▾ G11 Media: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | Italian Security Awards | ...

VEM, l’augmented system integrator dei tempi moderni

Stefano Bossi, Amministratore Delegato di VEM sistemi, racconta i fatti salienti dell’ultimo biennio: attività, iniziative, numeri, percorsi innovativi, progetti in ‘fieri’ e nel cassetto, aspettando il VEMlive 2022 il prossimo 7 ottobre

Sicurezza Trasformazione Digitale Cloud

Incontrare Stefano Bossi, Amministratore Delegato di VEM sistemi, è sempre un’esperienza stimolante ed arricchente. Bossi, da buon imprenditore italiano è una fucina di idee: dal piglio arguto, è coraggioso, competitivo, attaccato al territorio, fiero di ciò che ha costruito e con tanti sogni ancora da realizzare.

A pochi giorni dall’atteso appuntamento annuale VEMlive 2022, momento di incontro e confronto che quest’anno tratterà il tema ‘Time to value, Sinergie Adattive, Digitali’ (in programma il 7 ottobre presso la Florim Gallery di Fiorano Modenese a partire dalle 9.30) il top manager spazia a 360 gradi: fa un bilancio del biennio passato, soffermandosi sui trend più innovativi, racconta il ruolo in evoluzione del system integrator e le attività e iniziative che hanno caratterizzato un biennio di una realtà che vuole dare sempre più voce ai talenti.
In merito all’ultimo biennio l’AD fotografa alcuni fatti salienti in particolare: “Il primo dato ‘curioso’ – dice - è che abbiamo assunto 115 persone in questo lasso di tempo, in piena fase emergenziale, a fronte di un turnover medio annuo di circa il 5% - un dato che nel nostro settore è molto basso, quando in realtà la media è ormai a due cifre. Operiamo infatti in un settore in grandissimo fermento, soprattutto perché i system integrator si trovano schiacciati da una parte dalla concorrenza tradizionale, rappresentata da grandi e piccoli vendor così come dall’emergere di startup sempre più numerose, e dall’altra da una nuova tipologia di concorrenti con la brama di digitale, ovvero i clienti, ovviamente non quelli VEM con cui non esistono situazioni conflittuali, ma bensì realtà orbitanti nel mondo digitale alla ricerca di profili competenti da sottrarre appunto ai system integrator". "Senza dimenticare che, prosegue - in relazione al tema del turnover, nel digitale si parla di una domanda di lavoro da parte delle aziende che non trova un’offerta, con un gap che, a seconda degli studi, arriva a indicare 250 mila figure mancanti. Questi fattori hanno quindi portato a interrogarci sul fatto che oggi l’’employee loyalty’ della filiera IT bisogna conquistarla: qualsiasi dipendente infatti può scegliere dove lavorare, e siccome la componente economica è effimera in quanto ci sarà sempre qualcuno in grado di offrire quel X in più, il fatto di scegliere un’azienda piuttosto che un’altra è strettamente legato all’ambiente di lavoro e alle opportunità di crescita che offre l’azienda, anche con spostamenti laterali”.
E’ sulla base di queste considerazioni che oggi VEM sistemi ha cercato di lavorare e impostare un’organizzazione molto più fluida e orizzontale rispetto al passato e, soprattutto di dare voce e valorizzare al massimo i talenti.La fotografia del 2021

L’onda Covid si è presto trasformata in uno tsunami, di fronte a sconvolgimenti come questo, occorre essere in grado di cavalcare l’onda e lo si può fare se alle spalle ci sono competenze, persone con tanta passione e voglia di fare ma anche una certa solidità finanziaria. Alla luce dei fatti, si può dire che quell’onda VEM è riuscita a cavalcarla. Come risulta dai numeri, in crescita rispetto a quelli del 2019, di un 5-6%: “Si è assistito a una un po’ di isteria del mercato nel cercare strumenti di collaboration ma anche di cybersecurity che hanno inevitabilmente spinto in avanti gli investimenti nel digitale – commenta. E’ stato un qualcosa di spontaneo, anche se gradualmente si è andata a creare una consapevolezza crescente. Per contro, il 2021 non ha avuto la stessa dinamica: il mercato si è stabilizzato ed è cresciuto meno rispetto all’esercizio precedente. Nel caso specifico, VEM veniva da una crescita davvero rilevante nel 2018-19 di quasi 10 milioni di euro (oltre il 20%), e quando si verificano questi scalini poi ha senso consolidare la crescita per non rischiare di tornare indietro. E’ una forma di solidità e resilienza, in quanto si sta consolidando la crescita, soprattutto in un mercato b2b che non segue le logiche del consumer”, commenta.

