documento (prendete il termine in senso lato): le
pagine, che in pratica sono una collezione di "
componenti". Se l'impostazione sembra indefinita, è perché i nuovi concetti di collaborazione elaborati da Microsoft (e non solo da lei)
non sono incasellabili nel concetto tradizionale di documento omogeneo e strutturato. Una pagina di Loop non è una pagina di Word o un foglio di Excel. È piuttosto una whiteboard collaborativa in cui inserire contenuti di vario genere: i componenti di Loop.
Questi sono, in estrema sintesi,
le componenti di base, atomiche, degli strumenti Microsoft: liste, testo, chat, note, appuntamenti, task, elementi delle applicazioni Dynamics... tutti aggiornati in tempo reale. E tutti "estraibili" da una pagina di Loop per essere portati in un'altra o in una convenzionale applicazione.
Un documento in Loop è quindi già in partenza uno spazio di collaborazione: tutti gli utenti autorizzati possono inserire nuovi componenti e collaborare su di essi, in tempo reale come in differita. Restando comunque sempre aggiornati e sincronizzati, di modo che le informazioni siano sempre le stesse, e corrette, indipendentemente da dove sono.
Microsoft per ora
sta concentrandosi sullo sviluppo dei "mattoncini" di Loop: i componenti. Ad Ignite 2021 ne ha presentati due nuovi (un sistema di votazioni, uno status tracker per progetti), più la possibilità di convertire in componenti gli elementi di Dynamics 365. Ha annunciato anche che gli sviluppatori terze parti potranno creare componenti propri usando le piattaforme Microsoft che già esistono, ma su questo le vere novità si vedranno alla conferenza per gli sviluppatori,
Microsoft Build, l'anno prossimo.