Le stime della School of Management del Politecnico di Milano indicano una crescita sensibile del mercato cloud nazionale, con segnali positivi anche da parte delle piccole-medie realtà
Il mercato cloud italiano? Sta bene, grazie. Almeno a quanto descrive l'Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano, secondo cui il settore dovrebbe chiudere l'anno con un giro d'affari che supera 4,5 miliardi di euro, con una crescita del 18% anno su anno. Crescita che in buona parte (+15%) sarà organica ma che per un sesto (+3%) deriverà dal rialzo dei prezzi dei servizi cloud legato ai maggiori costi energetici.
È un ennesimo, ma magari più evidente di altri, legame tra infrastrutture cloud e sostenibilità ambientale. La crisi energetica rischia di colpire tutti e "in un simile panorama anche il mercato cloud, basato su infrastrutture energivore, non è esente da impatti", secondo Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation.
Per questo, sottolinea poi Piva, "è necessario avviarsi verso una nuova fase di collaborazione nell’intero ecosistema, con la partecipazione dei diversi attori del mercato cloud in ottica di sostenibilità economica e ambientale". Secondo l'Osservatorio, però, solo il 14% delle organizzazioni utenti italiane ha in atto una strategia, per ridurre l’impatto ambientale dell’IT, che abbia risultati tangibili.
La spesa complessiva per il cloud viene scomposta dall'Osservatorio in diverse voci. La dinamica di crescita più significativa è legata al cloud pubblico e ibrido: nel 2022 cuberà per circa 2,95 miliardi di euro, in crescita del +22% sul 2021. In questa fascia il 2022 porta segnali positivi per tutte le componenti XaaS. Il SaaS muove 1,27 miliardi di euro con una crescita del 14% anno su anno, la parte IaaS muove 1,15 miliardi (+27%), il PaaS vale 531 milioni (+33%).
A usare i servizi cloud sono soprattutto, storicamente, le grandi imprese. Qui il cloud eroga il 44% del parco applicativo, in sostanziale equilibrio con l'on-premise. Cresce però anche la predisposizione delle PMI italiane verso il cloud. Nel 2022 il 52% delle PMI adotta almeno un servizio cloud (+7 punti percentuali anno su anno) e la spesa cloud delle PMI vale 351 milioni di euro (+24% sul 2021).
La crescita nell'adozione del cloud dovrebbe portare anche una evoluzione nella sua governance da parte delle imprese, specie quelle di maggiori dimensioni. Il cloud cioè non dovrebbe essere visto unicamente come un oggetto "tecnico" affidato alla direzione IT. È anche, e sempre più, uno strumento a disposizione delle Line of Business, che devono essere coinvolte nella sua assimilazione in azienda.
Tutto questo accade meno spesso di quanto dovrebbe. Ad esempio, oggi il 58% delle grandi imprese attribuisce i costi del cloud in modo centralizzato nell’IT, con un modello che secondo l'Osservatorio è "poco adatto alla flessibilità e alla logica self-service della nuvola". Inoltre, nonostante sul mercato ci siano già molte piattaforme per la gestione dei costi dell'as-a-Service, queste sono poco diffuse nelle aziende italiane.