Una crescita quindi ‘debole’ (situazione comune a molte aziende eccellenti del’ICT) causata soprattutto del fenomeno dello shortage dei materiali: “Da aprile 2021 più che il fatturato è cresciuto il backlog, in quanto, pur essendoci gli ordinativi, non siamo stati in grado di evaderli per problemi legati a carenza e disponibilità di dispositivi e quindi ci siamo trovati a non poter scaricare a terra il fatturato”, chiarisce Bossi.

Nel 2021 VEM ha stabilito il record di order incame (15%) ma anche quello di backlog, come dettaglia l’amministratore delegato: E’ stato un anno eccezionale per quanto riguarda il portafoglio ordini; un elemento di grande soddisfazione per me, che si traduce in persone portate a bordo. In un biennio - dal 31 dicembre 2019 al 31 dicembre 2021 - siamo passati da 208 a 315 addetti, che equivale a un 50% di crescita del personale che non è corrisposto alla stessa crescita del fatturato, passato da 60 a 62 milioni di fatturato. Si tratta anche di una questione di stile imprenditoriale: VEM è un’azienda fortemente reddittiva interessata più al valore che al volume”, dice.Dentro il 2022

Ed ecco che si arriva all’anno in corso: “VEM è quindi partita con un tesoretto sostanzioso; stiamo macinando risultati di crescita anno su anno in termini di ordinato veramente importanti il che ci fa guardare con ottimismo ai mesi futuri, “ dice l’AD.

Oggi, in sostanza, il grosso problema che potrebbe impedire la crescita del system integrator è quello dello shortage: “E’ necessario però che la situazione non peggiori in termini di consegne. Se lo shortage di materiale rimane costante, dopo un anno si riesce a neutralizzarlo – commenta. E’ un tema nato prima della guerra con la pandemia, che non sappiamo come evolverà. Per questo è necessario sviluppare una grande capacità adattativa che, in alcuni casi, vuol dire trovare soluzioni alternative di mercato. Un fenomeno che riguarda in specifico l’hardware, mentre per la parte software tutto ciò non accade”.

Si va verso l’Augmented System Integration

E’ in questo scenario liquido, incerto, in continua trasformazione che il ruolo del system integrator deve necessariamente evolvere, adattandosi alle nuove dinamiche: “Oggi la grande sfida da vincere è quella di essere al contempo un system integrator, un service integrator, un cloud integrator, … un ruolo che va verso il nuovo profilo di Augmented System Integrator in cui l’aggettivo ‘augmented’ rende l’idea della componente nuova e innovativa: come c’è la realtà aumentata oggi c’è anche la system integration aumentata,afferma Bossi.

Pur rimanendo salda la componente di system integration legata all’hardware, occorre guardare alle nuove tendenze che vanno verso il software e l’as a service: "E’ un fenomeno ineludibile a cui è necessario adattarsi”, enfatizza Bossi.

E VEM anche in questa direzione ha fatto molti passi avanti: centrale è, e rimane, la strategia Cisco:Distinguendo nei partner Cisco tra quelli domestici e quelli multinazionali (questi ultimi con obblighi inferiori a livello di certificazioni rispetto a un partner domestico), nei partner domestici siamo un club molto ristretto che ha già ottenuto tre livelli di certificazione. Se da sempre VEM infatti vanta la certificazione Integrator (oggi Gold), da quando lo scorso anno Cisco ha lanciato un nuovo programma che comprende i percorsi integrator, provider, developer e advisor… VEM è diventata anche Select partner sia nel pillar Provider che in quello Developer”.

Essere ‘Provider’ significa essere un Managed Services Provider - magari in co-branded con Cisco: “Da questo punto di vista, già due anni fa siamo stati il primo partner italiano a prendere la certificazione Cisco Customer Experience (CX) e abbiamo in roadmap la certificazione Advance, un percorso impegnativo che nessuno vanta ancora in Italia. Un piano a 18-24 mesi di elevata complessità non legato alle competenze e al numero di persone, ma quanto al fatto che occorre adattare i propri processi e inserire una forte componente di business analitycs e di insight dentro all’ERP o alla Business Intelligence, trasformando i processi e ‘softwerizzando’ la componente di business insight”.

Developer, invece, come dice il nome, riguarda lo sviluppo delle soluzioni software Cisco via API: “Significa avere la capacità di software integration, cioè di integrare soluzioni VEM in quelle Cisco. E in questo caso VEM porta anche il contributo della propria azienda di security Certego”, spiega Bossi.

