Il mercato dei servizi cloud infrastrutturali continua a vedere il predominio di AWS, con Microsoft e Google all'inseguimento. Anche se c'è business per tutti.
Prima AWS e poi, più indietro, Microsoft e Google. La fotografia del mercato dei servizi cloud infrastrutturali rischia di diventare noiosa per quanto poco cambia nel tempo. Anche i dati più recenti di Synergy Research Group, relativi al primo trimestre 2022, indicano che le dinamiche restano quelle di un mercato che cresce molto ma che non vede davvero attori nuovi sul palcoscenico. Almeno non attori di primissimo piano. Ma come vedrremo, questo non rappresenta un grande problema: c'è spazio per tutti.
Secondo Synergy, il mercato dei servizi hosted cloud, IaaS e PaaS (complessivamente, la parte infrastrutturale del cloud) ha quasi toccato nel primo trimestre quota 53 miliardi di dollari. In linea con le previsioni di altri analisti. Si è fermato a 52,7, con una crescita del 34% anno su anno. Synergy sottolinea che negli ultimi 12 trimestri - quindi tre anni - per ben 11 volte il mercato è cresciuto del 34-40%.
Nell'anno mobile (cioè gli ultimi dodici mesi) che termina con il primo trimestre 2022, Synergy stima che il cloud infrastrutturale abbia mosso qualcosa come 191 miliardi di dollari di business. Il grosso è legato al cloud pubblico, ambito del detta la crescita di tutto il settore (+37% anno su anno).
La crescita del cloud interessa tutte le regioni del mondo, sottolineano gli analisti. Ricordando però che il mercato globale è di fatto diviso in due: da una parte la Cina, dall'altra il resto del mondo. In Cina giocano la loro partita i grandi provider cinesi, mentre quelli stranieri sostanzialmente non hanno un ruolo. Nel resto del mondo è esattamente l'opposto.
Cina a parte, il cloud infrastrutturale è comunque un settore molto meno dinamico di quanto lascerebbero pensare i suoi tassi di crescita. Per un banale fattore di scala: nessun provider grande o piccolo ha le stesse possibilità di affermazione globale - a meno di sorprese che per ora non sono all'orizzonte - di chi è partito prima e ha potuto rafforzarsi. E in parte guidare lo sviluppo stesso del mercato cloud.
Parliamo ovviamente dei tre soliti grandi nomi. In primo luogo AWS, che mantiene il controllo su un terzo del mercato globale. E, fattore essenziale, cresce annualmente più del mercato stesso, quindi continua a distaccare il gruppo degli inseguitori. Tengono botta solo Microsot, oggi al 22% di market share, e Google, al 10%. La quota di mercato di Azure e Google Cloud cresce ogni anno, ma meno di AWS: del 2% circa per Azure e della metà per Google Cloud.
I top tre provider crescono stabilmente più degli inseguitori: del 35-50% l'anno, secondo Synergy, rispetto al 10-20%. Il risultato è che il market share di AWS, Microsoft e Google messe insieme continua a incrementarsi (in quattro anni è passato dal 52% al 65%) a danno degli altri provider. Anche se tutti nel mercato registrano business confortanti: una piccola fetta di un grande mercato in crescita è comunque abbastanza per sostenersi.
Il predominio dei tre grandi hyperscaler non rappresenta quindi un vero consolidamento del mercato. Anche i provider più piccoli hanno la possibilità di sviluppare business interessanti e di giocare un loro ruolo. Il punto chiave è la loro capacità di differenziarsi rispetto ai top tre, magari focalizzandosi su nicchie di mercato o su ambiti locali (anche ampi, peraltro). Replicare in piccolo quello che già offrono gli hyperscaler è invece una strada rischiosa.