L’automazione classica e digitale colpirà i lavori di routine nelle aziende europee, già messe in crisi dal Covid e dall’invecchiamento dei dipendenti
Le tecnologie collegate all’automazione del lavoro hanno sempre sofferto di una certa “cattiva stampa”. Prima quelle più note dell’automazione industriale, poi anche quelle collegate all’automazione software dei processi digitali. In una fase dell’economia globale in cui l’innovazione tecnologica sembra mettere in dubbio la stabilità di intere filiere produttive (pensiamo ad esempio ai temuti effetti dell’elettrificazione sulle aziende automotive), l’idea che robot, cobot e automi software possano svolgere il nostro lavoro non è esattamente piacevole. Nonostante le rassicurazioni di chi, invece, sull’automazione ci punta decisamente.
Di sicuro non aiuta a distendere gli animi una nuova analisi di Forrester secondo cui praticamente un terzo (più precisamente, il 34%) dei posti di lavoro europei è a rischio a causa dell’automazione. Entro il 2040, si spiega, nelle principali economie europee (Francia, Germania, Italia, Spagna, UK) si perderanno ben 12 milioni di posti di lavoro. A essere colpiti saranno soprattutto i lavoratori con meno potere contrattuale, come quelli part-time. Specie nei settori ingrosso, retail, trasporti, servizi alimentari, hospitality.
“La produttività persa causa COVID spinge le aziende di tutto il mondo ad automatizzare i processi manuali”, spiega Michael O’Grady, Principal Forecast Analyst di Forrester. Ma non c’è solo questo: le aziende europee sono fortemente orientate a sposare ogni forma di automazione “perché la loro forza lavoro invecchia e perché molti loro dipendenti svolgono compiti di routine che non richiedono grandi skill e che possono essere facilmente automatizzati”, spiega Forrester.
I numeri delle statistiche confermano questi trend, secondo Forrester. La percentuale dei lavoratori di fascia media che svolgono compiti automatizzabili è elevata in tutte le nazioni. Ad esempio è il 38% in Germania, il 34% in Francia, il 31% in UK. Complessivamente, questo significa 49 milioni di posti di lavoro a rischio nelle cinque nazioni citate.
Parallelamente, a causa dell’invecchiamento delle popolazioni, tra il 2020 e il 2050 in queste nazioni i cittadini in età lavorativa saranno 30 milioni in meno. Un problema soprattutto nelle nazioni - come Francia, Germania, Italia, Spagna - dove predominano ancora i settori che richiedono manodopera: industria, agricoltura, costruzioni.
Resta vero che l’automazione può “liberare” molti dipendenti da compiti a basso valore aggiunto e traghettarli verso professioni migliori, magari solo leggermente diverse. Forrester in questo senso indica che l’automazione promette di creare 9 milioni di nuovi posti di lavoro - sempre entro il 2040 nelle cinque nazioni citate prima - ma questo non basta a bilanciare completamente i posti persi nello stesso periodo.