Dall’anno scorso più che quintuplicati i prezzi sui mercati internazionali di gas ed elettricità. Rischio impennata carburanti: +21 mld per autotrasporto. Sistema energetico italiano deve ridurre dipendenza da forniture estere.
"Lo scoppio della guerra in Ucraina il 24 febbraio scorso ha innescato una forte instabilità al rialzo dei prezzi dell’energia, già in atto, da mesi, con incrementi di circa il 50% delle quotazioni del gas e dell’elettricità sui mercati internazionali. Conseguentemente, l’impatto sulla bolletta energetica di famiglie e imprese diventa sempre più pesante e difficilmente sostenibile. In particolare, per le imprese del terziario di mercato dei settori del commercio, della ricettività e della ristorazione un aggravamento del conflitto, con l’eventuale interruzione delle forniture di gas dalla Russia, potrebbe comportare una spesa energetica di quasi 30 miliardi di euro nel 2022, con un incremento di oltre il 160% rispetto al 2021; sul fronte carburanti, il prezzo del petrolio macina nuovi record e spinge il gasolio oltre 1,8€ al litro e con il conflitto in corso per l’autotrasporto si rischia una maggiore spesa annua di 21 miliardi. Sono dunque sempre più urgenti misure strutturali per risolvere i nodi del nostro sistema energetico, a cominciare dalla riduzione della dipendenza dalle forniture estere, dalla revisione della fiscalità energetica e dall’abbattimento degli oneri generali di sistema". E’ quanto si legge in una nota di Confcommercio che, in collaborazione con Nomisma Energia, ha stimato gli effetti del conflitto in Ucraina sulle imprese del terziario di mercato.
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