Senza dimenticare le specializzazioni che per VEM in ambito Cisco sono molteplici: security, collaboration e quest’anno anche Environmental Sustainabiity e DEVNet, “Della Cisco Environmental Sustainability sono particolarmente orgoglioso; questo programma si concentra sulle pratiche di sostenibilità, sottolinea il nostro impegno a lavorare insieme per un futuro più green e rappresenta la prima tappa d un percorso ESG. Riguardo alla specializzazione DevOps tengo a specificare che siamo riusciti a conseguirla grazie a myDev. Avevamo pianificato di prenderla entro il 30 giugno scorso, mentre in realtà l’abbiamo conseguita qualche mese prima; riguarda i partner che sviluppano soluzioni software con un’enfasi specifica sul tema dell’automazione e afferisce alle soluzioni software che vanno verso il concetto di ‘hybrid cloud infrastructure’ in termini di ‘cloud orchestration’ e ‘software automation’, … e in questo ambito abbiamo anche in programma di prendere la Hybrid Cloud Infrastructure Advance Partner di Red Hat entro l’anno”.

Già, appunto, Red Hat: un brand sempre più di riferimento nel mercato IT a livello enterprise, su cui VEM crede fortemente e con cui sta procedendo veloce. A tale proposito Red Hat sarà uno degli sponsor dell’evento del prossimo 7 ottobre.

Dall’hardware si passa poi alle Solution: questa è la componente in cui si esprime al meglio il concetto di ’Augmented System Integration’ in cui ‘augmented’ rappresenta la parte più innovativa: il riferimento va, per esempio, al tema dei microservizi e all’automation infrastructure: “Abbiamo scelto Red Hat OpenShift come piattaforma insieme ad altri prodotti Red Hat come Ansible per la parte di automazione, così come calza in questo disegno di Solution la DEVnet di Cisco. Sono tutti puntini che si collegano in un unico disegno, in cui i temi trattati afferiscono a ‘software automation & orchestration’, in cui rientrano anche tecnologie come quella di Terraform. Tutti fenomeni che sono espressione del nostro cambiare pelle”, sottolinea Bossi.L’idea che spinge il top manager in questa direzione è che per essere ancora più credibile e fungere da ‘advisor’ per i propri clienti VEM deve essere in grado di indirizzare al meglio il ‘distributed cloud’ che sostanzialmente significa cloud pubblico, private cloud ed edge computing (quindi cloud in prossimità) con vari e interessanti campi applicativi.

E poi c’è la declinazione 'on premise' che rimane ben salda: ”Anzi, nella nostra visione, l’avvento della containerizzazione e dei microservizi renderà molto più semplice fare una sorta di ‘lift & shift’ non solo tra differenti hyperscaler ma, un domani, grazie soprattutto alle tecnologie hardware on premise come, per esempio, Hpyerflex di Cisco, infrastrutture hardware che permetteranno la fruizione di un servizio on premise come fosse in cloud e ciò avverrà con un’incredibile portabilità grazie ai microservizi”, spiega Bossi.

Oggi, infatti, come sostiene Bossi, si parla anche di ‘cloud repatriation’, cioè di riportare le applicazioni on premise; e per abilitarla VEM ritiene che i cavalli di troia e i veri ‘game changer’ siano rappresentati da containerizzazione e microservizi con un livello di astrazione così superiore da poter decidere dove spostare applicazioni e carichi di lavoro: “Questo significa guardare molto avanti, non oggi, ma, in attesa che ciò arrivi, in futuro. Per questo VEM si sta attrezzando per essere pronta su temi come software automation & orchestration a livello infrastrutturale. Questa rappresenta sicuramente la componente di innovazione più disruptive per VEM. Quando il mondo sarà pronto ci sarà veramente un’enorme portabilità in quanto la containerizzazione libererà da molti vincoli. La tentazione del lock in è infatti dietro l’angolo: i clienti stanno comprendendo che il cloud senza containerizzazione, di fatto, crea lock in“.Stefano Bossi, Amministratore Delegato di VEM sistemiAltre due grandi linee innovative indirizzate da VEM sono: i servizi di real time monitoring, con un nuovo progetto definito in codice ‘myvem revolution’, di cui si parlerà a VEMlive e per il quale VEM sta rivedendo completamente tutta l’architettura hardware e software della piattaforma myvem che sarà cloud ready e su cui insistono già oggi 300 clienti; e la security, con focalizzazione massima sulla cloud security:Di recente abbiamo ottenuto le ‘5 star’ (cinque stelle)’ di Check Point, il massimo che si può ottenere a livello di certificazioni con questo vendor; un grande motivo di orgoglio, un percorso lungo e persistente che ci ha portato a prendere l’eccellenza anche con questo vendor; non sono molti i partner ad averlo”, racconta Bossi. Significa che oggi nell’ambito della Security VEM è sia Platinum Partner di Fortinet sia 5 star di Check Point: ”Non credo che ci sia un’altra realtà con questi due livelli di certificazioni su due tecnologie protagoniste del mercato. Al momento siamo una singolarità che ci permette di dare risposte ai i clienti con la doppia tecnologia”.

