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Banda ultralarga, Adtran punta anche sull’Italia

A distanza di più di sei mesi dalla fusione con Adva, il CTO Emea di Adtran racconta le strategie sul mercato della connettività in fibra

Tecnologie
Poco più di sei mesi fa, nell’agosto 2021, il colosso Usa attivo nelle soluzioni di accesso a banda larga in fibra multi-gigabit Adtran e la tedesca Adva hanno siglato un accordo di fusione, con l’idea di dare vita a una realtà globale di soluzioni di rete in fibra end-to-end per Communication Service Provider, aziende e Pubblica Amministrazione.

La fusione combina l’offerta accesso ed estensione di fibra e di subscriber connectivity Adtran con le soluzioni di Wavelength Division Multiplexing (WDM) metropolitana, di interconnessione dei data center, di ethernet aziendale e di sincronizzazione della rete di Adva”, esordisce Ronan Kelly, Chief Technology Officer Emea di Adtran, spiegando a ImpresaCity che “entrambe le aziende sono pioniere nella fornitura di soluzioni aperte e disaggregate con la visione condivisa che sia la fibra il futuro del networking”.

È anche per questo che la nuova realtà combinata “offre un portfolio completo per fornire a case, aziende e all'infrastruttura 5G una connettività in fibra scalabile, sicura e garantita, associata a connettività Wi-Fi gestita dal cloud e alle applicazioni SaaS che ottimizzano le prestazioni della rete e migliorano la customer experience”.

fibre

Le opportunità della fibra

Quanto allo scenario tecnologico, Ronan Kelly non ha dubbi: “siamo nelle prime fasi di un ciclo di investimenti senza precedenti nella connettività in fibra, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa, alimentato dalla domanda di accesso in fibra dell’ultimo miglio e di trasporto middle-mile per fornire connettività ad alta velocità, e l’offerta combinata di soluzioni che deriva dalla fusione ci posiziona al meglio per capitalizzare su questa opportunità globale molto interessante”.

Del resto, i segnali del mercato parlano chiaro: secondo IDC, la prima metà del 2021 ha visto un rapido rollout del 5G in tutta Europa, e i bilanci del Q121 dimostrano i primi segni di una svolta economica per molti dei principali operatori. Sono numerose le novità che hanno caratterizzato il mercato telco europeo nel corso del 2021, in particolare nelle aree del MEC (Mobile Edge Connectivity) pubblico e dell’Industria 4.0, grazie a reti private end-to-end. “Abbiamo anche assistito a segni di consolidamento del mercato, con i CSP che cercano di testare la determinazione dei regolatori UE dopo che la Competition & Markets Authority del Regno Unito ha annunciato la sua approvazione della joint venture tra Virgin Media e O2”, fa notare Kelly.

ronan kelly adtran

Ronan Kelly di Adtran

Europa frammentata

Ma va anche detto che “il mercato europeo delle telecomunicazioni è molto frammentato: ci sono piccoli paesi che ospitano fino a quattro operatori mobili, molti dei quali indebitati e restii ad aggiornare le loro reti al 5G senza un chiaro percorso per recuperare l’investimento”, evidenzia Kelly, sottolineando al contrario che “negli Stati Uniti i tre operatori principali vantano estese basi di clienti e sono stati in grado di portare nuovi servizi come il 5G sul mercato in modo più rapido. Alla fine del 2021, il 5G rappresentava solo il 6% di tutti gli abbonamenti in Europa occidentale rispetto al 20% del Nord America, secondo l’Ericsson Mobility Report”.

È quindi un fatto che per far fronte a questo scenario, “i fornitori di servizi a banda larga non possono più continuare a correggere e aggiornare i loro asset legacy, ma devono ridisegnare la rete da zero”, avverte Kelly, spiegando che “hanno bisogno di soluzioni intelligenti, aperte, disaggregate, gestite dal cloud e infinitamente scalabili per soddisfare la realtà di domani. In questo modo, il business può ottenere un valore maggiore massimizzando le esperienze, semplificando le operazioni e alimentando l’innovazione edge, senza affrontare rischi di lock-in”.

Prospettive italiane

Per quanto riguarda l’Italia, “il Pnrr presenta tra le altre cose anche una grande opportunità per i piccoli ISP che possono seguire una strategia simile a quella delle Altnet britanniche (le reti alternative indipendenti) con cui Adtran collabora per mettere in atto una strategia in fibra end-to-end”, spiega Kelly, spiegando che “abbiamo già fornito soluzioni di accesso a banda larga agli operatori italiani, e con questo nuovo investimento nella diffusione della fibra da parte del governo italiano, altri operatori locali e nazionali saranno in grado di beneficiare della nostra tecnologia XGSPON come sta già avvenendo nel mercato britannico ed europeo”.

In sintesi, l’obiettivo di Adtran è quello di portare innovazione attraverso soluzioni aperte in fibra disaggregata, invece che fare affidamento su un solo mercato o puntare a una soluzione di implementazione tradizionale. In questo contesto, la crescita di Adtran si basa sulla collaborazione con operatori di tutte le dimensioni, dalle start-up indipendenti ai grandi operatori Tier 1 fino alle utility. La crescita anno su anno continua a superare il 50% e nell’area Emea la crescita nel Q321 è stata del 700%, secondo Dell’Oro Group. In Europa, nel 2021, Adtran ha lavorato con operatori incumbent nazionali come BT/Openreach e DT, oltre ad aver fornito soluzioni end-to-end in fibra a realtà emergenti come Netomnia e Community Fibre.
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