Nuovi equilibri tra lavoro e vita personale: il progetto Venywhere intende attrarre remote worker da tutto il mondo grazie a una piattaforma ad hoc
Ripensare tutto. O quasi. Tra le conseguenze della pandemia c’è anche una ridefinizione del lavoro, degli spazi di vita e di tanto altro. Anche del ruolo delle città. Come è il caso di Venezia, che da più di cinquant’anni, ovvero da quando il suo spopolamento è diventato evidente, è in cerca di una nuova identità. Possibilmente diversa da quella di alfiere del turismo becero che a detta di molti, e soprattutto dei pochi residenti, continua a snaturarla.
Ben venga quindi il progetto Venywhere, crasi tra Venezia e (work from) anywhere, che nasce per mettere a disposizione spazi di coworking all’interno di edifici di pregio storico e architettonico, a chi intenda trasferirsi per almeno sei mesi a Venezia. Il presupposto del progetto è infatti quello che la città lagunare possa candidarsi a luogo ideale per un nuovo equilibrio tra lavoro e vita personale, e per la sperimentazione di un rinnovamento urbano avviato dalla presenza di una popolazione di cittadini temporanei, che nelle intenzioni potrebbero diventare col tempo nuovi residenti. Attraverso l’inserimento di una nuova comunità attiva di persone, l’idea di fondo è anche quella di rivitalizzare un tessuto economico non poco provato dalla pandemia, che ha spinto a ripensare il ruolo delle città storiche.
Attualmente in fase beta, il progetto Venywhere è promosso e sostenuto dalla Fondazione di Venezia in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari e con la partecipazione tra gli altri dell’incubatore di startup H-Farm, che ha la sua sede nell’entroterra veneziano. Ma soprattutto, al progetto Venywhere partecipa anche Cisco, sia con il supporto tecnologico sia con un primo progetto pilota sul campo, tuttora in fase di svolgimento.
Che il progetto stia a cuore al colosso tecnologico californiano è dimostrato anche dal fatto che Chuck Robbins, Chair e CEO di Cisco, è intervenuto personalmente alla presentazione ufficiale, svoltasi a metà aprile nelle Procuratie Vecchie, storico edificio che abbraccia l’intero lato nord di Piazza San Marco e appena riaperto al pubblico dopo 500 anni, a seguito del restauro da parte delle Assicurazioni Generali, che qui avevano numerosi uffici, poi trasferiti nella sede di Mogliano Veneto, nell’entroterra veneziano.
“Il modo in cui pensiamo al lavoro è profondamente cambiato”, ha sottolineato Chuck Robbins, facendo notare che oggi “le persone esprimono molto più chiaramente il loro desiderio di flessibilità e le aziende devono prendere coscienza del fatto che devono offrire modalità di lavoro ibride, se vogliono continuare ad attrarre talenti e trattenere i migliori professionisti. Devono inoltre considerare in modo olistico lavoro, produttività e benessere dei dipendenti. La collaborazione che abbiamo attivato con Venywhere ci permette di raccogliere direttamente sul campo indicazioni concrete su ciò che si potrebbe realizzare, grazie all’esperienza maturata in una città storica che sta ridefinendo il proprio futuro”.
Non a caso, il progetto Venywhere vede attualmente in corso un primo test pilota organizzato con Cisco, come annunciato nello scorso febbraio: dai primi di marzo, un team di 16 dipendenti dell’area Cisco Sud Europa, ovvero Italia, Spagna, Francia e Grecia, si è trasferito a Venezia per mettere in pratica la funzionalità del progetto e comprendere come persone, gruppi di lavoro e aziende possono lavorare insieme al meglio, attrarre nuovi talenti e creare forti connessioni con la comunità in cui vivono.
Le 16 persone di Cisco, che da Venezia svolgono le abituali attività lavorative, stanno anche prendendo a una approfondita analisi sull’esperienza, svolta in collaborazione con un team di ricerca di Ca’ Foscari, che fornirà importanti indicazioni e best practice per l’attuazione di modelli e soluzioni di lavoro ibrido facilmente replicabili. Parte centrale del progetto, sviluppato da un team di giovani laureati coordinati dal professor Massimo Warglien, docente di Ca’ Foscari e ideatore di Venywhere, sono le connessioni che creano appartenenza tra i lavoratori e le comunità in cui vivono.
Nelle intenzioni dichiarate, l’esperienza dei dipendenti Cisco che partecipano al progetto pilota servirà alla creazione di nuovi modelli di “cittadinanza digitale”. Il gruppo People & Communities di Cisco è coinvolto attivamente e raccoglierà i risultati dell’esperienza all’interno di una approfondita indagine che sarà condivisa al termine dei tre mesi. Il progetto è supportato dalle tecnologie Cisco, tra cui Webex. Conferenze via web, chiamate in cloud, condivisione dei documenti e collaborazione in tempo reale permettono al gruppo che lavora a Venezia di partecipare a riunioni e eventi con i colleghi in tutto il mondo. Webex Collaboration Insights, spiegano in Cisco, permette di avere un maggior controllo sulla giornata lavorativa, aiutando per esempio a capire come e quando si è maggiormente produttivi.
“In Cisco, le persone sperimentano la collaborazione e il lavoro remoto da oltre un decennio: ora con questo progetto pilota all’interno di Venywhere vogliamo fare un passo in più. Ciò che questo gruppo di pionieri ci restituirà da questa esperienza rappresenterà un prezioso contributo per capire in che modo la nostra idea di futuro del lavoro può entrare nella realtà di una comunità, trasformarla e farla crescere. Siamo un’azienda che mette al centro le persone: per sette anni consecutivi abbiamo conquistato il vertice della classifica Best Workplace per l’Italia, e anche a livello europeo e mondiale Cisco è leader”, conclude Gianmatteo Manghi, Amministratore Delegato di Cisco Italia.