L'Insurtech è un gioco a tre che coinvolge nuovi attori cross industry.
Le tecnologie per le assicurazioni si confermano una tendenza caldissima che promette ancora evoluzioni, soprattutto in termini di attori in gioco. Già da qualche anno il “torpore innovativo” del mondo assicurativo, come di quello bancario e finanziario in generale, è stato scosso da un’esigenza di rinnovamento, pena un inevitabile oblio per le aziende del comparto che pensano ancora di lavorare con CID e fax, per dire.
Nasce e si propaga velocemente il termine Insurtech, spesso in accoppiata con Fintech. Un termine che comprende tutto, poiché racchiude semplicemente le tecnologie per le assicurazioni, punto. Tecnologie applicative nuove che impattano sui processi interni, necessarie per snellire l’operatività e fornire un servizio migliore al cliente, ma anche per gestire meglio il rischio assicurativo, fino a diventare abilitatrici di nuove offerte. Insurtech nasce e si propaga velocemente grazie soprattutto ai paradigmi Open Banking e Open Finance. Ovvero, l’Open Innovation applicata a quei settori che si basa sulla condivisione dei dati degli utenti autorizzata dalle recenti normative, la collaborazione tra vecchi e nuovi attori (startup) cross industry e l’utilizzo di servizi di integrazione applicativa per l’elaborazione intelligente dei dati stessi.
Insomma, un’evoluzione che coinvolge diversi comparti aziendali all’interno di banche, che non per niente sono sempre più banche&assicurazioni, società di investimento e assicurazioni. E che prevede la collaborazione con aziende puramente tecnologiche o di altri settori, come per esempio l’automotive.
Reply è uno degli innovatori italiani che più sta lavorando sulle tecnologie per le assicurazioni. In visita alla nuova Area 42 avevamo già visto come, grazie alla blockchain, una compagnia assicurativa possa prendere in carico e monitorare l’intero ciclo di vita di un mezzo di trasporto. La certificazione sicura di ogni evento che coinvolga un’auto risolve il primo, grande, problema: le truffe alle assicurazioni.
A Reply XChange 2022, la due giorni di immersione tecnologica aperta al pubblico organizzata a Milano dal system integrator torinese e che ha visto la partecipazione di circa 5mila persone, ci è stata raccontata una nuova declinazione basata sull’IoT.
Il modello esposto è altamente replicabile in diversi contesti assicurativi, per la copertura di ambienti casalinghi ma anche aziendali. Gli attori in gioco di questo business B2B2C, come si dovrebbe definire, sono essenzialmente tre, senza contare l’utilizzatore finale. C’è un fornitore di tecnologia come Reply che si occupa di costruire la piattaforma tecnologica su cui costruire il servizio, e c’è un partner, Net Insurance, che propone l’offerta al proprio cliente, la compagnia assicurativa.
Nella fattispecie, il servizio si chiama Net Care e “offre in un unico ambiente integrato, servizi di protezione completi e semplici da sottoscrivere”. In particolare, il servizio può prevedere l’acquisto e la gestione delle coperture, la liquidazione dei sinistri, il monitoraggio dei dispositivi IoT e i servizi di notifiche e alert. Ancora, nelle offerte dedicate alla cura della casa o pensate per le persone più fragili, il pronto intervento di professionisti, come fabbri, elettricisti e idraulici e la possibilità di attivare la consegna domiciliare dei medicinali.
Questo portfolio di servizi, che potrebbe essere definito un marketplace, viene proposto alle compagnie assicurative che, così, ampliano l’offerta grazie a soluzioni di terze parti. Ciò eventualmente con l’acquisto della licenza d’uso della piattaforma in modalità white label. Il modello garantisce un’economia di scala per il fornitore che può erogare il servizio a più realtà, ma anche una possibilità di personalizzazione spinta dell’offerta che la stessa realtà sceglie di fornire.
Alla fine della filiera, l’utente finale, il consumatore ma anche l’azienda, potrà stipulare una polizza assicurativa più equa per uno stabile e per gli occupanti, potrà prevenire eventuali danni e, a tendere, il fruitore finale non dovrà neanche preoccuparsi di fare la denuncia.
Questo perché grazie al machine learning si potrà personalizzare, e magari ridurre, il costo della polizza, esattamente come succede oggi con le polizze auto. Il sistema, infatti, autoapprende in tempo reale dalle abitudini di fruizione dello stabile, modulando via via il rischio, esattamente come nei modelli IT del pay per use. La stessa intelligenza artificiale, con l’ausilio dei dati, potrà prevedere eventuali criticità prima che si manifestino e, infine, l’utilizzo di dispositivi IoT, sensori e videocamere, permetterà di avere delle prove oggettive di ciò che è effettivamente successo. Così si supera il rischio della truffa e, in teoria, normativa permettendo, si potrebbe immaginare un’autodenuncia automatica.
Segnalando l’offerta Reply-Net Insurance, non si ha certo la pretesa di scoprire l’acqua calda ma, piuttosto, di far riflettere su come, grazie alla tecnologia, il comparto assicurativo può risolvere le sue ataviche criticità, oltre a favorire una nuova economia, e un nuovo business, insieme a fornitori innovativi.