Atos pensa alla creazione di due società distinte, focalizzate rispettivamente sui mercati a maggior crescita e sui business tradizionali. Con un intervento corposo per convertire e rilanciare questi ultimi.
Si annunciano tempi piuttosto movimentati per Atos: la riorganizzazione delineata tempo fa sta diventando un piano di scissione in due aziende distinte e questa nuova strategia – ancora non finalizzata ma in avanzata fase di definizione – ha avuto il suo primo effetto con l’abbandono del CEO Rodolphe Belmer. Belmer sarà sostituito con due “deputy CEO”: una scelta dovuta, spiega Atos, al fatto che la riorganizzazione renderebbe di fatto inutile il ruolo del CEO di Atos.
Il piano di scissione appena presentato da Atos è per molti versi in stile IBM-Kyndryl. Porterebbe cioè alla nascita di una società – Evidian – che assorbirebbe le attività più di avanguardia e di una seconda realtà – probabilmente chiamata ancora Atos – che manterrebbe al suo interno il business più tradizionale, legato alla componente infrastrutturale dell’IT business.
Atos stessa non fa mistero di quale delle due imprese partirebbe con gli auspici migliori. Evidian avrebbe al suo interno le attività catalogate come Digital e Big Data and Security (BDS): un business da 4,9 miliardi di euro (dati del 2021) che cresce organicamente del 5% l’anno e ha un margine operativo che sfiora l’8%.
La nuova Atos “tradizionale” - tecnicamente la TFCo, termine che indica come la nuova società infrastrutturale assorbirebbe le tecnologie definite Tech Foundations - nascerebbe con un giro d’affari più corposo (5,4 miliardi di euro) ma con poche prospettive. Al momento è in declino del 12% l’anno e ha un margine operativo del -1%. Ciò significa che la nuova Atos dovrà essere pesantemente riorganizzata per ritornare ad essere profittevole.
I due “deputy CEO” selezionati per sostituire Belmer saranno – se il piano di separazione sarà finalizzato – alla guida delle due nuove società: Philippe Oliva per Evidian e Nourdine Bihmane per la TFCo. Oliva oggi è Chief Commercial Officer di Atos, Bihmane è responsabile delle Tech Foundations.
La logica della frammentazione di Atos è quella che abbiamo sentito già innumerevoli volte: due aziende focalizzate su altrettanti settori specifici di riferimento non disperdono energie e risorse e possono servire meglio i rispettivi mercati. E, ovviamente, generano il massimo valore possibile per gli azionisti.
Di sicuro lo farebbe Evidian, come nuova società da quotare in Borsa e focalizzata su segmenti applicativi a forte crescita. Tra l’altro, Evidian manterrebbe il controllo su una delle attività fiore all’occhiello di Atos: il supercomputing. La creazione di nuovo valore da parte della TFCo è invece un discorso più complesso.
Tanto che per il nuovo sviluppo della vecchia parte di Atos è stato definito un piano denominato, abbastanza significativamente, di “refocus, recover, rebound”. Un piano di rilancio non certo indolore: se “rebound” ha un senso ottimistico di ritorno alla crescita, “refocus” vuol dire uscire dai business non strategici ed eliminare i contratti che non rendono, mentre “recover” significa tagliare i costi con consolidamenti strutturali, prepensionamenti, tagli ai fornitori.
Nel complesso, per far “rimbalzare” la parte tradizionale di Atos serviranno investimenti per 1,1 miliardi di euro da qui al 2026. E la TFCo non sarebbe in utile prima del 2025. A sostenere una parte di questi sforzi di riorganizzazione sarebbe Evidian stessa: la TFCo avrebbe il 30% di Evidian al momento della sua nascita e man mano monetizzerebbe questa partecipazine azionaria per sostenersi.
In concreto, cosa succederà a breve? Il management di Atos ha presentato il suo piano di ristrutturazione e scissione, che però non è stato ancora ufficialmente approvato. Prima che questo accada devono mettersi a posto ancora alcuni tasselli: il piano deve essere definito in tutti i suoi dettagli, azionisti e sindacati devono dire la loro, il mercato non deve cambiare troppo rispetto alle condizioni che hanno portato a studiare la scissione.
Se tutto va come il management ritiene e spera, la scissione di Atos dovrebbe completarsi durante la seconda metà del 2023. Evidian sarebbe quotata in Borsa entro la fine di quell’anno. L’idea iniziale era che tutto il processo di separazione delle due società fosse seguito da un team dedicato con alla guida Rodolphe Belmer e Diane Galbe, Chief Strategy Officer di Atos. Belmer resterà in carica sino a settembre, ma è probabile che Galbe guidi la separazione direttamente con Bihmane e Oliva.