La security: una prateria da conquistare

Quello della security è un mercato in cui VEM ha tassi di crescita molto interessanti: l’anno scorso, se si sommano i dati di ricavi più quelli Certego (la realtà interna a VEM focalizzata esclusivamente sul tema della sicurezza IT con la piattaforma PanOtikon), il system integrator ha superato i 21 milioni di euro. Una prateria in cui VEM è presente con differenti tecnologie, in cui oggi ha intercettato un nuovo campo da gioco molto allettante su cui misurarsi e su cui conta di investire parecchio che è quello IT/OT security, ovvero la cybersecurity applicata al mondo industriale (ICS security -Industrial Control System Security). ”ICS security e OT security rappresentano temi formidabili da affrontare e anche in questa direzione riteniamo di avere un vantaggio con la nostra tecnologia PanOptikon di Certego”, afferma Bossi.

Un’innovazione organica che nell’ambito dei servizi prevede investimenti sulle piattaforme di real time monitoring come appunto myvem revolution che sarà presto cloud ready con architettura distribuita. In programma inotre è previsto il lancio del servizio VSecure for endpoint: in sostanza, si tratta del paradigma di security di VEM applicato specificamente agli endpoint, multi tecnologia. Oltre a ciò, c’è l’intenzione di investire nei servizi gestiti in ambito SD-WAN.

Un’innovazione continua quindi che permea e caratterizza da sempre VEM, in grado di anticipare le tendenze che poi nel tempo diventano tecnologie di riferimento del mercato, come intelligenza artificiale, automazione, analytics, security, cognitive computing, IoT, cloud, industria 4.0, …

L’innovazione fa tappa qui: nasce VEGA

Una fucina di idee e di progetti che prendono forma e sostanza, come nel caso di VEGA: nel corso della situazione emergenziale a settembre 2021 il system integrator ha lanciato VEM Experience Garden & Academy (VEGA), una peculiarità con oggi già all’attivo circa 150 visite (oltre l’ 80% di clienti) e 100 progetti aperti che si trasformeranno in soluzioni, ordini, fatturato, contratti, ... “Un’iniziativa che è andata oltre le nostre più rosee aspettative, afferma soddisfatto Bossi.

Definito dal top manager un progetto unico del territorio che si fonda sulla filosofia di open company, dove formazione, sperimentazione e condivisione sono alla base, in questo luogo pionieristico, clienti, partner, studenti e giovani talenti possono trovare lo spazio ideale per progetti di innovazione, start-up, ricerca, seminari, eventi e formazione, in una struttura digitalizzata dove l’innovazione sta già costruendo ciò che servirà domani.
VEM abilita quindi nuvole innovative con una rispondenza pratica: Concetti sperimentabili, non futuribili, come per esempio il tema ICS security con la simulazione di un attacco su una linea di produzione con bracci robotici”, spiega Bossi.Un centro declinato in Experience, Garden e Academy. Nell’Experience center è possibile esplorare, attraverso sessioni e presentazioni dedicate, le migliori soluzioni e tecnologie dedicate ai temi del workplace management, della digital resilience e della digital transformation. Garden invece dà voce ai talenti: “In VEM crediamo nell’importanza della condivisione degli spazi lavorativi per costruire relazioni. Garden non vuole essere solo un ambiente fisico ma soprattutto un contesto per ospitare momenti di incontro ed eventi, e dove poter stimolare la crescita di nuovi talenti".

