Lo studio ‘Transformation Index: State of Cloud’ evidenzia le difficoltà, quali gap di competenze, sfide di sicurezza e problemi di compliance
È sempre più l’ora del cloud ibrido. Lo ribadisce anche una recente indagine di IBM, secondo cui quasi 4 aziende su 5 (il 77%) l’hanno adottato per guidare la trasformazione digitale. Ma la maggior parte di queste si scontra con la complessità di far lavorare assieme tutti gli ambienti cloud adottati. Inoltre, di fronte a gap di competenze, sfide di sicurezza e ostacoli alla conformità, meno di un quarto degli intervistati in tutto il mondo risulta in grado di gestire i propri ambienti di cloud ibrido in modo olistico, con il rischio di creare punti ciechi e mettere a rischio i dati.
Condotto dalla società di ricerca indipendente The Harris Poll e commissionato da IBM, lo studio “IBM Transformation Index: State of Cloud” ha coinvolto più di 3.000 decision-maker di 12 Paesi di 15 settori, tra cui servizi finanziari, manifatturiero, government, pubblica amministrazione, telecomunicazioni e sanità, per comprendere come le organizzazioni si stanno muovendo nel loro percorso di trasformazione digitale.
L'Indice rivela una forte correlazione tra l'adozione di cloud ibrido e il progresso nella trasformazione digitale. Infatti, il 71% degli intervistati ritiene che sia difficile comprendere il pieno potenziale di una trasformazione digitale senza una solida strategia di cloud ibrido in atto. Allo stesso tempo, solo il 27% possiede le caratteristiche necessarie per essere considerato in una “fase avanzata” della propria trasformazione, a causa di problemi relativi a compliance, che è sempre più complessa, sicurezza, tuttora fonte di preoccupazione, e infine competenze, in quanto la mancanza di talenti o di competenze specifiche impedisce l’adozione di una strategia olistica per il cloud ibrido.
"Assistiamo a un aumento dei requisiti normativi in tutto il mondo e per questo la conformità è tra le prime preoccupazioni per i leader aziendali, soprattutto se operano in settori altamente regolamentati. Allo stesso tempo, il panorama delle minacce in forte crescita rende complesse la gestione e la difesa di ambienti eterogenei rispetto ai rischi causati da terze parti"È dunque fondamentale una strategia di integrazione comune a tutte le parti in gioco per non dover pagare il prezzo causato dal Frankencloud", commenta Howard Boville, Head of IBM Cloud Platform.