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Nutanix, il multicloud vincente

Alberto Filisetti, Country Manager Italia della società, commenta i risultati per il nostro Paese della nuova edizione di un’indagine globale sul livello di adozione del cloud

Cloud
Multicloud pigliatutto in Italia? Parrebbe proprio di sì, a giudicare da un’indagine sulle tendenze tecnologiche IT condotta recentemente per Nutanix, in base alla quale il 51% degli intervistati nel nostro Paese ha dichiarato che l’ambiente operativo maggiormente utilizzato è il multicloud, con una penetrazione di gran lunga superiore alla media mondiale del 15%.

Impresa City ha voluto commentare con Alberto Filisetti, Country Manager di Nutanix Italia, alcuni risultati dell’indagine “Enterprise Cloud Index”, condotta da Vanson Bourne su 1700 rispondenti in tutto il mondo e giunta alla quarta edizione.

Guardare alle applicazioni

Questo piazzamento sopra al 50% del multicloud vede l’Italia seconda solo al Brasile, dove questo dato è al 54%, ma occorre andare oltre alla superficie”, esordisce Alberto Filisetti, spiegando che “se è vero che il multicloud si pratica perché le aziende sono sempre alla ricerca della soluzione migliore per ogni cosa, è anche vero che da noi è più riferito alle applicazioni di tipo SaaS, cioè alle varie applicazioni come l’Office Automation, il CRM, la BI e tanto altro, mentre invece se si parla di IaaS, il multicloud è molto meno gettonato”.

Detto in altre parole, secondo Filisetti, "oggi il multicloud in Italia è un’opzione molto considerata per l’erogazione di servizi verticali, nei quali le aziende cercano l’offerta con qualità migliore e prezzo più vantaggioso”.

Ma c’è un altro punto dell’indagine che secondo il numero uno di Nutanix Italia merita un’analisi: il dato secondo il quale la complessità legata alla gestione resta una sfida importante per le aziende, con l'87% degli intervistati a livello globale che concorda sul fatto che un’implementazione di successo del multicloud richieda una gestione più semplice per le diverse infrastrutture. Qui va detto che “quando si va sul cloud non è automatico che tutto sia semplice, in quanto ci sono nuovi aspetti da gestire che aprono un problema di competenze talvolta non presenti in azienda, anche perché ogni cloud provider pubblico ha le sue peculiarità”, fa notare Filisetti.

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Le sfide in campo

Altre due sfide principali del multicloud sono quelle della sicurezza, in quanto la presenza di diversi provider di servizi cloud complica certamente la gestione, e quello dell'interoperabilità delle applicazioni posizionate su cloud diversi: “oggi le applicazioni non vivono di vita propria, e se da una parte si sta lavorando molto sull’interoperabilità, non è ancora garantito che tutte le applicazioni possano comportarsi allo stesso modo su qualunque cloud indifferentemente”, evidenzia Filisetti.  

Parlando sempre di cloud pubblici, è da considerare anche l’aspetto dei costi: “non tutto può essere messo in cloud, per un problema di convenienza, ed è per questo che si cerca di mettervi i workload più predicibili, tenendo on premises le parti meno predicibili delle applicazioni”, avverte Filisetti.

L’ora del multicloud ibrido

Volendo sintetizzare con una battuta, “cloud pubblico è bello, ma multicloud ancora meglio”, sottolinea Filisetti, ricordando però che “il private cloud ha ancora molto da dire, soprattutto se si usano le infrastrutture di nuova generazione, come è il caso di quella presentata da Nutanix circa dieci anni fa, che mette insieme cloud privato e cloud pubblico, occupandosi della gestione in maniera trasparente, con i massimi livelli di orchestrazione e sicurezza, e visibilità sui costi”. Quest’ultimo non è un aspetto banale, in quanto “in funzione dei costi le aziende adottano determinate scelte su dove spostare le applicazioni, che tipicamente è dove conviene maggiormente”, fa notare Filisetti.  

In sostanza, il framework Nutanix AOS permette quindi di vedere il proprio cloud privato e il cloud pubblico come un’unica infrastruttura, dato che si appoggia su hardware privato o pubblico indifferentemente, e soprattutto è completamente software, in modo da poter essere proposto anche in modalità subscription. “Tutto questo senza rinunciare a due aspetti fondamentali: la sicurezza e la gestione”, evidenzia Filisetti, ricordando per esempio che “due anni fa abbiamo siglato una prima partnership con AWS e quasi un anno fa con Microsoft Azure, in modo da permettere ai nostri clienti di avere il proprio cloud privato costruito su Nutanix e di portare parte delle proprie licenze sul public cloud in caso di necessità di maggiore capacità”.  

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Alberto Filisetti, Country Manager di Nutanix Italia

Valore aggiunto

È in questo modo che si può “creare un cloud ibrido completamente trasparente, che viene gestito tramite un unico control plane, ovvero Prisma, senza necessità di particolari installazioni o configurazioni, ma anche senza necessità di dover fare replatforming delle applicazioni, in quanto il ‘motore’ sottostante è lo stesso del cloud privato: in sostanza, viene fatta un’istanza di Nutanix sul cloud pubblico, in maniera totalmente trasparente alle applicazioni stesse”.

Non è quindi per caso che dall’indagine condotta per Nutanix emerga come modello ideale il multicloud ibrido, indicato dall'84% degli intervistati italiani, del tutto in linea con l’83% a livello globale. È un mercato in cui “non siamo gli unici a proporre un’offerta”, racconta Filisetti, “ma ci distinguiamo sia per la massima semplicità di uso e gestione, sia per la sicurezza sempre ai massimi livelli: questo è il valore aggiunto che Nutanix porta al mercato”.

Prospettive ambiziose

Parlando infine di mercato, il Country Manager di Nutanix Italia racconta di “un primo trimestre in fortissima crescita a livello globale, che fa seguito all’ottimo andamento dei due anni passati, che nonostante la pandemia sono stati notoriamente positivi per le aziende del settore IT, con l’Italia in particolare che sta mettendo a segno ottime performance, anche con referenze di primissimo piano, tanto che abbiamo rafforzato i nostri tre team presenti a Milano, Roma e nel Nord Est”.  

Non solo: guardando al 2022, da poco iniziato, le prospettive sono sicuramente ambiziose, anche alla luce degli investimenti previsti nel Pnrr, tanto che nello scorso agosto, ovvero all’inizio dell’anno fiscale di Nutanix, è stata costituita una nuova Divisione, “creata appositamente per seguire più da vicino e soddisfare al meglio le istanze provenienti dalla Pubblica Amministrazione italiana, sia centrale sia locale”, conclude Alberto Filisetti.
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