La critica è chiara: il Governo non deve puntare solo sui grandi nomi del web quando parla di sicurezza dei data center nazionali
"C’è un mercato intero che sta andando nella direzione opposta a quella ha disegnato il Ministro Colao": non ha usato tanti giri di parole Michele Zunino, Presidente del Consorzio Italia Cloud, commentando alcune dichiarazioni del Ministro della Transizione Digitale, Vittorio Colao. Dichiarazioni che, in effetti, era prevedibile avrebbero aperto la strada a qualche polemica.
La frase che ha attirato l'attenzione del Consorzio Italia Cloud riguarda i data center italiani di seconda o terza fascia. Secondo Colao, in Italia "Molto spesso ci sono data center piccolissimi, che non sono sicuri, che non sono moderni, che non sono efficienti e non sono sostenibili e quindi, diciamolo, non avrebbero motivo di esistere". Detto che ci sono realmente data center "deficitari" come quelli descritti da Colao, il ragionamento però andrebbe contestualizzato meglio.
Messa così, la frase ha ottenuto a stretto giro di posta la replica di Michele Zunino: "Conosciamo la passione del Ministro Colao per i grandi operatori globali come Google e Microsoft, ma non può più far finta che in Italia non esistano altri cloud provider innovativi e capaci di intercettare la richiesta delle PA e delle imprese sul territorio, anche meglio dei grandi hyperscaler".Michele Zunino, Presidente del Consorzio Italia Cloud
Anche perché, sottolinea Zunino, il percorso di migrazione al cloud delle imprese e della PA italiane di certo seguirà una molteplicità di strade diverse che non si incentrano solo sui giganti del web e sul Polo Strategico Nazionale. Per Zunino le PA locali sceglieranno soluzioni anche diverse dal PSN, tanto che "la stessa gara per il cosiddetto cloud di Stato poteva avere esternalità positive anche per le PMI italiane del settore". Più che concentrarsi sul creare uno pseudo-hyperscaler nazionale, la gara avrebbe cioè potuto comprendere (e finanziare) anche lo sviluppo di una rete di realtà più piccole.
Per le imprese, poi, Zunino lascia intendere che la visione espressa da Colao non tiene abbastanza conto dell'impatto dell'edge computing: "si cerca di avvicinare il dato all’utente e tutti stanno pensando a soluzioni smart più piccole proprio per garantire una crescita di aziende locali e di competenze nazionali", spiega il Presidente del Consorzio Italia Cloud.
Parallelamente, c'è il tema sempre più critico del controllo sui propri dati. Andando anche oltre i concetti di data sovereignty, la localizzazione del dato "è un tema giuridico che non è suscettibile di interpretazioni", evidenzia Zunino: "il Ministro non può dire che è irrilevante sapere se il dato è ospitato nei data center di Google o di Microsoft: vuol dire cancellare di colpo il GDPR e tutto il pacchetto di regolamenti in arrivo dall’Europa".