Le aziende italiane hanno finalmente compreso i veri vantaggi delle soluzioni in cloud anche per la telefonia aziendale, sbloccando il mercato
Tra le varie applicazioni che stanno facendo il grande salto al cloud e al modello SaaS, la telefonia aziendale, e in particolare la gestione del centralino, non è stata certo uno degli ambiti che in Italia si sono evoluti più rapidamente. Il motivo sta essenzialmente nella percezione che le aziende nostrane hanno della telefonia: un campo consolidato in cui le soluzioni più tradizionali - oggi si direbbe legacy - in fondo funzionano e, quindi, perché cambiarle?
Sembra una constatazione ovvia ma in realtà - spiega Paolo Fortuna, Managing Director di Nfon Italia - lo scenario del mercato è sensibilmente diverso. È vero che le aziende italiane si sono avvicinate lentamente al concetto del centralino in cloud, ora però i trend di adozione stanno accelerando. Perché alcune dinamiche hanno avuto bisogno di tempo per concretizzarsi - "le aziende di maggiori dimensioni, che recepiscono meglio i vantaggi del cloud perché ne vedono prima concretamente i vantaggi, avevano cominciato già da tempo a valutare l'adozione del centralino in cloud e ora sono passate nella fase di implementazione", spiega Paolo Fortuna - e perché la pandemia ha fatto anche in questo caso da acceleratore.
Così, spiega una recente indagine di Nfon su un campione di aziende italiane di varie dimensioni, i tre quarti delle imprese al centralino in cloud o ci sono già passati (lo ha fatto il 36,5% del campione), o lo stanno facendo (11%) o comunque stanno valutando questa possibilità (29,5%). "Si pensa che il mercato della telefonia sia statico - sottolinea Fortuna - ma è proprio l'opposto: oggi il settore è dinamico e punta decisamente al cloud".
È interessante notare che questo dinamismo non nasce dall'insoddisfazione delle imprese verso i centralini tradizionali in sé. Il 47% del campione dell'indagine non vi vede nessuna criticità e il primo vero problema segnalato (gli alti costi del traffico telefonico, con il 39% di citazioni) in fondo non dipende poi solo dal prodotto che si usa. Piuttosto, la sensazione netta è che il centralino tradizionale vada man mano in disuso perché non permette di fare quello che oggi serve davvero alle aziende.
"La volontà di avere servizi innovativi è la vera leva principale di affermazione per il centralino in cloud: sempre più le imprese vogliono che la comunicazione aziendale non sia più un mondo separato ma sia integrata trasversalmente con i processi di business. Oggi si guarda in particolare all'integrazione con le funzioni di collaboration, ma l'attenzione va anche verso le soluzioni di contact center aperte ai social network, il trouble ticketing, la registrazione a norma, l'integrazione con i CRM", sottolinea Paolo Fortuna.
Tutte cose che si possono fare meglio e prima in cloud, secondo Nfon. Una presa di coscienza che la pandemia ha certamente accelerato: il remote working forzato ha mostrato i limiti delle soluzioni tradizionali, pensate per uffici improvvisamente vuoti, e invece ha evidenziato i vantaggi delle soluzioni in cloud. Adottate magari in fretta e non al meglio, ma che ora "vanno metabolizzate all'interno di un processo aziendale strutturato", spiega Fortuna.
Perché indietro - al prima del remote working - non si torna, o almeno non del tutto. E le aziende hanno sperimentato direttamente che "il cloud non è un fattore limitante rispetto al pieno controllo e alle funzionalità del centralino tradizionale, semmai il contrario", ricorda Paolo Fortuna. Così i vantaggi percepiti del centralino in cloud (principalmente convenienza economica, scomparsa del problema dell'obsolescenza tecnologica, minore peso di gestione, supporto al remote working, scalabilità, uniformità della soluzione) diventano evidenti e rafforzano ulteriormente la scelta della "nuvola".
Alla migrazione verso i centralini in cloud manca ancora la Pubblica Amministrazione, che quando si tratta di cloud ha tradizionalmente tempi diversi da quelli delle imprese. Ma si può essere ottimisti: "Tutti gli indicatori ci dicono che l'interesse della PA sta aumentando - spiega Fortuna - anche se per una serie di motivi legittimi il settore resta indietro. Anche il mondo Finance ha seguito una dinamica simile e ora, con i suoi tempi, è partito. Accade per tutti i settori in cui c'è una grande attenzione alla criticità dei dati che si gestiscono".
La sicurezza è d'altronde un elemento molto importante anche per Nfon stessa. "La preoccupazione delle aziende è legittima - ammette Paolo Fortuna - perché quando si tratta di gestire dati e comunicazioni potenzialmente sensibili serve rivolgersi a provider affidabili". Affidabili tecnologicamente, specie per chi fa per la prima volta il salto al cloud - "il cloud è il nostro DNA, non una componente addizionale di un portafoglio di soluzioni di comunicazione" sottolinea in questo senso Fortuna - ma affidabili anche in altri sensi.
Oggi che su parla tanto di data sovereignty, in particolare, Nfon gioca volentieri la carta dell'essere un'azienda internazionale sì ma intrinsecamente europea. I data center su cui si basa sono in Germania, la rete è paneuropea, c'è la capacità aziendale di capire e seguire tutte le attuali, e soprattutto future, normative UE che regoleranno le comunicazioni e gli scambi di informazioni. Oggi che la compliance normativa si deve costantemente - e faticosamente - allineare con l'evoluzione tecnologica, non è un vantaggio da poco.