La startup italiana Radicalbit dà vita alla continuous intelligence, in grado di generare e addestrare in modo dinamico modelli di Intelligenza Artificiale.
Radicalbit è una startup nata quasi cinque anni orsono, che fa parte di un gruppo del settore ICT costituito da tre società operative e una holding, che realizza sia consulenza che prodotti, con ricavi di circa 11 milioni di euro. La startup è frutto di un'intuizione: i dati sono un valore, quelli in streaming ancora di più. Tuttavia, presentano molte problematiche dal punto di vista del trattamento e della gestione tecnica. Il CEO Leo Pillon ci ha spiegato che "Radicalbit ha la vision di rendere semplice, intelligente ed economico trattare questo tipo di dato".
Radicalbit ha realizzato una piattaforma in grado di svolgere due compiti: DataOps (gestione del ciclo di vita del dato) e una di MLOps (operazionalizzazione di algoritmi di machine learning). Pillon sintetizza: "siamo in grado di gestire il ciclo di vita del dato end-to-end semplificandone l'utilizzo attraverso un'interfaccia grafica di dati in streaming che possono essere elaborati in real time anche attraverso l'Intelligenza Artificiale".
È una soluzione che offre il vantaggio di una minore richiesta di competenze tecniche, un minore tempo di sviluppo delle applicazioni che fanno uso di questi dati, e di un minore tempo di messa in produzione degli algoritmi di machine learning. La startup ha avuto riscontri molto positivi dal mercato, oltre che la menzione di Gartner a fine 2020 come una delle 10 value added platform nella 2020 Gartner Market Guide for Event Stream Processing.
Leo Pillon, CEO di Radicalbit
La clientela comprende aziende sia italiane che internazionali, in settori molto differenziati che spaziano dal fashion alla telefonia, passando per smart city, healthcare, elettronica ed elettrodomestici. Merito del fatto che le tecnologie create da Radicalbit possono essere applicate a tutti i mercati, e i system integrator possono usarle come base per costruirvi sopra applicazioni e servizi verticali.
Radicalbit ha dato l'esempio di come si realizza un'applicazione verticale sulla base della sua stessa piattaforma creando GoLive. È stata realizzata in piena pandemia, ed è un servizio di Advanced Stream Commerce che unisce il live stream commerce con le potenzialità della gestione dei dati in streaming e dell'Intelligenza Artificiale. Pillon spiega: "siamo in grado di dire in real time alle aziende che usano GoLive se la presentazione che stanno tenendo online sta andando bene mentre questa avviene, così da poter apportare modifiche in tempo reale per migliorare le performance".
GoLive è uno dei tanti esempi. Un altro riguarda l'ambito industriale, dove buona parte degli impianti sfrutta sensori IoT. La piattaforma di Radicalbit è in grado di raccogliere ed elaborare i dati prodotti da questi sensori per suggerire come aumentare la produzione, ottimizzare la gestione dei costi, oppure scoprire che uno strumento progettato per 10.000 ore di lavoro può arrivare ben oltre se ne si ottimizza l'uso con l'impiego dell'AI.
Questo non significa che l'AI rimpiazzerà la componente umana. Pillon tiene a rimarcare che "l'AI è forza bruta. Analizza enormi quantità di dati che crescono in fretta. Ma la componente umana è importante nella misura in cui solo l'uomo può porre la giusta domanda alle applicazioni di modo da ottenere un set di risposte. E solo l'uomo può interpretare queste risposte sulla base della propria esperienza e compiere le scelte conseguenti".
Attualmente Radicalbit offre servizi on-premise, in cloud e in PaaS. Lo scorso anno ha varato un aumento di capitale per sviluppare una nuova piattaforma di continuous intelligence, che è disponibile da quest'estate. È una piattaforma software scalabile, basata su un approccio codeless (interfaccia visuale che consente di ridurre la necessità di competenze tecniche), in grado di abilitare e operazionalizzare una nuova generazione di modelli di Intelligenza Artificiale.
La novità spiega Pillon, è che la continuous intelligence interagisce con i vari framework in maniera semplificata, affinché addestramento e applicazione del processo di gestione dell'algoritmo di AI avvengano in un unico processo, invece che in due passaggi separati. Inoltre, evolve anche l'addestramento dei modelli. Al posto dei modelli statici che devono essere addestrati sulla base dei dati storicizzati (e ogni aggiornamento implica un nuovo addestramento), nella continuous intelligence i modelli sono dinamici e il loro addestramento avviene in modo continuo e dinamico, sulla base dei dati in tempo reale. Gli update che può dare il cliente rendono maggiormente competitiva l'offerta del cliente stesso.
Il risultato, sintetizza Pillon, è che "grazie a una piattaforma di continuous intelligence andremo a realizzare un real time decision support system reale, che è quello che vorrebbero tutti gli imprenditori".
Pillon sta lavorando per internazionalizzare l'azienda. Non significa spostarla all'estero, ma creare una struttura tecnica e una commerciale internazionale. "Abbiamo già un account in Inghilterra, lo stiamo cercando in Spagna. Abbiamo una decina di partner di cui alcuni internazionali, quindi il nostro processo di internazionalizzazione è già partito".