Inaugurati i nuovi spazi all’interno dello storico edificio appartenuto alla Fiat. Al piano terra l’Area 42, il polo di sviluppo delle tecnologie più innovative in circolazione: dalla blockchain all'autonomous warehouse fino al metaverse (applicato concretamente).
“Beh, direi che siamo diventati grandi” commenta Filippo Rizzante, chief technology officer di Reply, dalla terrazza con vista sulle colline della zona est di Torino, mentre ricordiamo i tempi in cui eravamo colleghi. La sintesi che ha sempre contraddistinto il manager non può essere più opportuna: in effetti non c’è molto da aggiungere. Per l’intera famiglia Rizzante – oltre a Filippo, Tatiana amministratore delegato, e il padre Mario che si lanciò nell’avventura Reply nel 1996 – l’aver investito in due complessi storici così “densi di imprenditoria” è un chiaro segnale di maturità.
Parliamo della Palazzina (Uffici) Lingotto, al civico 250 di via Nizza di Torino e della ex Caserma de Sonnaz sempre a Torino, pronta tra un paio di anni. Per ora, dunque, è qui, alla Palazzina Lingotto - 20mila metri quadrati, finita nel 1926 e da allora sede degli uffici della dirigenza Fiat, dell’amministrazione oltreché della mensa e di altri servizi - che Reply prosegue nella propria evoluzione.
È un’evoluzione già scritta che trasforma il system integrator da puro aggregatore di soluzioni hardware e software a creatore di tecnologia ad alto tasso di innovazione. Un’evoluzione che ha portato Reply a raggiungere il miliardo e mezzo di fatturato, grazie a 10mila e 600 dipendenti distribuiti in 45 sedi sparse in tutto il mondo.
Al piano terra della Palazzina Lingotto ha sede l’Area 42, che, ovviamente, vuole essere LA risposta alle richieste di tecnologia delle aziende. È il grande open space dove è possibile, per aziende, ma, con una grande intuizione di marketing, sarà aperto anche a privati semplicemente curiosi e appassionati, toccare letteralmente con mano gli sviluppi dei comparti tecnologici più innovativi.
L’Area 42 si distribuisce in sei zone. Si parte in fondo a destra con l’Autonomous Warehouse, dove si studiano e si sviluppano soluzioni per la gestione autonoma del magazzino, grazie ai droni e veicoli autonomi gestiti da piattaforme come LEA Reply, già utilizzata in Brasile nei magazzini del Grupo Trino.
All’interno del laboratorio per il Last Mile Delivery, invece, si sviluppano soluzioni per integrare e gestire la mobilità di veicoli e robot a guida autonoma all’interno di spazi predefiniti come campus, ospedali, fabbriche, in grado di interagire con l’ambiente circostante.
Robotics è il laboratorio che combina le tecnologie di intelligenza artificiale con la robotica per migliorare le funzionalità dei robot autonomi e l’interazione con gli ambienti di vaste dimensioni, in cui si richiedono attività ripetitive di manutenzione e controllo.
Nella zona Connected Products, ci si dedica al design e allo sviluppo di prodotti e servizi connessi. Dalla prototipazione dei dispositivi fino alla realizzazione degli applicativi di front end, grazie anche al supporto di dispositivi IoT.
Non può mancare la zona dedicata alla Blockchain, in cui assistiamo all’applicazione della catena nel contesto specifico dell’automotive. Grazie alla realizzazione di una Identità Digitale del Veicolo e alla possibilità di registrare in modo sicuro tutte le informazioni relative al suo ciclo di vita, si risparmia tempo negli interventi di manutenzione, si connette un’intera filiera e si forniscono dati oggettivi e non modificabili alle compagnie assicurative.
Il laboratorio dedicato al Metaverse, infine, si concentra sull'applicazione e l'integrazione di soluzioni di Mixed Reality per creare applicazioni immersive e ambienti virtuali in cui è possibile entrare e muoversi e dove convivono oggetti virtuali e oggetti fisici. D’altronde, dietro gli ologrammi delle ultime edizioni di X-Factor, chi pensiamo che ci sia?
La frase più ricorrente tra i responsabili dei vari team – composti da tanti neolaureati – è: “questa tecnologia è già stata adottata da un cliente”, segno che in Area 42 non si immagina, ma si crea. Ogni tanto salta fuori un nome (Eni, Intesa SanPaolo, Enel), sugli altri si mantiene uno strettissimo riserbo. “L’obiettivo di Area 42 – chiarisce Filippo Rizzante – è proprio di lavorare su tecnologie pronte e su progetti in corso”, quasi a dimostrare che “innovativo” non fa rima con “avveniristico”.
Area 42 si aggiunge agli altri laboratori di Reply in Europa. Il Test Automation Center, dedicato all’automated monitoring & testing della qualità di prodotti e servizi business critical e l’IoT Validation Lab, dedicato alla validazione di soluzioni interconnesse, anch’essi di stanza nella nuova sede del Lingotto che completano il polo di laboratori applicati all’industria.
Area 360, invece è il centro per la realtà aumentata e virtuale a supporto del business, con sede a Milano. C’è ancora l’Immersive Experience Lab di Monaco, il Cyber Security Lab di Colonia, dedicato allo studio e al test delle minacce cyber, e quelli di prossima apertura a Londra dedicati alla robotica, all’edge computing e alle tecnologie sensoriali.
Infine, tra le riflessioni che ci portiamo dietro all’uscita della visita alla nuova sede Reply, c’è un pensiero alla forza lavoro. Già, perché nonostante il volto dell’innovazione sia molto spesso quello di un robot, c’è da dire che di umanità dentro la Palazzina Lingotto se ne assapora tanta.
“Nel rispetto dei vincoli imposti dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici – conclude Tatiana Rizzante - abbiamo voluto spazi armonici e stimolanti per lavorare, confrontarsi e fare ricerca. L’interconnessione degli spazi destinati a funzioni diverse - dal lavoro singolo a quello di team, dalla condivisione di progetti a quella di momenti di svago, dai lounge fino ai laboratori - crea uno spazio fluido e aperto”.