Academy si configura come uno spazio per formare: “Siamo convinti infatti che l’innovazione passi dalla formazione: per questo motivo siamo da sempre attenti a collaborare con il mondo accademico per accelerare il processo di formazione di nuove figure professionali, indispensabili in un mondo sempre più digitalizzato. Nell’Academy affianchiamo l’Università di Bologna supportando il primo corso di laurea a indirizzo professionale in Tecnologie dei Sistemi Informatici, e la Fondazione FITSTIC ospitando i corsi biennali post diploma professionalizzanti”. E prosegue: ”Avere al nostro interno la prima e unica Università professionalizzante in Tecnologie dei Sistemi Informatici è fonte di grande soddisfazione e orgoglio perché è una sorta di 'giving back': un progetto che va a inserirsi in un’offerta formativa che mancava: daremo al territorio una grande occasione di valorizzarsi e creeremo una corsia preferenziale al nostro interno per intercettare nuovi talenti”.Attenzione al gender gap

Sempre all’interno dei progetti di Corporate Social Responsibility del Gruppo, rientra anche VEMforGirls, che, allo storico impegno dell’azienda verso la formazione e l’orientamento dei giovani talenti, unisce anche l’obiettivo di ridurre il ‘gender gap’ nel settore ICT.

VEM4Girls è un contenitore che include due nuovi progetti: il primo, VEMforGirls Academy, di cui fa parte il nuovo percorso formativo IT Girls (realizzato in collaborazione con Cisco e la Cisco Academy iFoa), che risponde agli obiettivi di orientamento, formazione, diversity, mettendo a disposizione delle giovani ragazze strumenti e competenze strategiche per affrontare l’evoluzione del mondo del lavoro e le professioni del futuro che rientrano sotto il cappello STEM (science, technology, engineering e mathematics): “E’ anche questa è una forma di giving back di VEM nei confronti del territorio per formare ragazze che si avvicineranno al mondo dell’ICT”, sottolinea Bossi.
Il secondo, VEMforGirls Learning & Community è invece un progetto di formazione interno al Gruppo VEM, dedicato ai dipendenti, volto a sviluppare una cultura aziendale che metta sempre di più in risalto il valore dell’inclusione e della diversità di genere nei team di lavoro.

Ma non ci si ferma qui, VEGA è solo il primo passo e Bossi, come detto, è carico di idee che trasferisce e condivide con il suo team, per disegnare il futuro.L’IT? Meglio oggi

“Perché in fondo, vivere l’IT oggi – dichiara Bossi - è ancora più stimolante del passato, in quanto siamo tutti costretti a uscire dalla nostra comfort zone. ‘Avere paura’ può anche essere un fatto positivo; la paura è un’ottima compagna se la si riesce a convogliare e trasformare in energia positiva. Avere la consapevolezza che il mondo sta cambiando è molto stimolante anche se non si è pronti. Bisogna avere un po’ di coraggio e buttarsi, affrontare il cambiamento cercando di governarlo. Chi fa impresa sa che il rischio zero non esiste”.

D'altronde, quando un mercato funziona diventa attrattivo per molti player: "E quindi ancora una volta la ricetta migliore è provare a essere distintivi nella filiera: per questo cerchiamo partner e clienti con valori simili ai nostri che sono vincenti," enfatizza Bossi. Per non dimenticarli (i valori) l’augmented system integrator li ha scritti sul muro della propria sede: competence, openess (come capacità di ascoltare gli altri), passion (il motore che muove tutto) ,consistency (come persistenza, resilienza, che, in fondo, significa non mollare mai), integrità e responsabilità (è qui si inserisce bene il tema delle certificazioni, del fare sul serio in modo coerente e integro le cose).

Il 7 ottobre Bossi, insieme ad altri esperti del settore, racconteranno storie di innovazione, in cui responsabilità sociale, tecnologia e sostenibilità saranno i protagonisti principali. Al centro di tutto ci sarà il tempo, che ha il valore di scolpire il cambiamento: ”Il tempo come alleato dell’innovazione e abilitatore di un sentimento di fiducia nel futuro," conclude Bossi.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di ImpresaCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.

Notizie correlate

Speciali Tutti gli speciali

Reportage

Cybertech Europe 2024

Speciale

Speciale Data Analitycs

Speciale

Speciale Multicloud

Speciale

Speciale Storage

Speciale

Speciale Networking

Calendario Tutto

Nov 26
WPC 2024
Nov 26
IDC CIO Forum, Milano
Dic 03
Dynatrace Innovate Italy
Dic 05
Nutanix Cloud Day Roadshow - Torino
Dic 11
NetApp INSIGHT Xtra
Gen 23
Nutanix Cloud Day Roadshow - Bari

Magazine Tutti i numeri

ImpresaCity Magazine


Leggi il Magazine

Iscriviti alla nostra newsletter

Soluzioni B2B per il Mercato delle Imprese e per la Pubblica Amministrazione

Iscriviti alla newsletter