Nel primo trimestre dell’anno, l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche sul Pil si è marcatamente ridotto in termini tendenziali per il consistente aumento delle entrate, che ha più che compensato l’aumento delle uscite.
Secondo le ultime rilevazioni dell'Istat, il Conto delle Amministrazioni pubbliche (AP) e le stime relative alle famiglie e alle società presentati in questo comunicato stampa sono parte dei Conti trimestrali dei settori istituzionali. I dati relativi alle AP sono commentati in forma grezza, mentre quelli relativi alle famiglie e alle società in forma destagionalizzata. Nel primo trimestre 2022 l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari al -9,0% (-12,8% nello stesso trimestre del 2021). Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -5,2% (-9,4% nel primo trimestre del 2021). Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul Pil del -5,3% (-8,2% nel primo trimestre del 2021). La pressione fiscale è stata pari al 38,4%, in aumento di +0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, per effetto del generalizzato aumento dei prezzi (+2,2% la variazione del deflatore implicito dei consumi finali delle famiglie), il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto soltanto dello +0,3% rispetto al trimestre precedente. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 12,6%, in aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, a fronte di un aumento della spesa per consumi finali dell’1,4% in termini nominali. La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 41,0%, è diminuita di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento, pari al 24,1%, è aumentato di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
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