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Va negli Emirati Arabi il 10% di Vodafone

Il gruppo nato da Etisalat acquisisce una quota importante in Vodafone, con un'operazione che può avere effetti a cascata anche in Italia

Mercato e Lavoro

Il gruppo arabo e&, meglio noto con il brand Etisalat, ha investito 4,4 miliardi di dollari per acquisire il 9,8% di Vodafone. L'investimento viene presentato come una operazione essenzialmente finanziaria: e& ha abbastanza capitali da poter diversificare le sue partecipazioni senza problemi e lo fa mettendo piede in quello che definisce come "uno dei più solidi e globalmente riconosciuti brand del mercato telecomunicazioni". Trattandosi però di una operazione che riguarda un operatore di TLC con infrastrutture indubbiamente critiche - e che controlla altri operatori in giro per l'Europa - vale la pena analizzarne meglio le dinamiche.

Il marchio e& non è notissimo in Europa, per chi non si occupa di telecomunicazioni internazionali. Si tratta, in sostanza e in sintesi, di ciò che Etisalat - operatore di bandiera degli Emirati Arabi Uniti - è man mano diventata acquisendo partecipazioni in altri carrier. e& infatti andrebbe letto come "e and", nel senso di "etisalat and". Ossia, estremizzando, "etisalat e tutto il resto".

Il gruppo e& oggi ha una presenza importante in Africa Centrale e in parte del mondo arabo. Le principali partecipazioni riguardano infatti Mobily (Arabia Saudita), PTCL e Ufone (Pakistan), Moov Africa (Benin, Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Costa D'Avorio, Gabon, Mali, Mauritania, Niger, Togo, Ciad), Maroc Telecom (Marocco). E ovviamente Etisalat stessa, che oltre agli UAE copre anche Egitto e Afghanistan.

Essere presenti anche in Europa è un modo per diversificare la propria strategia di investimento e toccare nuovi mercati. Puntando magari a qualche sinergia commerciale: e& le ipotizza nei settori "ricerca e sviluppo, applicazioni tecnologiche, procurement". Sottolineando che, tecnologicamente, Vodafone è un "pioniere della trasformazione digitale" che ha già sviluppato soluzioni e servizi in ambiti oggi molto interessanti quali IoT e Fintech. Avere accesso a questa capacità innovativa è indubbiamente interessante.

C'è solo questo? Al momento parrebbe proprio di sì. Come è già successo in altri ambiti, l'investimento di Abu Dhabi non ha dinamiche aggressive da "active investor" ma sembra propedeutico a una presenza stabile. e& spiega esplicitamente che prevede di essere un azionista a lungo termine e di supportare l'attuale management. E soprattutto "non ha intenzione di fare un'offerta per Vodafone", ossia per acquisirne tutto il controllo. Hatem Dowidar, CEO del Gruppo e&, parla di "una partnership strategica positiva per entrambe le parti" che consentirà di "esplorare opportunità nel mercato globale delle telecomunicazioni, in rapido sviluppo".

Più stabilità per Vodafone

Le promesse di stabilità espresse da e& sono accettate e ribadite da Vodafone. Che in una nota agli investitori dichiara di "guardare a una relazione a lungo termine con Etisalat". Resta il fatto che e& è diventato il principale azionista di Vodafone e la condivisa visione di stabilità a lungo termine - se non ci saranno improbabili sorprese a breve - è un segnale di cui tenere conto. Soprattutto perché ora il management di Vodafone può agire con più calma, senza la pressione dei suoi investitori più "attivi".

Ma questo non vuol dire che Vodafone si rilasserà e resterà a guardare il resto del mercato muoversi. L'operatore inglese sa innanzitutto che deve aumentare la massa critica dei suoi sviluppi tecnologici, per fornire sempre più servizi a valore aggiunto che non siano allo stesso livello di quelli degli altri carrier. E i fondi portati da e& saranno qui molto utili. D'altro canto sa anche che deve consolidare il suo perimetro di partecipazioni, uscendo dai mercati in cui la competizione sui prezzi è troppo elevata. Italia, Spagna e Portogallo restano per questo nel mirino, anche più di prima.

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